capitolo 36

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Non appena il passaggio si spalancò. rivelò un arco in pietra, che serviva d'accesso al bosco fatuo. Il quale era rinchiuso dentro quell'enorme montagna.  Il bosco che vedemmo ci fece rimanere senza parole. Non era del comune verde di ogni bosco o foresta conosciuta. no! Il bosco  aveva le tonalità del Blu. Anche il prato era azzurro.  Tutto attorno eravamo circondati da ogni tipo di Blu conosciuto.  la cosa ancora più strabiliante fu che quei colori erano Luminescenti. e fornivano luce a tutta la zona. Normalmente, un bosco così oscuro, darebbe l'impressione di qualcosa di tetro e spaventoso, ma Il bosco fatuo non sembrava affatto malvagio, sembrava un luogo sicuro, protettivo, ricco di magia e di vita. La brillantezza delle foglie, e degli alberi, dava una sensazione di calore. e nulla in quel posto faceva pensare a qualcosa di terrificante.

sgranai gli occhi per lo stupore. rimanendo all'esterno dell'ingresso. Anche Julian era sorpreso, e non riusciva a dire una parola. scossi la testa incredula e, improvvisamente, vidi delle palle di luce azzurra volare furtive tra gli alberi. D'istinto sarei voluta correre dentro e seguirla, ma mi trattenni. cercando di riprendere il controllo della situazione, e non rimanere imbambolata ad osservare quel magico bosco. Guardai la custode , la quale ci osservava con un sorriso smagliante. ammirava le nostre espressioni sorprese . scossi la testa , per levarmi di dosso l'espressione stupita, e la sorrisi raggiante.

< questo è...il bosco fatuo?>

chiesi fissandola. lei si limitò ad annuire pensierosa. mentre fissava l'ingresso. Spostai lo sguardo e lo posai sugli alberi poco distanti dall'arco in pietra. Rimanendo incantata nel guardare quei colori brillanti e luminescenti.

< è bellissimo... Lei è la custode del bosco vero?>

< si! come i miei antenati prima di me...come un giorno lo sarà qualcuno della mia discendenza>

sentendo quelle parole, mi girai di scatto ad osservarla. aveva un espressione nostalgica in viso, Mentre osservava il bosco, come se le mancasse qualcosa da moltissimo tempo. poi forse capì a cosa pensava.

< Lei ha figli ..signora?>

< si…L'avevo...è ho anche molti nipoti>

piegai la testa di lato . mi rattristai nel sentirle dire quelle parole. Lei aveva un tono triste nella voce. e non distoglieva lo sguardo dal bosco fatuo.

< e...perché non sono con lei?>

<perché è giusto così...ho avuto dei figli...e questi ne hanno avuto dei loro...così va il mondo...un giorno nascerà qualcuna , della mia famiglia, che avrà il mio stesso dono... allora la incontrerò...gli insegnerò tutto quello che è in mio potere sapere...quando sarà pronta e dopo che avrà avuto una sua famiglia, potrà sostituirmi...ed io potrò finalmente abbandonare questo mondo>

disse sospirando. Stavolta riconobbi qualcosa di diverso nel suo viso. una sorta di speranza. sperava che quel giorno arrivasse presto, perché troppo stanca per vivere ancora nel nostro mondo, troppo stanca per continuare la sua vita in solitudine. Mi si strinse lo stomaco a ciò che la donna, in quel momento, sperava e attendeva. Mi rattristai. E sentii il mio stesso cuore rallentare per il dispiacere. abbassai lo sguardo. mi sentivo in colpa per averle fatto tutte quelle domande. probabilmente non era facile dover ammettere quella sua strana situazione. però ero troppo curiosa di sapere qualcos'altro.

< quanto ancora dovrà aspettare?...insomma...ancora nessuna è nata?>

Lei scosse la testa tristemente. poi ,finalmente, posò il suo sguardo sul mio viso. mi fece un debole sorriso.

< purtroppo non ancora...ma...colei che c'era prima di me...dovette aspettare molto più tempo.... Pensa che aveva ormai 500 anni quando io riuscì a sostituirla..>

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora