capitolo 31

1K 49 17
                                    

mi svegliai, sentendomi incredibilmente protetta e al sicuro. senza accorgermene mi ero addormentata in un sonno beato. Privo di brutti pensieri, o sogni maledetti. Aprì gli occhi. La stanza non era più buia. si stava illuminando grazie alla luce del sole che sorgeva. Ero sdraiata di lato. con il viso rivolto all'esterno del letto. Abbassai lo sguardo. Mi accorsi, con immenso stupore, che attorno alla mia vita c'era un braccio. Il suo braccio. Julian si era girato nel sonno, sino ad avvolgermi il suo braccio in vita. Pensai che forse era abituato a farlo quando dormiva con qualche ragazza. In particolare con Ambra. Mi girai nel letto, e rivolsi il viso verso il suo.  Dormiva beato e tranquillo. Il respiro era regolare. Vidi il petto abbassarsi e alzarsi con tranquilla, pace e assoluta serenità. scossi la testa e roteai gli occhi.  Non era ne triste, ne felice, ne arrabbiato. la sua espressione era neutra e calma. Alzai piano il suo braccio, per togliermi da quella presa, e per non svegliarlo. Una volta libera mi misi a sedere. controllai  se si fosse mosso o svegliato. ma sembrava non essersi accorto di nulla.  mi alzai e andai in bagno per darmi una lavata. Non era lurido, fortunatamente, era abbastanza pulito. C'era un semplice gabinetto, un lavandino. e una semplicissima doccia. chiusi la porta alle mie spalle. decisi di farmi una bella doccia. mi spogliai, e ci entrai dentro. Per mia sfortuna il getto d'acqua era troppo flebile. Provai a concentrarmi   sull'acqua che scorreva. la fissai intensamente, immaginando di farla aumentare.  Presi un bel respiro e non distolsi lo sguardo dal getto d'acqua. con mio immenso stupore, dopo pochi secondi, l'acqua aumentò. scorreva veloce e potente. Il getto era abbastanza forte da sembrare quasi un idromassaggio. chiusi gli occhi, e mentre mi lavavo, mi godevo quel momento sublime. sapendo che ero stata io a far sgorgare l'acqua in quel modo. Una volta finito. Uscì dalla doccia. mi vestì. presi l'asciugamano che il giorno prima aveva usato Julian, per asciugarsi i capelli.  Era ancora umido dal giorno prima. Mi venne un idea. Provai a fissarlo e a immaginare l'acqua che aveva assorbito, In modo da farla evaporare in qualche modo. Ci provai per cinque minuti. Ma non ebbi molto successo.  Sospirai e mi arresi. Roteai gli occhi, e mi accontentai di utilizzarlo così com'era. cosciente del fatto, che non me li avrebbe asciugato molto. ma purtroppo era l'unico presente in quel momento. Una volta finito, uscì fuori dalla stanza. Julian dormiva ancora beato e sereno. Stavolta era rivolto verso il soffitto. con una mano sulla pancia, e l'altra distesa sul letto. Roteai gli occhi, mi avvicinai a lui, e provai a svegliarlo.

< Julian...Dobbiamo continuare il viaggio....svegliati>

dissi in tono dolce.  Lo vidi arricciare il naso e fare un verso infastidito. Poi girarsi dall'altro lato e darmi le spalle. sospirai. Allungai una mano verso di lui, e gliela posai nella schiena. Poi iniziai a muoverlo per farlo svegliare. Parlai con un tono di voce più forte e spazientito.

< Julian! Muoviti...Non puoi stare tutto l giorno a poltrire! devi svegliarti!>

sbuffò infastidito. Si girò di schiena . prese il suo cuscino e se lo premette sopra la testa per non sentire. Sbuffai a mia volta infastidita. incrociai le braccia per pensare a cosa fare. Poi mi venne un idea. un sorriso maligno mi si dipinse in volto. Presi la brocca d'acqua ,che Julian aveva appoggiato nel tavolo dopo averla presa al locandiere, Andai in bagno e la riempi di acqua gelata. Poi ritornai da Julian. il quale non sembrava volersi scrollare dal letto. Allungai la mano, e iniziai a versargliela in tutta la schiena, cercando di trattenere le risata. Non appena l'acqua lo tocco, si sollevò di scatto con occhi sgranati. Mi guardò sorpreso e arrabbiato. Mentre tenevo ancora in aria la brocca, senza versarla più.

< sei impazzita?>

 Feci spallucce e iniziai a ridere di gusto. vedendo la sua espressione basita e confusa. Mi tenni la pancia, piegata in due dal ridere.

< non volevi svegliarti, dovevo darti L'input>

corrugò la fronte e mi fissò in cagnesco. Mi rimisi in piedi e mi strinsi le labbra per smettere di ridere. Lui era in ginocchio sopra il letto.  alzò un sopracciglio, e alzò un angolo della bocca, in un mezzo sorriso. divertito da un idea che gli era venuta in mente.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora