capitolo 11

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Appena eravamo arrivati al castello, Julian si era congedato ed era andato a cercare sua madre. Mi aveva detto di aspettarlo in camera mia e cosi feci. Ero sdraiata nel letto, a fissare il baldacchino, persa nei miei pensieri. Ripensavo in continuazione a tutto quello che era successo da quando ero arrivata. Mi tornò in mente quella strana e orrenda voce che mi chiamava per nome, l'idea mi fece rabbrividire. Ripensai a quello che, forse, avevo creato dal nulla. Prima l'acqua poi l'aria... avevo comandato due elementi della natura... inoltre ripensai a quello strano legame con la natura. Mi sentivo così viva e sentivo di appartenere a quel bellissimo posto. Sospirai a quel pensiero. Julian mi aveva fatto precipitare, letteralmente visto che eravamo arrivati cadendo da un burrone, su un mondo completamente diverso e innaturale.... Era troppo per una singola mattinata.. che mi sembrò un intera giornata... non capivo che stava succedendo... era tutto troppo confusionario... Qualcosa mi fece tronare hai miei pensieri. Una suoneria.. quella del mio cellulare... lo cercai nella borsa di scuola... l'avevo lasciata in macchina di Julian e , quando ero tronata dalla cavalcata, l'avevo ritrovato nella mia stanza. Mi ero completamente dimenticata del mio cellulare. Lo presi.. avevo tre chiamate perse tutte di Maria.. la quale mi stava nuovamente chiamando. Mi accomodai meglio sul letto, appoggiando la schiena alla spalliera. e risposi.

< pronto?>

< pronto Aria? Dio finalmente rispondi.... dove eri finita? hai saputo qualcosa ?>

Era agitata e arrabbiata. Riuscivo a riconoscerla dalla voce. sospirai e roteai gli occhi.. dirglielo o non dirglielo?

< si e no.... credo che le cose si faranno ancora lunghe.... non sai quanto la cosa mi irriti...>

< ok...ma dove sei finita?... dove ti ha portato?>

< oh.... ecco...>

mi guardai attorno in cerca di una scusa... dovevo parlarne con Julian prima di poterle dire la verità.

< a casa sua.... si insomma... nella sua vera città...>

< cosa? perché non e di qui anche lui?>

mi misi una mano in faccia. sospirai e scossi la testa.

< no... non direi proprio... si è stata una sorpresa anche per me...>

< strano.... vabbè per quanto ancora devi rimanere li? vuoi inventare la scusa che sei a dormire da me oggi?>

< sgranai gli occhi a quella proposta.... forse.... non lo so ancora... tra poco Julian mi farà sapere cosa fare.... magari ti chiamo più tardi e ti faccio sapere ...ok?>

<  oh.. e va bene Aria ... a patto che mi dica tutta la verità quando torni... o anche per telefono... vedi un po' tu>

sorrisi, era sempre stata molto curiosa, e l'idea di scoprire il motivo per il quale i miei capelli cambiavano colore, la incuriosiva ancora di più.

< d'accordo.... te l'ho prometto>

< ok... allora a più tardi.. e mi raccomando.... richiamami davvero... perché sapere che sei fuori con quello lì mi preoccupa... non lo conosciamo bene...non vorrei fosse uno stupratore...>

disse con tono convinto e rigido. io scoppiai in una risata fragorosa. Ripensai a quando era entrato nella doccia. Li si che avrebbe potuto farmi qualcosa, ma vedendo di quale ambiente faceva parte, non riuscivo a pensare che potesse essere un tipo del genere... in fondo aveva un sacco di ragazze che lo circondavano, quindi gli bastava girarsi attorno e scegliere, in più con il titolo di principe, molte si sarebbero lasciate fare qualsiasi cosa, pur di pensare di diventare una principessa..

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora