capitolo 34

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La foresta degli specchi era veramente enorme. Ma  Era il colore che sorprendeva. Tutta la foresta era immersa in un verde brillante. i cespugli, gli alberi, l'erba. Quel colore così splendente mi fece rimanere a bocca aperta. Eravamo all'ingresso della foresta. Ancora sopra i cavalli. Il mio sguardo passava da un albero a l'altro rapita dalla bellezza di quel posto. tutto sembrava esser uscito da un libro di favole. Sgranai gli occhi incredula. Julian interruppe La mia ammirazione per quel luogo magico e spettacolare.

< Dovremo scendere dai cavalli per addentrarci nella foresta>

mi girai di scatto verso di lui. confusa per quella sua richiesta. piegai la testa di lato.

< perché? >

< perché la foresta degli specchi è meglio perlustrarla stando bassi. o almeno essere ad altezza dei cavalli>

< perché?>

Julian sospirò. prima di rispondermi nuovamente . scese da cavallo. e prese in mano le redini. Poi mi guardò in attesa. Aspettando che lo imitassi. Riluttante scesi da cavallo anche io. poi Julian, con un sorriso vittorioso in volto, spiegò. Avanzando a passo lento dentro la foresta. Io lo seguì.

 < perché questa foresta  è piena di specchi, come sicuramente hai intuito dal nome. questi specchi però sono messi in maniera strana. principalmente sono appesi sui rami degli alberi, ma sono ovunque , anche se non si notano, e attraversare questa foresta a cavallo è pericoloso... >

Sentendo quelle parole mi guardai attorno, alla ricerca di qualche strano specchio. però con mio stupore non riuscii a vedere assolutamente niente. Sentii Julian ridere. Lo guardai stava scuotendo la testa divertito.

< non puoi vederli...sono mimetizzati... Questo verde che ci circonda è dovuto al riflesso degli specchi che si riversa su tutto ciò che gli circonda, dando una brillantezza e una luminosità unica nel suo genere... tuttavia non puoi vederli perché ,anche adesso, riflettono la stessa identica immagine. Gli stessi identici alberi e cespugli che vedi, ma...Non ti accorgerai mai della differenza>

Lo guardai stupida e incredula. mi guardai ancora attorno. allungai la mano verso l'alto. per cercare di riuscire a percepire o sfiorare qualche oggetto invisibile. Dopo qualche minuto, in cui osservavo incuriosita ogni ramo e ogni foglia sopra di me, Urtai qualcosa di trasparente. che andò a sbattere contro qualche altra cosa producendo il rumore di vetro che si sfiora l'uno con l'altro, come quando si fanno dei brindisi con i bicchieri. Mi bloccai e alzai un sopracciglio. Provai a  prendere in mano quello specchio, ma non riuscii più a trovarlo. Abbassai la mano delusa. ma senza togliere lo sguardo da quel punto dove ,poco prima ,l'avevo sfiorato.

< Si...è strano...riesci a toccarli ma non a prenderli... Però può essere divertente>

disse Julian. Per qualche strano motivo sentivo al sua voce leggermente più bassa. come se si fosse allontanato. Mi girai a guardarlo. ma lui era ancora accanto a me, con Rudolf, che aspettava che mi muovessi nuovamente. Continuammo a camminare. e io rimasi ad osservare quello spettacolo. incantata dal leggero rumore di vetro ,che si sfiora tra se e se, che era dovuto al muoversi del vento. tuttavia bisognava prestare la massima attenzione per riuscire a sentire quei flebili rumori. stranamente non sentii uccelli cinguettare, o animali muoversi tra i cespugli. No, sentivo solo il vento muovere le foglie e gli specchi invisibili. Rimasi incantata. osservando ogni cosa con attenzione, per riuscire a scorgere ogni minimo movimento che rivelasse la posizione di qualche specchio. La cosa che mi sorprese era che riflettevano solo il verde, i cespugli, gli alberi, e l'erba. Non vedevo nessun doppione di me, o Julian, e neanche dei nostri cavalli. la cosa mi sembrò strana. ma intuii potesse  trattarsi di semplice magia. Julian interruppe di nuovo i miei pensieri.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora