capitolo 28

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Dopo aver fatto un abbondante colazione alla taverna, e aver pagato Il locandiere, ci  incamminammo verso il castello. In giro si notavano poche persone.  Per lo più Elfe intente a fare  la spesa per la propria famiglia. Arrivati davanti alle enormi Porte  del castello. I soldati a guardia della porta, ci fecero entrare all'istante. Senza bisogno di presentazione. Forse erano stati avvisati . O forse erano gli stessi del giorno prima. Con l'elmo era difficile riconoscerli. Anche perché sembravano tutti estremamente identici. Di nuovo Julian andò al centro dell'ingresso, e poggiò la mano  sull'incisione della corona d'alloro, incisa nel tavolino di marmo . Io rimasi buona e tranquilla accanto a lui. Evitai di muovermi e curiosare in giro. Per non rischiare di far apparire qualche altra strana creaturina.

Stavolta il Maggiordomo non si fece attendere. Lo vedemmo in cima alle scale centrali. Rimase li e ci osservò. Guardò prima me poi Julian.... poi sorrise e indicò la scalinata di destra con la mano.

<  Il re Aranders  vi sta aspettando nella sala del trono...prego seguitemi>

disse con voce fluente e tranquilla. Annuimmo e lo seguimmo. Lasciai che Julian mi precedesse . non mi andava di entrare   e quindi incontrare per prima il re. Arrivati in cima ,Notai che ci trovammo in un immenso Andito rettangolare. Ci si arrivava anche dalla scala di sinistra. A terra era disegnato un complicato mosaico che raffigurava elfi coraggiosi intenti in una battaglia. nei muri c'erano numerosi arazzi, con i soliti colori  , verde, avorio, e nero,  con il loro sigillo impresso sopra. Ossia un elfo  che ergeva alta una spada. Infine   C'erano in tutto cinque porte. Due ai lati della stanza. e una centrale. Quella centrale era gigantesca.  Le porte erano di Legno massiccio, con complicate incisioni e disegni d'oro , d'argento  e alcune cose colorate di verde, che sospettai potesse trattarsi di smeraldi. Era uno spettacolo che mozzava il fiato. Il maggiordomo avanzò dritto nella porta centrale. Aprii Le due ante. Una luce intensa ci colpì in pieno viso. Costringendoci a chiudere gli occhi per lo sbalzo da una stanza a l'altra. dopo qualche minuto Gli occhi si abituarono . Gli aprimmo e ci guardammo in torno. La sala del trono era immensa e luminosa. Era alta 20 metri. Era tutto adornato con i colori del regno. Verde, Avorio, Nero... e c'erano alcune decorazioni in oro. Era impressionante. Il pavimento non aveva raffigurati mosaici. ma era interamente di pietra. Pietre colorate con i colori del regno. E c'erano disegnati anche  delle sorti di cornici di foglie dorate. C'erano numerose finestre, alcune erano delle semplici porte che portavano a dei balconi.  Quella centrale, in fondo alla sala ,posta dietro il trono,  Era fatta di vetro colorato. e c'era disegnato l'elfo che ergeva la spada.  Il trono era d'Avorio. Con imbottiture bianche. nel sedile, nella spalliera, e nei braccioli.  C'era seduto, molto comodamente, un  Elfo. Molto attraente. Gli occhi verdi e penetranti. I capelli neri e lisci gli cadevano morbidi nelle spalle.  Ci sorrise non appena ci vide. Noi Avanzammo verso di lui. io titubante, Julian deciso e sicuro.  Il Re Aranders si alzò in piedi e ci venne incontro. Prese per le spalle Julian, L'abbracciò amichevolmente, e poi tornò a fissarlo sorridendo.

<  Principe Julian... è un piacere incontrarti... Sei davvero cresciuto complimenti... mi ricordo di quando ancora eri molto piccolo , e giravi con tuo padre  di regno in regno alla scoperta di tutta Atlantide.>

Disse il re , con entusiasmo. Julian sorrise, e sembrò imbarazzarsi. abbassò la testa in segno di saluto e rispetto.

< ha ragione altezza...>

< purtroppo non ho potuto partecipare alla festa dei tuoi genitori... ma purtroppo è capitata proprio nel periodo delle spezie. Come sicuramente saprete, Ero impegnato anche ieri con tale faccenda>

< Certamente altezza, non si preoccupi>

disse Julian. Il re sorrise e annui. Poi dopo aver lasciato andare Julian, si rivolse a me. piegò la testa di lato. socchiuse gli occhi e divenne serio. Sotto il suo sguardo esaminatore , mi imbarazzai. e , istintivamente, Abbassai la testa per distogliere lo sguardo da lui.  Poi il Re parlò, con tono calmo è pacifico..

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora