XV

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[Elena's point of view]

Non ho mai avuto una mente brillante e i miei piani finiscono sempre con qualche arto amputato o esplosioni, ma questo non può fallire; deve funzionare perchè quel pallone gonfiato di una vipera rinsecchita ha bisogno di una lezione, e anche bella grossa.
In sostanza, sto cercando di ricreare la fontanella che ho visto nella cabina di Iride per poter inviare questo messaggio e, per creare il vapore e gli schizzi necessari a creare un arcobaleno, uso un cucchiaio.
Su, quanti di noi non si sono fatti almeno un doccia cercando di pulire un cucchiaio sotto il lavello con l'acqua sparata al massimo? Io ogni volta e voi, non provate a negarlo: sento la puzza di bugia fin qua.
Mi guardo attorno cercando di attirare con lo sguardo un'asciugamano altrimenti la finestra non la posso aprire. Già è un traguardo Olimpico se ci riesco con le mani asciutte, figurarsi ad avercele bagnate, senza aggiungere che quella finestra mi odia.
Dopo un paio di secondi la trovo e mi ci asciugo le mani.
"Capitan Ovvio"
Non interrompermi.
Sento distrattamente le parole dei ragazzi che mi chiamano dal salotto, anzi, ad essere sinceri, non ci bado proprio e continuo con il mio esperimento alla Einstein pregando che non esploda nulla o che i danni dell'esplosione siano minimi; non ci voglio tornare negli Inferi dopo un solo giorno di libertà, no grazie tante, ma declino ampliamente l'offerta.
≪Elena Samantha Caterina Tedesco!≫ sbraita una voce fin troppo familiare alle mie spalle ≪Fermati immediatamente!≫
≪No≫ ribatto secca.
Ignoro anche mia madre che mi rincorre ed esco dalla cucina, attraverso il corridoio e apro la porta della mia camera. Poco prima di entrare urlo verso la cucina: ≪E non chiamarmi più così!≫
Guardo la mia stanza senza entrarci perlustrando ogni centimetro con gli occhi.
Fottuto zainetto arancione.
Si può sapere dove diavolo ti sei messo?
Solo le mie cose sembrano prendere vita e fuggire nel sottosuolo quando mi servono? Spero di no.
≪Doveseidoveseidoveseidovesei?≫ borbotto tra me e me mentre rivolto tutti i cassetti che ho sotto mano.
Sto per spezzare una matita in due quando mia madre compare sull'uscio della porta con il mio zainetto in mano.
≪Cercavi questo?≫ mi chiede facendolo dondolare a destra e sinistra con un sorrisetto in volto.
≪Si, grazie mamma ti voglio bene ora ciao!≫ dico velocemente avventandomi sullo zaino che però lei sposta, ed io mi ritrovo ad abbracciare l'aria senza un motivo apparente.
≪Prima voglio sapere cosa stai combinando≫ mi incalza autoritaria.
≪Sto cercando i costruire una bomba atomica che ci ucciderà tutti e farà in modo che gli unicorni possano dominare il sistema solare e istituire una repubblica socialdemocratica basata sulla dittatura e il razzismo contro i pegasi≫
Mia madre si acciglia e lascia cadere lo zaino a terra.
≪Ovvio che scherzo≫ aggiungo dopo aver raccolto lo zaino.
Ritorno in cucina e frugo all'interno dello zainetto alla ricerca di quei muffin privi-di-ogni-tipo-di-caloria-e-sapore che ci aveva preparato Abby.
Sinceramente, non credo che nessuno li abbia mai neppure assaggiati, forse, si sono addirittura dimenticati della loro esistenza.
Quando lo trovo lo appoggio sul tavolo e con le mani cerco nelle mie tasche senza-fondo alla ricerca di una dracma.
≪Non posso averle già usate tutte!≫ borbotto frustrata.
Mi ricordo di quando mi comparvero nelle tasche ed erano sufficienti per mandare almeno tre Messaggi-Iride a tutti i ragazzi del campo, è impossibile che siano finite, ne ho usata solo una.
Esulto mentalmente estraendone una dai pantaloni e la poggio sul tavolo accanto al muffin.
Vado verso la finestra e la apro facendomi investire in pieno dall'aria fresca di prima mattina. Inspiro a fondo e torno al lavello dove apro il rubinetto e, sotto il getto, ci sistemo il cucchiaio. Cammino verso il tavolo dove avevo lasciato il muffin e la dracma e li prendo. Mentre mi avvicino al lavello prego la dea Iride.
≪Oh Iride, dea dell'arcobaleno, accetta la mia offerta≫ così dicendo lancio sia il muffin che la moneta nel lavello dove scompaiono pochi secondi dopo ≪Mostrami Liliana, figlia di Zeus≫
Guardo il vapore innalzarsi dal lavello, ma non succede nulla, neppure un piccolissimo abbozzo di colore.
Pensavo che aggiungendo all'offerta un muffin che era stato preparato da una sua discendente, Iride, mi avrebbe aiutato e mostrato la semidea.
≪Stupida.≫ borbotto dirigendomi verso la finestra pronta per chiuderla, ma un verso di stupore mi fa bloccare seduta stante.
Mi giro lentamente e, alle mie spalle, c'è l'immagine di una ragazzina che mi guarda con gli occhi sbarrati.
≪Chi sei?≫ urla facendo dei passi indietro.
Ingoio la mia saliva prima di risponderle. Non so cosa dirle, ma credo che un discorso tipo "Ehi, ciao! Io sono una figlia di Poseidone e tuo padre é Zeus, vorrei sapere dove ti trovi in modo da prenderti e portarti su un campo di battaglia" non vada per niente bene.
≪Mi chiamo Elena...ehm...sono un'amica≫
La ragazza alza un sopracciglio e mi guarda ancora più confusa.
≪Chi sei?≫ ripete.
≪Puoi fidarti di me≫ alzo le mani in modo da farle vedere che non ho armi, dovrebbe bastare, no?
≪Ho chiesto chi sei, non se posso fidarmi di te≫ sbraita.
Cavoli, non assomiglia minimamente alla ragazza spaventata del sogno. Ha una voce più sicura ed è più impertinente. Possibile che il sogno mi avesse mostrato una Liliana più piccola?
≪Sono Elena ed ho quindici anni, tu sei Liliana, giusto?≫
La ragazza si acciglia e per un attimo sul suo volto si fa spazio un'espressione di terrore, ma poi ritorna il suo sguardo sicuro e spavaldo.
≪Come conosci...? Ah, un altro mostro?≫ esordisce in tono lamentoso ≪Perchè mi hai inviato un messaggio Iride? Così non potrai assaggiare la mia carne prelibata≫ aggiunge roteando gli occhi sarcastica.
Lo ammetto, mi sono offesa.
≪Non sono un mostro!≫ sbraito ≪E poi, come conosci i messaggi Iride?≫
≪Elena, giusto?≫ mi chiede sedendosi a terra e facendo scomparire buona parte del suo corpo dalla visuale facendomi distinguere dei pini dietro di lei.
Annuisco in risposta alla sua domanda e aspetto che continui; mi incuriosisce lei, la sua spavalderia, il suo atteggiamento. Mi convinco sempre di più che lei non sia la stessa ragazza del sogno.
≪Sono ormai due anni che conosco i messaggi Iride≫ mi spiega lei ≪Li ho sempre inviati a mia madre, ma non li ho mai ricevuti, a cosa devo questo messaggio dato che non ti conosco nemmeno?≫
Dietro di me sento dei passi e mi giro per vedere chi sia entrato in cucina. Alle mie spalle, in tutta la sua oscurità, Nico guarda sorpreso prima me e poi la ragazza.
≪È il tuo...fidanzato?≫ chiede lei quasi disgustata, neppure Nico fosse un verme viscido.
Rimango sbigottita dalla sua domanda e sconcertata dal suo tono di voce. Scuoto la testa assottigliando gli occhi.
≪Mi serve sapere dove sei≫ taglio corto.
Questa ragazza sta diventando irritante e non è neppure qui, tecnicamente. Non oso immaginare come sarà avercela vicino in carne e ossa.
≪Perchè...?≫ mi chiede lei inchiodandomi con i suoi occhi temporaleschi.
≪Dimmelo e basta≫
≪Mai.≫ ribatte sicura assottigliando lo sguardo ≪Dimmi. Perchè.≫
Sbuffo palesemente scocciata dal suo atteggiamento di superiorità, che sia una caratteristica che accomuna tutti i figli di Zeus o Giove?
≪C'è una guerra imminente. Abbiamo bisogno di quattro Mezzosangue per sconfiggere il nemico≫ questo è il succo del racconto.
≪No grazie≫
≪No grazie un corno!≫ sbraito facendola sussultare ≪Non sai cosa ho passato per poter portare a compimento la profezia, che ti piaccia o no verrai con noi!≫
Spalanca gli occhi e solo quando i suoi occhi si fanno lucidi mi accorgo di aver usato le stesse parole della ragazza-vampiro che ho visto in sogno.
Liliana tira sul col naso e scuote la testa impercettibilmente, come a voler ricacciare un ricordo ancora troppo vivido e doloroso.
≪Come lo sai?≫ mi chiede con un tono più calmo, che apprezzo molto di più.
Fingo di non sentirla girandomi verso Nico che però non c'è più. Sparisce sempre quando serve di più.
≪Rispondi!≫ ripete alzando la voce.
≪L'ho sognato≫ ammetto.
Mi rivolge uno sguardo serio, prende un lungo respiro e poi mi spiazza.
≪Anche io≫
Mi manca, letteralmente, la terra da sotto i piedi. Abbiamo fatto lo stesso sogno. Normalmente, direi che sia una coincidenza, ma ormai ho imparato che nel mondo semidivino le coincidenze non esistono.
≪Se deciderai di dirmi dove sei, ne parleremo, di tutto, ma voglio che tu sappia che l'Olimpo ha bisogno di te, di noi, per vincere≫ cerco di convincerla usando il tono di voce più convincente che riesca a usare, ma non sono una figlia di Afrodite e mi piacerebbe proprio esserlo in certe occasioni.
≪Hot Springs, Virginia≫ esordisce dopo alcuni secondi di silenzio ≪È qui che mi trovo.

Perdomatemiiii :|
È da una settimana che non aggiorno, ma ci stanno letteralmente innaffiando di compiti. (Non so se vale come similitudine, ma okay).
Anyway, spero vi sia piaciuto e vedrò di aggiornare il prima possibile.
Baci '3'

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