L'acqua mi scivolò addosso quasi in maniera innaturale. Non era ne troppo calda ne troppo fredda. la temperatura era perfetta. Senti qualcosa di diverso sotto quelle enormi gocce ,che rilassavano ogni mia fibra del corpo. L'acqua aveva qualcosa di diverso, la percepì come se fosse viva , come se ,ogni molecola che la costituiva, mi parlasse e interagisse con le mie funzioni e con la mia mente. Cercai di concentrarmi, per comprendere quella strana differenza che sentivo. vidi una goccia , nella parete del bagno, scivolar sino a terra dritta e sinuosa, la fissai con insistenza e questa risali in alto quasi immediatamente . Rimasi sbalordita da quella strana situazione, quasi incredula. Non capii come fosse possibile che una goccia cambiasse percorso in una maniera così evidente. Cercai di ragionare e di dargli un senso, ma i miei tentativi di riflessione, e i miei pensieri , furono spazzati via da un irruzione improvvisa e violenta che mi fece sobbalzare per lo spavento. Julian entrò nel mio bagno senza permesso e con arroganza. Poi parlò con tono altezzoso e nervoso.
< grazie tante eh!! ora tu domani verrai alla festa assieme a me. Non sarò l'unico a subirmi quella dannata tortura , visto che tu mi hai COSTRETTO a venire di nuovo qui!>
Gridò con furia e arroganza. Ma quell’improvviso intervento, e quelle accuse , mi irritarono e mi innervosirono . Mi affacciai dalla tenda della doccia, per mia fortuna era scura e non si intravedeva niente, e lo fissai con sguardo incendiario.
< come puoi dire che è colpa mia. se tu mi avessi detto che dovevo parlare con una regina, per sapere le miei origini, ti avrei detto subito di no!>
Gridai con rabbia . Lui roteo gli occhi infastidito e sbuffò.
< è mia madre! non una regina qualunque!>
Disse allargando le braccia come per rendere più ovvia quella sua affermazione. Io corrugai ancora di più la fronte e ridussi gli occhi in due fessure poi sbuffai e scossi la testa con decisione.
< è sempre una regina Julian!! tu sei Un dannato principe, ma ti sbagli se credi che ora ti tratterò in maniera diversa, per me sei un prepotente, orgoglioso e pomposo ragazzino viziato. e lo sarai sempre. Ora sei pregato di andartene, questo è il mio bagno, e tu stai invadendo la mia Privacy>
Dissi con decisione. Chiudendo gli occhi e annuendo con sicurezza e arroganza. Ma Lui era più testardo. Corrugò la fronte e mi fissò con nervosismo.
< il tuo bagno? questo è il mio castello, posso andare dove voglio , quando voglio, e con chi ho voglia . Tu sei solo un ospite momentaneo.>
< Sei proprio un bambino>
Disse il tutto puntandomi il dito contro. Io , mentre lo rispondevo, scossi la testa infastidita. Julian sbuffò irritato poi incrociò le braccia imbronciato. Quel suo atteggiamento confermò i miei sospetti, ossia che fosse veramente un ragazzino viziato. Chiusi la tenda con prepotenza sperando servisse a mandarlo via. Ma il mio gesto non sembrò fargli cambiare opinione, infatti percepii ancora la sua presenza dall’altra parte della tenda. Infatti roteai gli occhi infastidita. Consapevole del fatto che non potesse assolutamente vedermi. Poi , improvvisamente, senti una voce, una che riconobbi quasi immediatamente. Jacqueline era appena entrata nella stanza da letto e mi chiamava per avvisarmi della sua presenza e , probabilmente, per chiedermi se mi servisse qualche tipo di aiuto. Mi affacciai nuovamente fuori dalla tenda, tenendola ben salda per evitare di mostrare qualche mia possibile nudità.
Julian , sentendo la voce della mia cameriera, sembrò agitarsi e preoccuparsi. si guardò nervosamente attorno, sgranando gli occhi, in cerca di un nascondiglio. Temendo che potesse scegliere proprio la vasca mi affrettai a prendere il telo doccia, appeso fuori, affianco alla vasca , in un poggia asciugamani, e me lo avvolsi nel copro, lasciando scoperte le spalle. Agii appena in tempo, perché non appena Jacqueline mise piedi fuori dalla porta del bagno., Lui entrò ,con tanto di scarpe, nella mia doccia. Mi sorrise compiaciuto ,probabilmente per ciò che vedeva, e si portò l’indice alla bocca per obbligarmi al silenzio. Io notando la sua incredibile arroganza , lo fulminai con lo sguardo, assumendo un aria minacciosa e pericolosa. Poi incrociai le braccia imbarazzata e furiosa allo stesso tempo.
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Le cronache di Atlantide: le origini
FantasiaPRIMO LIBRO DELLA SAGA! Un ragazzo che fugge dai suoi doveri reali Una ragazza che parla con gli animali . Lei non conosce le sue origini Lui le darà le risposte. Estremamente diversi eppure incredibilmente simili I loro destini si incro...