capitolo 10

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Belle era bellissima e calmissima. Non si mosse neanche per un secondo, mentre cercavo di salirle in groppa, aiutata da Julian. Quando mi ritrovai, seduta sulla sella, strinsi forte le mani sulle redini. Temevo di cadere da l'altra parte. Sgranai gli occhi e mi irrigidì. Julian salì su Rudolf con estrema nonchalance. Era a suo agio sopra quel cavallo. Mi fissò e mi sorrise. Poi Scosse la testa divertito.

< ti ha detto che non ti avrebbe fatto cadere.. non stare così rigida, ti farà  male ,rilassati un po’>

sospirai e mi china leggermente verso Belle, almeno per raggiungerle le orecchie.

< tu sai portarmi senza che ti dia io i comandi?>

< certo>

disse muovendo il muso in avanti.. Fissai Julian, che ora era affianco a me , sopra il suo cavallo, sguardo spavaldo e altezzoso. Mi sorrise e mi fece un cenno con la testa. Annuii disperata. se fossi caduta allora si che ci sarebbero stati problemi.

<  dobbiamo aggirare il castello.. per ora.. purtroppo non possiamo entrare in casa con loro>

disse ridendo, lo fulminai con lo sguardo e annuii. Non si scompose e avanzò, il passo tranquillo e rilassato. Anche Belle gli seguì allo stesso modo, creando in me un piccolo infarto, non appena sentii il dondolio del movimento.. Strinsi ancora più forte le mie mani sulle redini. Tremavo. Avevo una paura matta. Aggirammo il castello in maniera tranquilla e rilassata. Julian osservava davanti a se con assoluta spavalderia. Raggiungemmo la piazza, che avevo già visto appena arrivati, e superammo l'imponente cancello dorato. Il paese non era molto distante dall'ingresso. Le case erano una via di mezzo tra il moderno, e l'antico. Erano fatte di pietra bianca e lucente. Da alcuni comignoli vidi alzarsi del fumo, Sentii odore di arrosto, di ogni genere, nei dintorni. Le persone erano vestite con abiti normali, ci osservarono incuriositi. Vidi qualcuno spettegolare tra di loro per la presenza di Julian. Le ragazze invece sbavarono nel vederlo, o almeno la maggior parte. I ragazzi lo guardavano con sguardo di ammirazione, e forse un pizzico di gelosia, per quelle eccessive attenzioni che otteneva. Mi osservai attorno curiosa. Tutto dava l'idea, che anche ad Atlantide, nonostante l'isolamento, si fosse manifestata la modernità. Tuttavia notai qualcosa di strano... Non vidi ne Macchine, ne attrezzi o mezzi elettronici, la cosa mi sembrò alquanto strana.  Mi voltai verso Julian, che non levava lo sguardo dal suo popolo, e gli chiesi il motivo.. con tono titubante.

<  ma.. sembrate tutti evoluti come noi.. perché non vedo automobili? o boh qualsiasi cosa che faccia sapere che esistono comodità nuove, e innovative.?>

ci pensò su per un po’ di tempo. Poi si girò verso di me. E si spiegò guardandomi. Per attirare la mia completa attenzione.

<  beh.. vedi.. l'elettricità qui arriva  , come ovunque sul pianeta, tuttavia la utilizziamo solo per poche cose, tipo telefoni... o altre cose che sappiamo non causano inquinamento.... prova a pensarci... questo posto è interamente popolato da creature magiche e delicate... noi non sappiamo quali effetti potrebbe avere su di loro.. non sappiamo se un inquinamento simile a tutto quello del pianeta, possa farli vivere in pace e in armonia... per questo , è stato deciso di non seguire tutte le mode del mondo... perciò eccoci qui.. a spasso con i cavalli..>

mi disse sorridendo raggiante, lo guardai un po’ storto poi annui. Certo chissà quali animali vivevano li.. e cosa gli sarebbe potuto succedere... però magari si sarebbero evoluti molto più forti... Trattenni questo pensiero per me. Non volevo mettere altra legna sul fuoco, e  rischiare un qualche richiamo, o qualche strana presa in giro. Finalmente giungemmo alla fine del paese. Ci ritrovammo di fronte ad una radura immensa  e verde.  Ricca di fiori colorati e profumati. guardai sbalordita quel panorama, senza riuscire a emettere anche solo un fiato. Julian si fermò e fisso la mia reazione ,compiaciuto. Poi piegò la testa di lato è continua a parlare.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora