capitolo 24

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cavalcammo per mezza giornata e poco più. Finalmente riuscì a intravedere Un regno. Poco distante da un immensa foresta . Il castello era quasi attaccato agli alberi... e molte piante erano cresciute attorno all'intero regno. Le mura spesse, che circondavano il regno, erano costruite con degli enormi blocchi del colore dell'avorio, che avevano qualche striatura di grigio. I tetti erano completamente grigio scuro, quasi nero. Mentre avanzavamo, rimasi stupida dal panorama da fiaba che mi si presentava di fronte. Tutto attorno, dove non c'era la foresta, era tutto ricco di fili d'erba. Rigogliosi e umidi. Era un paradiso. spalancai la bocca, e sgranai gli occhi per lo stupore.

< Waw>

riuscì dire, mentre il vento mi sferzava i capelli. e mi faceva sentire libera. Julian si fermò davanti al pesante portone di legno di quercia, che attualmente era spalancato. E mostrava l'intera cittadina, intenta nei loro semplici gesti quotidiani. Le persone Avevano tutte uno splendido sorriso. Erano alti e snelli. Sembravano tutti delle fotocopie di se stessi. Gli differenziava i colori dei capelli e i vestiti. Erano vestiti con abiti di ogni genere, dagli abiti moderni, a gli abiti che le persone indossavano nel medioevo. Rimanemmo a fissare quella gente per non so quanto tempo. Julian aveva dipinto in volto un largo sorriso. Si girò a guardarmi. e mi sorrise raggiante.

< eccoci... questa è Castheards....>

Lo guardai sbalordita. Julian mosse le gambe, Poi senza dire una parola. Rudolf avanzò con passo tranquillo dentro la cittadina. Belle lo segui. Rimasi ad osservarmi intorno stupita e incredula. Stavamo percorrendo una strada, talmente larga da poterci passare tre macchine, che a tratti era semplice terra, mentre a tratti era fatta di pietre. Alcune case erano in avorio, altre erano grigie. Mi soffermai ad osservare ogni finestra circolare, e ogni porta di legno, dove spesso erano incise delle scritture strane. Molte erano semplici, e avevano inciso sopra qualche disegno. Le persone erano numerose, solo alcune fecero caso a noi. Notai che tutta la popolazione possedeva delle orecchie lunghe a punta. ed erano molto attraenti. I capelli di tutti erano lisci e lunghi. e possedevano qualche tonalità di colore che non avevo mai visto nella mia città. Eravamo passati accanto ad un mercato. I venditori gridavano i prezzi delle loro merci. E cercavano di venderle e farle vedere a tutti. La strada era piena di bancarelle ,piene di vasetti e contenitori . Inoltre c'erano pentoloni da dove mescolavano. Strani intrugli. Mi sembrava parecchio strano. Poco più avanti vidi un fabbro.. I capelli neri, la pelle sudata. si asciugò la fronte con il dorso di una mano, per poi continuare a battere il ferro che stava forgiando. Poteva sembrare quasi una normalissima cittadina medievale... Era tutto surreale. Julian rimase in silenzio per tutto il tragitto. Rimanendo a testa alta ad osservare dritto davanti a se. postura composta e rigida. Sguardo sicuro e deciso . assunse una vera e propria posizione regale. scossi la testa e sbuffai.

< sbruffone>

dissi a voce bassa. Ma Julian era attento si girò di scatto a guardarmi con aria severa. Lo guardai e sorrisi, cercai di assumere il più possibile un aria innocente. Lui corrugò la fronte offeso, poi torno tranquillo, mi sorrise e mi fece l'occhiolino.

< devo esserlo per forza>

Risi. Era proprio un sbruffoncello. Vidi correre davanti a me tre bellissimi bambini. si stavano rincorrendo. Ridevano felici e spensierati. sorrisi nel vederli. Poi alzai lo sguardo dritto davanti a me. E solo in quel momento mi accorsi dove eravamo diretti. Davanti a noi si ergeva maestoso Un castello. Era enorme e brillante. L'avorio delle pietre risplendeva grazie ai raggi del sole che gli sbattevano sopra. Sgranai gli occhi incredula. I tetti neri scintillavano. Come preziosi minerali. Mi strofinai gli occhi e gli riaprì. Era enorme. Quasi come il castello di Julian, ma essendo più in alto ,a causa di una collina, sembrava più grande e immenso. Arrivammo sotto ad un arco in pietra. Ci fermammo di scatto. Vidi che difronte a noi, dopo qualche metro da quel maestoso arco d'Avorio, Si ergevano degli scalini immensi. e Un portone di quercia. Finemente decorato con foglie e fiori dorati. sopra di esso Era presente un enorme vetrata colorata, sul quale era disegnato un elfo che ergeva fiero e orgoglioso una spada. Spalancai la bocca basita. Non ci potevo credere. Julian scese da cavallo. Poi venne ad aiutarmi a fare altrettanto . Dovevo assolutamente imparare a scendere da sola.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora