capitolo 35

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Gridai con tutta l'aria che avevo in corpo. sperando di spaventarle. di farle indietreggiare. ma loro continuavano a toccarmi a sfiorarmi. repressi il desiderio di piangere. Ma le lacrime volevano scendere veloci. Poi sentii nuovamente una voce. ma non la mia. non quella dei cloni. Era una maschile . Un voce dura, decisa e seria.

< Aria!>

disse ad alta voce. Le risate cessarono all'istante. aprii gli occhi terrorizzata. guardai davanti a me. Julian era a pochi metri di distanza. mi osservava preoccupato. Era confuso. Non capiva perché ero spaventata. mi guardai attorno. ero di nuovo sola. c'era solo Belle con me.

< che diavolo è successo?>

disse in tono grave. avanzando verso di me. poi Mi aiutò ad alzarmi, prendendomi per le braccia. infine mi tolse le mani dalle orecchie. mi guardò con sguardo preoccupato. mi osservava con attenzione, corrugando la fronte. Io ero sorpresa. ma sentire il suo tocco, significava che era veramente accanto a me. Guardai le sue mani, che erano rimaste sulle mie braccia. poi fissai i suoi occhi. Il suo sguardo sembro addolcirsi. Mi tranquillizzai e cercai di spiegarmi.

< erano...tutte...mi hanno circondato...ridevano e mi prendevano in giro...non le hai viste?>

chiesi confusa. Julian scosse la testa. ma aveva un espressione molto più comprensiva e dolce. mi sorrise e mi fece camminare. per non farmi rimanere al centro  di quello che era stato un  vero e proprio incubo. Poi parlò. con tono rassicurante.

< è la foresta Aria... confonde le idee...riempie la testa di strane visioni... fortuna che ricordavo l'incantesimo di disillusione perché ha cercato di confondere anche a me .... vieni... ho utilizzato un incantesimo per orientarmi. ho trovato il bivio e ho lasciato li Rudolf. Mi ci è voluto un po' per trovarti...ho usato molta concentrazione.>

disse infine. sorridendomi raggiante. Lo guardai e annui. Lui Prese Le redini di Belle . Io abbassai le braccia lungo i fianchi.  guardai la terra accanto ai miei piedi pensierosa. ecco perché l'avevo visto a braccia incrociate con espressione concentrata. Quello non era altro che il suo riflesso. mentre mi stava cercando. scossi la testa. dopo qualche minuto di silenzio alzai la testa. vidi Rudolf abbuffarsi d'erba. dietro di lui c'era una biforcazione. entrambe sembravano incredibilmente identiche. stessi alberi. stesse foglie a terra. stesse pietre poste qua e la. non avevano un minimo di differenza eccetto per la direzione che prendevano. una a destra e una a sinistra. Le guardai confusa. mentre Julian non sembrava avere dubbi. salì su Rudolf. prima di incamminarsi mi guardo. sorrise e mi indicò Belle.

< camminando senza noi in groppa si sono  anche riposati. forza monta in sella. c'è una vecchietta che si aspetta>

disse infine facendomi l'occhiolino. Obbedii e salii su belle. Julian attese che fossimo vicino a  lui, per poi spronare  Rudolf a partire. percorremmo il bivio a destra. sapevamo che era la via giusta, Il Re  Aranders c'è l'aveva detto. Percorremmo tutto il viale in silenzio. si sentiva solo il vento muovere le fronde degli alberi. le foglie cadute in terra e i fili d'erba schiacciati dagli zoccoli dei cavalli. incredibilmente Sentii nuovamente degli uccelli cinguettare felici. mi stupii visto che nella foresta degli specchi non c'è ne era traccia. ma capii che probabilmente, la foresta confondeva anche loro. arrivati alla fine del viale. ci ritrovammo davanti ad una piccola radura. non sembrava esserci alcun posto con cui raggiungere quel luogo. c'era una montagna. molto alta che bloccava la parte opposta ,rispetto a dove eravamo arrivati noi. mentre tutto attorno era circondata dall'intero bosco.  c'era lo spazio per pochissime case. e come ci aspettavamo, al centro della Radura c'era una piccola baita in legno.  Era isolata tutta sola. fuori c'era un recinto con dei maiali che si stavano ingozzando. In giro per la radura c'erano anche un paio di mucche, quattro pecorelle, una decina di galline.  due capre .  e  pure due cani e due gatti. Gli unici esseri viventi sembravano quelli. Però notammo che dal fumaiolo, della baita, usciva ,leggero, del fumo. segno che qualcuno aveva acceso un camino.  Avanzammo sino a raggiungere il recinto, che non era molto lontano dalla casa. Scendemmo da cavallo. e li lasciammo pascolare liberi. Li sarebbero stati al sicuro. e si sarebbero rifocillati a dovere. accanto al recinto notammo un enorme abbeveratoio, da dove un cane, un meticcio, stava bevendo.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora