[Jenny's (Elena's mother) point of view]
{Voglio scusarmi per tutti questi cambi di tempo, ma sono un tipo abbastanza indeciso :') I INTO HIDING. }
Sono passati due giorni ed Elena non mi ha chiamata neppure una volta, capisco che per i mezzosangue è pericoloso usare i cellulari, ma esistono i messaggi-Iride. Perché non mi chiama? Mi fa preoccupare! Io, quando sono partita per la mia impresa ho sempre chiamato mia madre ogni santo giorno, e lei? Neanche una telefonata!
Cosa? Impresa? Uhm... avete letto male, io non sono una mezzosangue, non sono mai partita per alcuna impresa, non ho mai visitato il campo mezzosangue e non ho mai conosciuto il centauro Chirone, giuro!
Giro per la casa tentando di intrattenermi un po' con i ferri e un po' con la cucina, ma mi capita troppo spesso di essere assalita dall'ansia. Ho un brutto presentimento e, credetemi, ho fiuto per certe cose. Vedo ogni telegiornale alla ricerca di qualche notizia che possa ricondurmi a loro, non so una notizia tipo "Ragazzi psicopatici combattono contro delle statue con armi in bronzo" o cose simili. Ho imparato, col tempo, che molte notizie dei telegiornali mortali nascondono storie legate al mondo semidivino.
≪Shh, sta zitto Valdez!≫
I miei ferri cadono sul pavimento. Sgrano gli occhi per lo stupore. La vecchiaia mi gioca brutti scherzi, ma sono abbastanza sicura di aver sentito una ragazza dire: "Shh, sta zitto Valdez".
Raccolgo il lavoro a maglia e lo poggio sul tavolino da caffè del salotto. Mi guardo attorno per accertarmi che non ci siano elementi strani nei paraggi perché, in tal caso, se la vedrebbero con la sottoscritta e posso garantire che il nostro non sarebbe un incontro piacevole.
≪Signora Tedesco?≫
Ancora quella ragazza, allora non me la sono sognata! Non sono ancora impazzita, ma come conosce il mio nome?
≪Chi sei?≫ chiedo guardandomi attorno senza, però, riuscire a capire chi mi stesse parlando.
≪Sono Piper McLean, un'amica di Elena≫
Elena? La mia Elena?
≪Come consoci il nome di mia figlia? Ma prima, dove sei?≫
≪Questo è un messaggio-Iride, ma comunque credo di trovarmi in una cucina. Quanto al nome di sua figlia, beh, ho avuto modo di conoscerla, al Campo mezzosangue≫
Mentre quella ragazza -Pierina, o come ha detto di chiamarsi- mi parla, cerco di raggiungere la cucina.
≪Come sta? Posso parlare con lei?≫ la voce della mia bambina, mi è mancata così tanto.
La ragazza guarda dietro di se e bisbiglia qualcosa che non riesco a capire bene. Adesso che posso vederla noto che è davvero una bella ragazza: ha delle piume intrecciate nei capelli castani e due occhi grandi a cui non riesco a dare un colore ben preciso.
Ad occhio e croce direi che potrebbe essere una figlia di Afrodite.
≪Ehm... Vorremmo incontrarla proprio per parlarle di questo. Potrebbe dirci dove abita, se non la disturbiamo≫
≪Cosa le è successo?≫
"Jenny, cerca di non pensare al peggio"
≪Ne parleremo una volta arrivati a casa sua, glielo prometto≫
≪Ehi! Non cercare di usare le lingua ammaliatrice su di me, non ci pensare neppure, figlia di Afrodite!≫ sbotto infastidita dal tono di voce.
≪Ma? Come? Lasciamo stare... Signora Tedesco, avremmo bisogno di parlarle≫
C'è un tono di preoccupazione nella sua voce, non credo mi stia mentendo ed ho bisogno di altre risposte.
≪Tu, e chi altro?≫
La ragazza fa qualche passo indietro e finalmente vedo a chi si riferisce. In tutto sono otto ragazzi, tre ragazze e cinque ragazzi, tre dei quali indossano una maglietta viola.
"Il campo Giove"
No, avete letto ancora male... Non so cosa sia il campo Giove? O campo MezzoGiove? Mbah, lasciamo perdere và.
≪Così vorreste venire a casa mia per parlare di mia figlia, eh?≫ chiedo battendo un piede ritmicamente sul parquet della cucina.
≪Si≫ rispondono all'unisono.
≪Va bene...The verde o The classico?≫
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TOC-TOC
Sono arrivati. Mi chiedo quale mezzo di trasporto abbiano usato per arrivare nel centro di Manhattan in così poco tempo. Corro il più velocemente possibile verso la porta e li lascio entrare e man mano gli stringo la mano. Questo gruppo é il più multietnico che abbia mai visto, ci sono semidei che provengono da ogni parte del mondo, Italia, Canada, e chi più ne ha più ne metta.
≪Non eravate otto?≫ chiedo chiudendo la porta, che però viene bloccata da uno stivale.
Mi giro interrogativa verso gli altri ragazzi che annuiscono cauti come se conoscessero cosa sta dietro la porta, ma avessero paura di vederlo.
E quando la apro capisco perchè.
Dietro la porta c'è un ragazzo dai capelli castani e ricci, porta una camicia "leggermente" sporca di olio per motori e una cintura per gli attrezzi e, fin qua, tutto normale se non per la ragazza che porta in braccio.
Credo di aver perso conoscenza per qualche secondo perché mi ritrovo a terra. La ragazza del messaggio Iride mi aiuta a rialzarmi e dopo averla ringraziata li invito a sedersi in salotto, devono spiegarmi un bel po'di cose.
≪Scusate, ehm... Dove dovrei, insomma, lei?≫
Il ragazzo dai capelli ricci mi guarda con un accenno di sorriso e reprimo l'istinto di schiaffeggiarlo. Prendo un grande respiro e gli rispondo con quanta più calma possibile.
≪Terza porta a destra lungo il corridoio≫ gli indico la direzione giusta e lo vedo sparire oltre l'uscio della camera di Elena.
Mi siedo sulla mia poltrona e li squadro tutti, uno per uno, per un paio di secondi.
≪Credo che abbiamo parecchie cose da raccontarci, noi nove≫
A turno, mi parlano della loro impresa, dei sogni che Elena li aveva raccontato, del viaggio a Los Angeles che ha fatto mia figlia con questo tipo che poi "sotto l'influenza di una quindicenne bipolare" l'ha anche mandata in questo stato di coma e ho una strana voglia di mandarlo da un'altra parte, su una strada senza ritorno, vi lascio immaginare dove e come ce lo voglia mandare.
≪Sta accadendo ancora≫ borbotto.
Non é la prima volta che ad Elena succede questo, ma non è il momento giusto per parlarne.
≪Ancora?≫ ripetono in coro.
"Porco Giove, cosa gli dico?"
≪Non è la prima volta che ad Elena succede una cosa simile, vero?≫ mi chiede una ragazza.
Ha la carnagione molto scura e i capelli ricci le ricadono sulla faccia, ma non li sposta, mi guarda intensamente con i suoi occhi oro.
≪È già stata negli Inferi, circa cinque anni fa.≫ continua lei.
Tutti la guardiamo attentamente. Come poteva saperlo?
Espiro e inspiro.
≪Sì≫
Adesso gli sguardi sono tutti puntati su di me. Percepisco la tensione e la preoccupazione nei loro sguardi, tranne in quello della ragazza bionda che si trova di fronte a me. Nel suo sguardo colgo la voglia di conoscere, la sete di sapere e la curiosità. Un perfetto esempio di figlia di Atena.
≪Aveva dieci anni, eravamo ritornate in Italia per festeggiare il Natale con mia madre e il mio padrino. Eravamo scese dall'aereo e stavamo aspettando il taxi che ci avrebbe portate nella mia vecchia casa. Salimmo nell'auto e il taxi erroneamente, pensai, ci portò in aperta campagna. Non potevo usare il cellulare per chiamare soccorso così passammo il pomeriggio all'aperto finché non mi sentii chiamare da una voce. Avvisai Elena del mio allontanamento e le dissi che non si sarebbe dovuta allontanare di lì per nessun motivo e...≫
≪Mi scusi≫ mi interrompe un ragazzo robusto con un taglio di capelli militare ≪Perché non poteva usare il cellulare?≫
Gli sorrido e rispondo alla sua domanda ≪Voi mezzosangue dovreste sapere molto bene il motivo≫
Il ragazzo apre la bocca, per parlare forse, ma la richiude subito dopo annuendo.
≪Continui, la prego≫ mi incita la ragazza bionda.
≪Tu, figlia di Atena, come ti chiami?≫ le chiedo.
La ragazza sgrana gli occhi e mi guarda diffidente.
≪Come sa di mia madre?≫ chiede sulla difensiva.
≪Hai i suoi stessi occhi e lo stesso sguardo risoluto, cara≫ le sorrido calorosamente ricordandomi di quanta stima provavo (e provo ancora) per i figli di Atena.
≪Mi chiamo Annabeth Chase. Lei ha mai incontrato mia madre?≫
La curiosità che prova questa ragazza in questo momento è pari solo alla potenza degli Dei.
≪Forse≫ dico vaga ≪Ma non stavamo parlando di questo giusto?≫
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il segreto
Fanfiction☞[sequel di la profezia]☜ Elena si risveglia nel luogo peggiore che si possa visitare sulla faccia della terra, anzi del sottosuolo, e il suo primo incontro dal suo risveglio le rivela che la sua profezia non riguarda solo lei. Elena dovrà decidere...