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Per tutti gli Dei dell'Olimpo, scusatemi.
Saranno ventimila-e-un-panda ere geologiche che non pubblico il capitolo, ma la mia testa non voleva funzionare :3
mi faccio perdonare, dai, che forse ci riesco :)
ve se amaa <3

[Joshua's point of view]

Nico non spreca un secondo di più e corre verso Elena lasciando cadere la sua spada a terra. Io raccolgo tutto ció che trovo di nostra proprietà -compresa la sua spada, ovvio- e mi sistemo a cavalcioni sul pegaso dal nome strano evitando di infilzarmi con quell'arma nera e dall'aria leggermente pericolosa.
Sento dei ringhi provenire dal bosco e quando quel coso arriverà quì spero di trovarmi a almeno due miglia di distanza.
≪Sali!≫ grido alla figlia di Zeus che è rimasta incantata a guardare, inorridita, Elena accasciarsi al suolo. Neppure io posso definirlo come "il momento migliore della mia vita", ma a giudicare dai rumori che provengono dal bosco e dalle ferite di Elena, non mi piacerebbe incontrare di persona il suo aggressore.
Le ragazza scuote la testa e sale sul pegaso piazzandosi dietro di me e urlando contro Nico: ≪Muovi quelle gambe!≫
Nico ha subito ribattuto con una frase tipo ≪Capitan Ovvio≫ e ha messo Elena sulla groppa di Oregon, poi è salito anche lui tenendola fra le braccia per evitare di farla cadere.
Ci siamo sollevati da terra non appena dal folto del bosco spuntava fuori un mastino gigante seguito da una signora che agitava un matterello, con fare molto minaccioso aggiungerei. La signora ha urlato qualcosa -di poco carino, sicuramente- in una qualche strana lingua per poi ritirarsi nel bosco seguita dal cane enorme che ringhiava infastidito.
Povero piccolo cane, starà a digiuno questa sera.
≪Cosa era?≫ domando per evitare di passare tutto il viaggio in silenzio.
≪Un segugio infernale≫ risponde ovvia la figlia di Zeus.
Sento il suo petto allontanarsi dalla mia schiena e le sue mani abbandonare le mie spalle e ammetto che non ne sono affatto felice.
≪Già≫ borbotto ≪Come ho fatto a non capirlo prima?≫
Mi becco uno schiaffo sulla spalla da parte sua e non posso trattenere un verso di sorpresa, non me lo aspettavo.
≪Come sta?≫ chiede la ragazza rivolgendosi al ragazzo che vola sul pegaso accanto al nostro.
Lui non risponde e continua a fissare Elena con aria pensierosa.
≪Non lo so≫ esordisce dopo un po' alzando lo sguardo.
≪Posso farvi delle domande?≫ chiedo interrompendo il silenzio.
≪Tipo?≫
≪Tipo qual'è il tuo nome?≫
Anche se non posso vederla, mi immagino il suo sguardo da "Con me non attacca, plebeo".
≪Te lo dico solo perchè mi stai scocciano, sono Liliana Francis≫
Wow, bel nome.
≪Chiudi la bocca o ci entrerà una mosca≫ interviene Nico secco.
Chiudo la bocca spazientito, adesso non si ci si può neppure incantare, roba da matti!
≪Dove stiamo andando?≫ chiede Liliana.
Io alzo le spalle ≪Io ho pensato a fuggire da quel coso. Se avevamo una meta non ci ho pensato≫
≪Fantastico≫ borbotta la ragazza.
≪Ringrazia il cielo che siamo ancora vivi≫
≪Non sappiamo dove stiamo andando e il succo della missione, da quanto ho capito dal Messaggio-Iride, lo conosce lei≫ indica Elena con il braccio ≪e in questo momento non mi sembra nelle condizioni di darci delle informazioni≫
Alzo le mani sulla testa e faccio attenzione a non cadere dal cavallo ≪Non chiederó più niente, ma tu hai bisogno di ridurre le tue dosi di caffeina≫
≪Bene, allora non fiatare≫ ribatte secca.
Sono sul punto di farla cascare giù dal pegaso, ma Elena emette un verso molto simile a un grugnito, guadagnandosi la nostra piena attenzione.
Apre piano gli occhi e muove le pupille così velocemente che quasi mi aspetto di vedere i bulbi caderle dalla faccia; quando ci nota sembra scannerizzarci e si tranquillizza; dopo alcuni attimi vedo una guizzo di luce nei suoi occhi e porta le mani alla bocca e inizia a singhiozzare scuotendo lentamente la testa.
Non l'ho mai vista in questo stato, sembra terrorizzata.
Questa parola non avrei mai immaginato di poterla accostare a Elena.
Elena è terrorizzata.
Non suona neppure tanto bene.
A scuola era sempre la ragazza che parlava poco e se ti rivolgeva la parola era per chiederti gli appunti o per mandarti a quel paese; non passava molto tempo con noi ragazzi -ma neppure con le ragazze, per intenderci- ed aveva un atteggiamento freddo e distaccato, di una ragazza che ha la situazione sotto controllo; non la vedevo mai alle feste e neppure agli incontri studenti-insegnanti; l'ho stuzzicata un per un po'di tempo prima della fine della scuola, ma ho rimediato solo dei lividi grandi quanto arance.
È molto suscettibile, nel caso non lo aveste notato.
Vederla così mi fa capovolgere lo stomaco.
≪Shh≫ Nico la abbraccia in un modo così caloroso che, se non sapessi del loro bacio, potrei quasi pensare che siano fratelli. Le massaggia la schiena ed io inizio a rendermi conto di quanto mi faccia male.
≪Prendi l'ambrosia dallo zaino≫ dice Nico.
≪La che?≫ chiedo.
≪L'ambrosia, idiota≫ mi rimprovera Liliana afferrando il mio zaino.
Dopo alcuni secondi esce dalla sacca un paio di quadratini color caramello, tende la mano verso Nico che li passa ad Elena e inizia a masticarli lentamente mentre si asciuga gli occhi con i palmi delle mani.
≪Scusate≫ mormora dopo aver ingoiato il secondo quadratino.
≪Vuoi spiegarci cosa è successo?≫ le chiede Liliana con un tono di voce che non ha mai usato con me.
Elena scuote la testa mestamente e torna a fissare la città sotto di noi.
≪Dove siamo?≫ domanda lei quasi con un sussurro.
≪Stiamo sorvolando Blackburgs≫ le risponde Nico; a quanto pare lui è l'unico ad aver capito la direzione presa dai pegasi.
≪Perchè stiamo andando in questa direzione?≫ chiede Liliana.
≪Dobbiamo andare a New Orleans≫ ci spiega Nico ≪È lì che Elena sta radunando il suo esercito di mostri≫
≪C'è qualquadra che non cosa. Hai detto Elena?≫ chiedo.
≪Mh. È complicato≫ interviene Elena, quella buona.
Adesso che la guardo meglio, attraverso i brandelli della maglia, vedo una serie di tagli che sanguinano ancora, e molto.
≪Elena, chi te lo ha fatto?≫ indico la macchia di sangue che c'è sulla sua maglietta arancione.
Nico e Liliana mi guardano confusi, poi seguono con lo sguardo il mio braccio e sgranando gli occhi.
≪Cosa aspettavi a dircelo?≫ la rimprovera Nico, proprio come se fosse una sua sorella minore.
≪Che nascessero i pandacorni≫ risponde lei accennando un sorriso.
Bé, se non altro, non le manca il senso dell'umorismo.
≪Sono serio≫
≪Davvero?≫ ribatte Elena ≪Non si direbbe dalla tua faccia≫
≪Gne, Gne≫ la canzona lui ≪Non dai mai retta a nessuno≫
≪Così mi dicono≫ continua lei giocherellando con dei ciuffi di pelo di pegaso.
Nico si toglie lo zaino dalla schiena e ci infila le mani facendo sbattere ció che ne è contenuto. Dopo un po' ne esce fuori una maglietta arancione con la scritta "campo mezzosangue" in nero.
≪Hai almeno avuto il buonsenso di portartene una di ricambio≫ nota lui porgendogliela.
≪Non vorrai mica che la indossi qui!≫ esclama lei guardando la maglia come si fosse trasformata in una vipera.
≪Non puoi rimanere con questa≫ si giustifica Nico ≪o il tessuto aderirà alle ferite e li non basterà l'ambrosia per staccartela di dosso e per di più dobbiamo fermare l'emoraggia≫
Elena sbuffa e indossa la maglia pulita sopra quella sporca e poi sfila quella sporca di sangue lanciandola dritta dritta in faccia a Nico.
Io e Liliana tratteniamo a stento le risate.
≪Non avrai mica pensato che ti avrei lasciato tutta quella soddisfazione≫ chiede lei incrociando le braccia con un sorriso malizioso stampato in faccia.
≪Non mi ha minimamente sfiorato la testa il pensiero, pervertita.≫ ribatte lui lasciando cadere nel vuoto la maglietta.
Mi scuso molto per chiunque si dovesse ritrovare una maglia insanguinata sul balcone, per qualsiasi reclamo, sapete a che dare la colpa.
Nico fruga ancora un po'nello zaino e recupera delle bende; fa cenno ad Elena di avvicinarsi, ma lei guarda la garza in cagnesco e scuote la testa.
≪No, ma grazie≫ dice incrociando le braccia al petto.
≪Vuoi andare in giro sanguinando? Sappi che se questa è la tua intenzione non ti permetterò di farlo, chiaro? Adesso avvicinati così posso metterti la garza≫
Mentre Nico srotola il tessuto, Elena sposta la maglietta in modo da poter fasciare la ferita ed io e Liliana ci guardiamo senza sapere cosa dire o fare.
Liliana si schiarisce la voce per attirare l'attenzione ≪Ehm... dopo questo momento "hot" tra voi due, direi che sia meglio trovare un posto per dormire≫
Le facce dei due ragazzi prendono lentamente colore ed Elena si affretta ad abbassare la maglia fino alle caviglie.
≪Oregon e Festo possono anche volare tutta la notte. Vero Oregon?≫ domanda Elena sorridendo verso il pegaso che nitrisce contento ≪Ha detto che peró vuole delle ciambelle≫
Muovo le mani in aria ≪Quel cavallo ti ha detto che vuole delle ciambelle?≫
Lei annuisce ovvia.
Come ho fatto a non capirlo prima? Come sono stupido... lei è la figlia del dio dei cavalli! Esiste, vero? No che non esiste...
≪Chi è il tuo genitore divino?≫ chiedo.
≪Poseidone≫ risponde lei.
≪E Poseidone parla con i cavalli...≫
≪No, li ha inventati lui dalla spuma marina≫ mi spiega lei seccata dalla mia ignoranza.
≪Okay, okay, ma calma!≫
Non è certo colpa mia se sui libri che leggo tralasciavano il fatto che Poseidone fosse un papà cavallo.
≪Elena≫ la chiama Liliana ≪da quanto voli?≫
≪Credo che tre giorni di viaggio li abbia fatti volando≫
≪Come te lo posso dire?...ehm...ecco! Mio padre odia i figli di Poseidone≫
Elena sbianca fino a diventare dello stesso colore del latte.
≪Credo sia meglio atterrare≫ esordisce lei rivolta al cavallo ≪ADESSO!≫

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