capitolo 18

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Sala del trono

le porte  si spalancarono di scatto, il suono sordo rimbombo in tutta la sala. Il re , seduto sul trono, e la regina, in piedi difronte a lui, si voltarono di scatto e osservarono Quella piccola donna, che entrava in fretta e furia, ansimando per la corsa che aveva appena fatto. La regina la osservo con severità e rimprovero. Ma prima che potesse proferir parola, Jacqueline disse parlò d'un fiato, con un tono agitato e preoccupato.

< Altezza! sono scappati, hanno preso i cavalli e dei vivere, e sono corsi via.. mi spiace non ho potuto fermarli>

La regina avanzò insicura verso Jacqueline. Il re La osservò con la fronte corrugata, e un aria incredula e infastidita.

< Calmati Jacqueline... di chi stai parlando?>

La cameriera osservò la regina, poi il re con aria colpevole e dispiaciuta. Deglutii per la paura delle conseguenze.

< Il principe altezza... assieme alla signorina Arianna....>

< COSA?>

urlò la regina, sgranando gli occhi incredula e colmando la distanza che la separava dalla serva, in un batter d'occhio.  Jacqueline tremò per quella vicinanza pericolosa. Ma non si mosse per rispetto. e abbassò la testa per evitare di incrociare i suoi occhi.

 < si altezza... poco fa... hanno preso Rudolf e Belle... è sono corsi via...>

Stava per dire qualcosa, ma Il re la bloccò, con tono fermo è deciso.

< c'era da aspettarselo Esmeralda... Tu meglio di chiunque.. conosci nostro figlio>

La regina si girò di scatto e lo fulminò con lo sguardo. Jacqueline sapeva, che stava per accadere una discussione tra i due sovrani, e si sentiva a disagio a stare ancora la dentro, ma senza un ordine lei non poteva muoversi da li.

< Non dire assurdità Guglielmo... sai bene cosa ne penso>

< Dico solo, che se tu gli avessi detto al verità sin da subito.. Ora non sarebbero in viaggio>

Il tono era deciso è fermo, la regina invece era esasperata, incredula e arrabbiata. corrugò la fronte osservando il marito con rimprovero.

< tu sai che...>

si bloccò di scatto, sapeva che non erano soli, e quei discorsi non dovevano essere sentiti da altri. Si girò verso Jacqueline, riassunse il controllo dei suoi nervi. E la fissò con autori.

< Grazie Jacqueline, per  averci informato, ora vai e chiudi la porta.>

Jacqueline annuii debolmente con la testa, e dopo aver fatto un inchinò si girò e uscì dalla stanza, chiudendo la porta al suo passaggio. Solo dopo che il portone si fosse chiuso la regina si voltò nuovamente verso Il re. e avanzò per non avere troppa distanza tra di loro.

< Non puoi dirmi una cosa del genere Guglielmo... sai esattamente che l'ho fatto per il bene di nostro figlio e di Atlantide>

Il rè si alzò in piedi e la osservò con severità.

< nostro figlio è stato  allenato sin da piccolo, per diventare il legittimo erede. Re della città di diamante, lui non è più un bambino Esmeralda, lui ha bisogno di certezze, sa tutto ciò che deve sapere su questo continente, non è insolito che per salvare un suddito abbia deciso di percorrere questa via... visto che tu non gli hai dato risposte... è testardo ,e prima o poi l'avrebbe scoperto, forse sarebbe stato meglio se glielo avessi detto tu, anzi che lasciarlo affrontare le insidie del regno da solo>

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora