capitolo 21

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Gli occhi di Julian erano più sgranati dei miei. Era rimasto basito è senza parole. Eravamo rimasti immobile a fissarci increduli. A tre metri di distanza. Poi scosse la testa, come se non fosse sicuro di aver capito bene.

< conosceva tua madre? perché?>

scossi la testa e lo guardai confusa.

< non ne ho idea... Mi ha detto che ho il cuore puro come il suo...>

< oh...capisco...>

disse abbassando lo sguardo verso terra. Feci altrettanto. Era tutto confuso. Mia madre parlava con gli animali proprio come me? perché non me l'avevo detto prima?.. pensandoci bene anche i suoi capelli, identici ai miei, Del colore del mogano, cambiavano colore, ma avendo la sua stessa qualità non ci feci mai caso. Scossi la testa e mi misi le mani tra i capelli. Non ci stavo capendo niente. Avanzai a passo spedito e mi sedetti di scatto sopra il sacco a pelo. Dovevo capire, capire qualcosa... ma cosa?. Era chiaro che ero identica a mai madre in tutto e per tutto, gli stessi occhi, gli stessi capelli, le stesse qualità, quasi due gocce d'acqua eppure...non mi aveva mai rivelato nulla. Ero sempre rimasta all'oscuro. Ma perché? Alzai lo sguardo verso Julian, che mi fissava più sorpreso di me. Poi scosse la testa, e cercò di assumere un espressione più naturale.

< cos'hai detto all'unicorno?>

alzai un sopracciglio, e mi sdraiai sul sacco a pelo, rimanendo con la schiena per aria sorretta dalle braccia.

< mi hai sentito, lo sai bene>

lui scosse la testa confuso. si guardò attorno spaesato, poi tornò a fissarmi.

< no.. Ti sbagli... Ti ho sentito si dire qualcosa...ma non nella nostra lingua>

sgranai gli occhi ancora più confusa e scossi al testa.

< ma che stai dicendo? e che lingua avrei usato?>

si guardò attorno, come se si aspettasse uscisse qualcuno a dirle che era uno scherzo. Vedendo che era tutto vero si abbasso, e si sedette sull'erba rimanendo a fissarmi basito.

 < hai parlato una lingua che so... essere molto antica e particolare... è una lingua che neanche nei nostri libri è mai esistita... Tutta l'umanità non sa neanche che è esistita..... Fa parte della cultura magica... o meglio delle origini della magia stessa....>

scossi la testa, piegai le gambe e me le avinghiai confusa.

< no! ti sbagli Julian... Non posso parlare una lingua che non conosco >

lui scosse la testa deciso. poggiò le mani sulle miei ginocchi e mi fisso dritto negli occhi.

< credimi non ti direi una cazzata... Hai parlato una lingua molto antica... l'unica che alcune bestie magiche comprendono.... >

lo guardai negli occhi, aspettandomi una risata per prendermi in giro, ma con mio stupore era molto serio e sicuro delle sue parole. Divenni seria anche io

< ma se... se ho parlato una lingua diversa .. senza conoscerla...come…come è possibile? non ha senso...>

lui sospirò. Abbassò lo sguardo pensieroso, Si allontanò scosse la testa e si morse il labbro inferiore. Poi tornò a guardarmi. Espressione seria e rigida

< credo che abbia a che fare con le tue origini... non puoi essere una ninfa... ne una fata del bosco... credo che tu sia qualcosa di più complicato... qualcosa di più impegnativo...... Sono poche le specie e le persone che sanno parlare quella lingua... Anzi sono ormai molto rare... e se l'unicorno conosceva tua madre significa che anche lei sapeva parlarla...>

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora