Epilogo

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un mese dopo

Il castello nero era avvolto dalla nebbia fitta. gli alberi erano immobili e rigidi. Il vento non soffiava, era come se temesse anche solo di avvicinarsi a quel luogo. i corvi volavano da un albero a l'altro. gracchiando e osservando ogni cosa.  in lontananza si  sentiva il verso del gufo. acuto e chiaro. A parte quei due semplici versi, tutta la foresta era in completo silenzio. 

Il castello  sembrava quasi disabitato. nessuno aveva pensato a renderlo vivibile.  Eppure al suo interno. nella sala più vasta del castello. sopra l'unico trono presente. Eliana  era seduta con lo sguardo perso. come se non fosse realmente li. come se vagasse da qualche parte al di fuori di quel regno tetro e cupo. Le sue mani erano posate sopra i braccioli del trono. Davanti a se c'era una piccola colonnina, con una sorta di vasca per gli uccellini. Era di un marmo scuro. l'ereda nera lo ricopriva interamente.   Un sorrisino compiaciuto si alzò in un angolo della bocca.

< non mi puoi sfuggire Arianna...tornerai un giorno...e io ti controllerò e poi ti ucciderò>

disse pronunciando ogni parola con decisione e fermezza. il suo sguardo vagò per qualche istante lungo l'immensa sala deserta davanti a se. poi dopo aver inspirato a pieni polmoni richiuse gli occhi, con più forza e decisione. Le sue pupille si muovevano da sotto le palpebre. poi dopo un iniziale oscurità. l'immagine si fece più nitida e chiara. sembrava come se fosse realmente presente.

Si trovava in un  lungo corridoio azzurro pallido, ricco di studenti e di armadietti. molti ragazzi ridevano e scherzavano. Eliana vedeva attraverso i suoi stessi occhi. era davanti al suo armadietto. stava parlando con una ragazzina dai boccoli biondi. gli occhi blu sprizzavano gioia e vivacità.

<  non finirò mai di ringraziarti...se non foste spariti io e lui non ci saremmo mai parlati!>

disse con un tono di voce gioioso e acuto. facendo l'occhiolino. poi il suono sordo di una campanella rimbombò per tutto il corridoio. la ragazzina bionda guardò il soffitto pensierosa, spostando la testa da una parte a l'altra. poi la osservò con preoccupazione.

<   oh devo andare...tu hai un ora buca ma io no...ciao ci vediamo dopo  >

disse girandosi e facendoli un rapido saluto con la mano.

< a dopo Mary>

Sentii la sua voce, quella di Arianna, ricambiare il saluto. La voce gli era rimbombata nel petto. Poi  si girò e aprii il suo armadietto. doveva metterlo in ordine per qualche strano motivo.

< Hey Aria eccoti finalmente...visto? la nostra idea di rientrare in tempi diversi è servita...io non ho sentito nessuna voce su di noi e tu?>

chiese un giovane ragazzo alto. i capelli neri  con riflessi blu erano a spazzola. impeccabili come la sua persona. gli occhi blu profondi la scrutavano con attenzione. sorrise .un sorriso raggiante e sbruffone.

< no niente Julian...ma credo che ,se ci sono, non ne parlano nelle nostre vicinanze...non credi?>

chiese Arianna con voce sarcastica. che fece sorridere Eliana, divertita. Julian roteo gli occhi ma senza levarsi dal viso quel sorriso impertinente.  Poi però la sua espressione si fece più seria e  naturale.  sospirò tristemente e  osservò il pavimento. Arianna piegò la testa di lato incuriosita.

< non vuoi proprio tornare...vero?>

quella domanda la spiazzò. sentii il corpo di Arianna irrigidirsi. e il suo viso tendersi e diventare serio. Eliana attendeva la risposta impaziente. con il fiato sospeso. Ma con suo immenso odio e disprezzo, la nipote scosse la testa e si concentrò sul suo armadietto.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora