XII

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[Elena's point of view]

≪Poi uno non deve bestemmiare!≫ borbotto scansandomi un braccio di Nico da dosso.
È peggio di un tricheco con gli spasmi mentre dorme, molto peggio. Si muove come se fosse sveglio, addirittura corre, ma come fa? ci manca solo inizi a recitare poesie e a ballare il contemporaneo.
≪Uhm...≫ borbotta il figlio di Ade.
Sbuffo e lo giro su un fianco così da non sentirmi le sue lamentele nell'orecchio.
≪Mhh...≫ continua.
Ma porco maiale.
Non posso imbavagliarlo? Posso, vero?
Mi sporgo verso il comodino dove trovo l'orologio che segna le tre e un quarto di notte; avrò dormito si e no un'ora e adesso ho solo ancora più sonno.
Sapete che si fa in questi casi? Nemmeno io.
Devo prendere una camomilla o una spranga? Dell'acqua o un siero immobilizzante? Aiutatemi, datemi un consiglio.
Vabbé, vada per l'acqua.
Scosto le coperte e non mi curo di rimetterle a posto. A piedi nudi mi avvio verso la cucina, ma mi fermo quando sento una voce.
≪Elena...≫
≪Nico?≫ chiamo ≪Ma Cristo, proprio ora ti dovevi svegliare?≫ lo rimprovero.
Si deve vergognare!
No, okay, la smetto.
≪Elena...≫ ripete.
Ah, sta dormendo... è inquietante, seriamente. Per quanto possa essere lusingata dal trovarmi nei suoi sogni non è il caso di pronunciare il mio nome nella notte. Quando torno lo butto giù dal letto, forse cambia nome e chiamerà la signora O'Leary.
Scuoto la testa e arrivo in punta di piedi in cucina dove prendo la mia benedetta acqua sperando che Nico abbia smesso di ballare e cantare l'hully gully nel sonno.
≪Che ci fai quì?≫ bisbiglia qualcuno alle mie spalle.
Mi giro di scatto sputando l'acqua a terra dallo spavento.
Già che stava poteva dire "Giochiamo insieme?" come nei film horror, no?
≪Joshua è casa mia, sai, ci abito...≫ gli ricordo.
≪Casa tua?≫ ripete lui pensieroso aggrottando la fronte.
≪Non ricordi? Il locale? Ed Sheeran? I fili che NON devi toccare assolutamente se vuoi vivere?≫ lui scuote la testa.
Questa è una botta di culo assurda.
Non si ricorda nulla e neppure del bacio, ammesso lo abbia visto.
Dio che culo.
≪Dove posso prendere della birra?≫ mi chiede aprendo il frigo.
Mi precipito verso il frigo per chiuderlo e mi metto di fronte ad esso per impedire a Joshua di ubriacarsi, ancora.
Ha quindici anni porcoddio, come può bere della birra a QUINDICI ANNI? Ha anche un pessimo sapore quella cosa.
≪No≫ dico ferma ≪Te lo puoi scordare, solo acqua≫ gli agito la bottiglietta davanti agli occhi e lui la prende senza troppi complimenti.
≪Grazie per l'ospitalità≫ dice mentre chiude la bottiglia e la poggia sul piano cottura.
≪Oh, allora ti piace il garage. Mi raccomando: non morire fulminato.≫ dico sarcastica trattenendo un sorriso.
≪Si. No, aspetta io ero su un letto quando mi sono svegliato≫ dice aggrottando la fronte.
Possibile fosse nella camera di mia madre? Ma che cosa sta dicendo?
Lui vede la mia faccia perplessa e ride silenziosamente.
≪Scherzavo, 'notte≫
Si volta e sculettando gira a destra per sparire oltre la porta del garage, ma dopo pochi attimi rispunta la sua testa e poi aggiunge: ≪Comunque agiti troppo i fianchi quando balli≫ e si allontana.
≪Pazzo≫ borbotto uscendo dalla cucina ≪Sei tu che sculetti≫
Mi rimetto sotto le coperte e mi costringo ad addormentarmi.
Se domani voglio bestemmiare contro Nico ho bisogno di essere sveglia al massimo per potergli dire tutto quello che c'è da dirgli. Capito no?

Odiosi sogni semidivini.
Sappiate che vi troverò e vi ucciderò, dovessi metterci tutta la mia vita per farlo.
Nel caso non lo sappiate o non ve lo abbia mai detto prima -probabile...- i sogni dei semidei, in un modo a me sconosciuto, sono in grado di farci vedere scorci di cose che stanno accadendo a qualcuno o che accadranno, ma nella maggior parte, che stanno accadendo. Cosa si rimedia con questi sogni oltre alla stanchezza? Una cippa.
Nel mio "splendido" sogno mi trovavo in un bosco e correvo, ho provato a fermarmi, ma io non potevo controllare il mio corpo. Era come se me ne fossi impossessata, ma non potevo controllarlo. Avete capito...?
Continuai a correre per quel bosco senza una meta appartenete, ma quando la mia -o sua?- testa si girò vidi che la meta non sarebbe stata la cosa più importante di cui preoccuparsi, per il momento non dovevo farmi uccidere da une di quelle schifose cose che mi inseguivano: donne con una gamba da satiro e una da robot con delle zanne enormi. Per un attimo una di loro si trasformò in una normale ragazza adolescente con tanto di calzamaglie e maglia annodata alla vita, ma poi tornò una normalissima, schifosissima, mostruosità.
≪Torna sssubito quì, piccola sssemidea≫ mi intimò una di loro, ma non ci pensai più di poco o nulla e continuai a correre.
≪Non chiamarmi così!≫ urlai, ma non era la mia voce; era rotta dai singhiozzi e molto più giovane, la voce di una ragazzina.
A meno che non soffrissi di amnesia momentanea, non ricordavo di aver pianto prima di andare a dormire e tantomeno di essere stata sottoposta a nessun intervento alle corde vocali.
Con l'immensa e innata sfiga che mi perseguita anche nei sogni, inciampai e caddi in avanti graffiandomi un braccio.
Alzai la testa solo per incontrare due zanne luccicare sotto il chiarore della luna. Strisciai indietro mentre quella cosa mi si avvicinava. Presi un rametto e glielo lanciai contro suscitando una grande risata da parte del mostro.
≪Non opporre resssissstenza, sssemidea. Sssarà meglio per te.≫
≪Non chiamarmi così!≫ urlai così forte da farmi bruciare la gola.
≪Perchè? Tu sssei una sssemidea≫ mi stuzzicò ancora.
≪Basta!≫ urlai e un tuono rimbombò nel cielo.
Le ragazze-mostro fecero un passo indietro sibilando, tutte tranne una che, al contrario, si abbassò fino ad arrivare alla mia altezza.
≪Tu verrai con noi, che ti piaccia o no!≫ sbraitò.
≪N-No≫ protestai in un gemito.
Cosssa?≫ urlò.
≪No!≫ urlai cercando di risultare più coraggiosa.
≪Cara Liliana, non sai contro chi ti sei messa≫ mi minacciò senza sibilare le "s".
Si buttò alla carica, ma rotolai su un fianco e il mostro finì contro un pino poco distante.
≪Che assspettate, voi?≫ urlò contro le sue compagne ≪Prendetela!≫
I mostri erano diffidenti ad avvicinarsi e capii solo dopo perchè: la mia maglietta vibrava di elettricità. La ragazza -Liliana o come hanno detto che si chiamava- non sembrava spaventata, tutt'altro. Urlai e decine di fulmini colpirono contemporaneamente le ragazze trasformandole in cenere.
Sentii un sibilio e poi un secco POP. Quando Liliana -ovvero io. Ma dio santo che casino!- si girò, non trovò nulla, del mostro non c'era alcuna traccia.

≪Credo sia lei l'altra semidea della profezia≫ affermo dopo aver spiegato a tutti il mio sogno.
Annuiscono tutti d'accordo.
≪Figo!≫ commenta Leo.
≪La prossima volta ti chiamo≫ dico battendogli la mano sulla spalla.
≪Buongiorno, eh!≫ saluta qualcuno alle nostre spalle.
Come se fossimo comandati da un burattinaio ci giriamo verso la voce solo per poi incontrare un Evans con le braccia incrociate e uno sguardo omicida.
≪Vorrei...anzi, ESIGO≫ si rettifica, dopo ≪Delle spiegazioni in merito a tutto questo≫
Io alzo le mani e poggio la schiena sulla sedia ≪Tutto vostro!≫
Non ho nessuna intenzione di spiegare un accidente a quel burbero di un Joshua Evans, neanche se mi pagaste.

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