XIX

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Macciao! (?)
Vabbè, lasciamo perdere...:)
Mi sono ritagliata (non letteralmente) uno spazietto per chiedervi una piccola cosa, ma piccola, piccola, eh '3'. Vorrei chiedervi di commentare con quello che ne pensate (sono accettati lanci di pomodori virtuali) e i vostri consigli sono sempre i benvenuti, ammesso che si possa dare il benvenuto ad un commento su internet, ma okay.
Detto questo, buona lettura <3.

[Elena's point of view]

Senza cervello di un Nico di Angelo.
Ma cosa gli era saltato in testa? Joshua si sarebbe fatto ammazzare, sicuro. Stupido com'è potrebbe essere ucciso da una donnola, quel ragazzo; poi non ha neppure un coltellino da tasca con se.
Mi guardo attorno e mi convinco sempre di più che Hot Springs è davvero molto carina, me la aspettavo...diversa, ecco.
Mi fermo di fronte a un bar incantata dalla vista di due cornetti. Riesco a sentirne il profumo sin da qua.
Mannaggia a me! Avrei dovuto fare colazione.
Mi dimentico di Joshua e entro nel bar con la sola intenzione di mangiarmi quel cornetto a costo della vita.
Apro la porta e un tintinnio fastidioso riecheggia nel locale. Nonostante ci sia un'ottimo profumo di torte appena sfornate e biscotti al cacao, non c'è anima viva.
Un campanello di allarme suona in un angolino del mio cervello, ma lo ignoro. Insomma, ci sono dei cornetti fantastici, quì!
≪Salve≫ mi saluta una vecchietta.
Guardandola mi risale la colazione che non ho fatto. Ha la faccia incavata e solcata da rughe profonde abbastanza da farci sparire i pollici; le braccia sono ossute e grigie, come se fosse fatta di polvere, ma la cosa più inquietante sono gli occhi che lampeggiano.
Mi schiarisco la voce e poi ricambio il saluto: ≪Salve≫
La vecchietta si avvicina muovendo passi malfermi.
≪Cosa desidera una giovane ragazza come te da una vecchia signora come me?≫ mi chiede.
La sua voce è stridula e fastidiosa, come le unghie passate sulla lavagna sporca di gesso.
≪Ehm...mi sono persa≫ indugio.
Al diavolo il cornetto, qui muoio di paura.
≪Oh, povera adorata!≫ la vecchietta emette uno squittio e scompare oltre il bancone, poi ne rispunta fuori con un bicchiere di succo arancione e qualche quadrato di caramello ≪Prendi un po'di ambrosia e del nettare mentre mi racconti la tua storia≫ e appoggia il bicchiere e il piatto su un tavolo vicino.
≪Chi è lei? Come sa...?≫
Porto la mano al ciondolo. Non voglio farmi cogliere impreparata in caso di attacchi mitologici, preferisco rimanere viva ancora per un po'.
≪Oh, piccola mia. Anche io sono una semidea≫ dice la vecchietta sedendosi al tavolo.
Mi sembra abbastanza innocua, le vecchiette sono sempre innocue, no?
≪Qual'è il suo nome?≫ le chiedo avvicinandomi al tavolo, non ancora del tutto convinta.
≪Stenido≫ mi sorride mostrandomi due denti gialli. E dico solo due denti.
≪Complicato come nome...≫ noto io.
Le annuisce e, con un gesto della mano, mi invita a sedermi ≪Si, ma molti mi chiamano Stendo≫ continua lei con sguardo assente.
≪Prima aveva detto di essere una semidea. Chi è il suo genitore divino?≫
≪Oh, la cara vecchia Demetra≫
≪Uhm...come mai non è al campo? Mi sembra che ci sia una cabina anche per i figli di Demetra.≫ le chiedo anche se credo di sapere la risposta.
≪Per mia scelta, i dolci che vendo io non sono nulla in confronto a quelli del campo Mezzosangue e molti mortali lo riconoscono definendoli "i più buoni dolci che abbiano mai assaggiato"≫ dice soddisfatta mostrandomi con un ampio gesto il bancone pieno di torte di ogni forma e gusto.
≪Devo andare, adesso≫ farfuglio incamminandomi verso la porta.
C'è qualcosa di strano in questo posto, sento odore di cane bagnato e, oltre a darmi fastidio al naso, mi fa capire che non sarei mai dovuta entrare qui.
Apro la porta, ma una mano rugosa la ferma facendo scattare la serratura.
Ma che stregoneria è mai questa?!
Muovo dei passi veloci allontanandomi dalla vecchietta che fulminea mi ha raggiunto.
≪Non vuoi neanche un cornetto?≫ mi chiede con la sua voce stridula indicando quei cornetti che sono in vetrina.
Scuoto la testa.
≪Oh che peccato≫ dice dispiaciuta rivolgendosi alla parete in fondo al locale ≪Credo che questa volta dovrai accontentarti delle sue ossicine: non ha molta carne, credo≫
Non ho il tempo di formulare un pensiero razionale. Il terrore si è impossessato del mio cervello.
Mi sono bloccata come se mi avessero versato del cemento fresco sulla testa non appena ho visto l'enorme bestione saltare fuori, letteralmente, dal muro.
È un segugio infernale, e questo lo avevo capito, ma la cosa che più mi spaventa sono gli artigli lunghi almeno quanto la lama della mia spada e ricoperti da della vernice rossa sulle estremità. Oh, aspettate. È sangue quello...
Mette lentamente una zampa di fronte all'altra analizzandomi per bene prima di affondare le sue zanne nel mio petto. Mi manca l'aria solo a pensarci.
Immersa come sono nei miei pensieri non mi accorgo di quanto si sia avvicinato e mi colpisce al braccio sinistro. Gemo dal dolore, ma cerco di non dare troppe soddisfazioni, devo ancora trovare il modo di uscire da qua. Intera, preferibilmente.
Ordino al mio cervello di ingoiare tutto il terrore che sto provando.
Si puó ordinare una cosa del genere al proprio cervello?
Mi muovo velocemente confondendo il mostro e arrivo dietro al bancone.
Lo spazio è troppo piccolo per permettergli di passare, una zampa si, ma almeno non mi azzannerebbe la testa mentre elaboro un piano.
Espiro e inspiro lentamente; da quando i mostri mi fanno questo effetto?
Sia alla mia destra che alla mia sinistra ci sono dei sacchi di farina e migliaia di bottiglie di latte, dubito di poterli usare per raggirarlo.
Non credo che lanciare dei sacchi di farina addosso a un segugio infernale gridando "Beccati questo, e questo, e quest'altro" possa risolvere in qualche modo il mio problema.
Sento un ringhio e un artiglio mi ferisce la guancia. Caccio un urlo e mi tocco la ferita, é un miracolo che abbia ancora l'occhio sinistro.
Non ho il tempo materiale per ringraziare il fato e torno subito al mio folle piano.
C'è un altro ringhio seguito da un'altra zampata che fa cadere dei porta-torte in vetro che si frantumano al suolo. Per fortuna i vetri non mi sfiorano neppure e sfrutto la situazione uscendo allo scoperto.
"Huston abbiamo un problema"
Adesso te ne esci tu?
"Attenta alla zampa!"
Schivo una zampata che mi avrebbe di sicuro fratturato le costole facendomi schiantare contro la parete alla mia sinistra.
Da quando le vocine ti salvano la vita?
≪Uccidila Fuffi!≫ grida la vecchietta brandendo un matterello.
Non so se è più ironica la vocina che mi ha salvato il culo o il fatto che un bestione nero che viene dagli Inferi si chiami Fuffi.
Per un attimo l'ansia mi abbandona e mi sul mio volto spunta una faccia che rientra perfettamente nella categoria: "MA CHE CAZZO!?"
Non mi trattengo dall'urlargli contro: ≪Fuffi!? Ma seriamente?≫
Evidentemente il segugio non apprezza il mio intervento perchè mi ritrovo con la maglietta a brandelli e non so spiegarmene il motivo, poi sento il ventre bruciare. Abbasso lo sguardo e mi tocco la pancia, credo sia inutile dirvi che sembra quasi che abbia avuto il ciclo dall'ombelico.
Stringo gli occhi e sopporto il dolore anche se la testa inizia a girarmi.
Ciclo o non ciclo devo tornare dai ragazzi e sperare di trovare Liliana e Joshua tutti interi e che la strafottenza di Nico sia sparita.
Mi piazzo di fronte alla porta e fischio più forte che posso.
≪Chi è il segugio infernale più bravo di tutti? Non Fuffi!≫
Il mio insulto sembra funzionare perchè il segugio ringhia facendogli colare della saliva dai lati della bocca, prende la carica e si slancia verso di me.
Tre secondi all'impatto e... CRASH... il cane formato gigante si schianta contro il vetro rompendolo e finendo sul marciapiede. Con un pizzico di fortuna sono riuscita a rotolare lateralmente evitando di finire spiaccicata al suolo sotto tonnellate di grasso di cane, ma le schegge di vetro mi hanno procurato parecchie ferite che pizzicano da morire.
Mi giro verso la vecchietta che guarda il proprio "animaletto" con occhi supplichevoli come per dire: "Piccolo Fuffi! Cosa ti ha fatto quella semidea cattiva? Per cena di porterò un troll da sgranocchiare e potrai usare quella ragazza cattiva come stuzzicadenti se non la faccio a pezzettini prima io"
Non so cosa abbiano visto i mortali, ma fin ora non ho sentito nessuna sirena delle forze di polizia eppure è da un po' che sto tentando di non finire infilzata dagli artigli di questo cane rabbioso.
Fortunatamente, non c'era nessuno sotto il segugio quando si è rialzato, ma nei suoi occhi cupi leggevo la rabbia e la fame, si, soprattutto quella.
≪Ah!≫ gemo dopo essere stata colpita a tradimento dal cane.
Alzo la spada e con il piatto della lama devio gli artigli che altrimenti mi avrebbero perforato i polmoni.
Sembra facile, a dirvelo così, ma vi assicuro che potrei svenire dalla stanchezza. Sono ancora in movimento solo grazie alla mia iperattività o solo gli Dei sanno dove sarei adesso senza quella.
Ferisco la zampa anteriore del segugio e sfrutto il momento di distrazione per correre verso il bosco. Non mi fermo, anche perchè sento il respiro affannato del cane alle mie spalle. Cerco di aumentare il passo, ma non riusciró mai a seminarlo o almeno ad allontanarlo abbastanza da permettermi di far partire i pegasi con tutti i ragazzi a bordo.
Sfinita e ormai prosciugata dalle mie forze riesco a trovare i ragazzi. Mi guardano come si guarderebbe uno zombie e l'unica cosa che riesco a dire prima di cadere nel buio è ≪Scappiamo≫

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