capitolo 43

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Quelle parole mi travolsero come un fiume in piena. Julian rischiava di morire nuovamente per causa mia. Io non volevo che accadesse. e sapevo che avrei fatto qualsiasi cosa pur di impedire un altro suo decesso. Ma dopo aver sentito quella frase minatoria Julian, infastidito per l'atteggiamento della regina. gli corse incontro, con la spada alta, pronto a  scagliare un fendente che potesse ferirla mortalmente. Ma Eliana era più veloce e furba. una pianta, quella che utilizzò per strangolarlo, quella che riconobbi come L'arfan, sbucò dal terreno grigiastro . Era verde scuro, viscida e grossa.  Strisciò verso Julian, pronto a prenderlo in una morsa e stritolarlo. ma io fui più veloce. mi misi in mezzo alla loro traiettoria . con le braccia allargate. Julian si fermò di colpo, per evitare di schiantarsi su di me. e L'arfan , vedendomi sulla sua strada, si bloccò e indietreggiò terrorizzata. Eliana mi fissò con sguardo di sfida. Mi girai di scatto verso Julian, che mi osservava confuso.  scuotendo la testa, come per farsi spiegare perché l'avessi bloccato. Lo guardai con sguardo deciso.

< questa non è la tua battaglia>

dissi. consapevole di ciò che rischiava se l'affrontava. non gli diedi neanche il tempo di ribattere. Spostai improvvisamente una mano verso di lui, Lo scaraventai in aria, ma non con troppa potenza. Doveva stare lontano da noi, lontano dal possibile scontro. Era finito a terra, la spada a qualche metro di distanza, lui mi fissò con sguardo preoccupato. scosse la testa per dissuadermi da quella mia idea, ma non sarei tornata indietro. Ero troppo accecata dalla rabbia per quello che avevo scoperto, ero troppo furiosa per non agire in quell’istante. il sangue mi pulsava veloce nelle vene. Il cuore accelerava i suoi battiti, consapevole di quello che stava per accadere. Poi alzai i palmi della mano, in uno scatto veloce, verso il cielo. Numerose  Arfan nacquero improvvisamente. Erano grosse e viscide. di un verde un po’ più chiaro rispetto a quelle di Eliana. Le piante crebbero vicine, tutte attaccate come per creare una barriera. un muro che potesse tenerlo lontano da quel pericolo. Erano dritte, e bloccavano ogni possibile via d'accesso per lui. e poco prima che le piante crescessero lo sentii gridare.

< Aria no!!>

ma subito il grido fu attutito, e ridotto. poiché rimbalzava e veniva assorbito da quelle grandissime piante ,che ricordavano grossi serpenti viscidi. Mi girai di scatto verso Eliana. il mio sguardo era duro e deciso. ero sicura di me stessa. i  miei capelli divennero rossi. ma non solo  per la rabbia, stavolta il loro rosso era più acceso. Erano la testimonianza della mia sicurezza. della mia convinzione. si accesero come il fuoco che divampava dentro di me. Eliana rise compiaciuta.

< sei proprio come tua madre...anche per i capelli...ma quando avrò finito con te Arianna, anche il principino morirà>

dopo quella affermazione, scattai in avanti .improvvisamente la mia mente sapeva cosa fare, sapeva che incantesimi adoperare.   Creai altre piante, ma non Arfan, poiché sapevo che non l'avrebbero sfiorata, e gliele scagliai contro come delle fruste. Eliana rise ma un colpo la sfiorò, lasciandoli un leggero graffio sulla guancia. ma dopo essersi abbassata, Per cercare di evitarle,  allargò le braccia, poi strinse le mani a pungo. non capii cosa usò, ma subito le piante si frantumarono in mille pezzi. si rimise in piedi, spostò il collo a destra e a sinistra per sgranchirsi le ossa, e prepararsi al contrattacco.

< tutto qui?>

mi scaraventò con un potere sconosciuto. feci una serie di capriole in aria, per poi schiantarmi contro l'arfan che avevo creato per proteggere Julian. Un po’ dolorante mi rimisi in piedi. Eliana rise nuovamente, compiaciuta, e io mi innervosì. Il sangue pulsava con ancora più insistenza. il respiro era accelerato. Volevo fargliela pagare a tutti i costi, sia per i miei genitori, sia per quello che aveva fatto a quella povera foresta, e inoltre, per aver aizzato Julian contro di me, e aver cercato di allontanarlo, per rendermi più debole. Allargai le braccia, poi le alzai sopra la mia testa fino a far convergere i polsi. con i palmi delle mani ben aperti. il gesto era veloce, e mentre lo svolgevo mi concentravo. Eliana piegò la testa incuriosita. Subito una marea di corvi e gufi affollarono il cielo nervosi,  poi le andarono addosso in picchiata . la circondarono, gracchiavano e  bubolavano nervosamente. la beccavano, e la graffiavano con gli artigli. Vedevo la sua sorpresa, e la sua disperazione, mentre cercava di evitare ogni colpo, anche se inutilmente.  Agitava freneticamente le braccia sopra la testa, per farli allontanare. cercava di avanzare per distrarli, e farli perdere l'interesse.  ma loro continuavano a seguire il mio ordine. un sorriso compiaciuto mi si dipinse in volto. Ero convinta che sarebbe bastato. poi però Lo sguardo di Eliana si fece più crudele e rabbioso. fissò ogni uccello con disprezzo. chiuse gli occhi, pronunciò qualche strano incantesimo, che non riuscii a comprendere.  poi gli spalancò di scatto, e subito gli uccelli furono scaraventati via come frecce durante una battaglia del medioevo. si affollarono attorno a  noi volando  confusi. poi si allontanarono terrorizzati.  Eliana mi fissò con puro odio e disprezzo. prima che potessi utilizzare qualche altro potere mi scaraventò addosso ad un altro albero.  L'urto fu violento. il dolore mi percorse la colonna vertebrale sino a  raggiungermi la nuca. ma dovevo resistere. l'albero prese improvvisamente vita, e i suoi rami mi attorcigliarono, in una sorta di abbraccio immobilizzante, come se volessero soffocarmi. Mi guardai attorno terrorizzata, mentre Eliana rimaneva immobile a gustarsi la scena. I rami stringevano sempre di più attorno a me. Sentivo la circolazione, e l'ossigeno  diminuire a causa di quello stritolamento. Lei iniziò a ridere compiaciuta.

Le cronache di Atlantide: le originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora