III

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[Elena's point of view]

Sbagliato.
Cavalcare un cavallo-spirito dell'inferno non è affatto come cavalcare un pegaso. Oltre ad essere più scomodo, è più pericoloso e altrettanto fatale perché il cavallo sembra momentaneamente posseduto da un razzo, ma è tutto okay.
Rischiai di cadere da Oκιά -vuol dire Ombra in greco antico, volevo essere originale, okay?- almeno due volte ed investimmo non so quanti spiriti che però non ci bestemmiarono contro dopo essersi rialzati.
Ancora non sapevo dove stesse cercando di portarmi, ma non obiettai. Se c'era una cosa che quel cavallo poteva fare era quella di prendermi a zoccolate in testa e non sarà stato il fatto di trovarmi negli Inferi a impedirmi di provare dolore, non credo proprio.
≪Fermo!≫ urlai stringendomi contro il collo nebuloso del mio cavallo-spettro.
Con una frenata che farebbe invidia ai corridori di Formula Uno, evitò di farci schiantare contro un palazzo interamente nero. Tutto sembrava fatto di pura oscurità: le torri, le porte, le finestre, tutto persino le due guardie, che ci stavano guardando abbastanza male, avevano le armature nere come la pece se non più scure.
≪Ehi!≫ urlai ai due guardiani mentre scendevo da Ombra ≪Che posto sarebbe questo?≫
Una delle due guardie giró la testa verso l'altra e bisbiglió qualcosa di incomprensibile per me, ma sembrò che l'altra avesse capito perché fece un passo di lato e poco dopo l' altro guardiano lo imitò facendolo dalla parte opposta. Dietro di loro c'era una porticina alta più o meno un metro e uno sputo, ovviamente, interamente nera.
Mi sembrava di capire che il proprietario di questo palazzo andasse pazzo per i colori dell'arcobaleno, siamo sicuri che non sia il castello di Iride? No, sapete, mi stava sorgendo il dubbio dato che era così luminoso e colorato!
Ombra nitrì, ma non capii quello che stava cercando di dirmi. Lo guardai inclinando la testa e lui inclinò la sua nella mia stessa direzione.
≪Che dovrei fare?≫ chiesi al cavallo nella speranza di ricevere una risposta.
Ombra iniziò a nitrire nervosamente come a dire "Certo che sei proprio stupida! È ovvio cosa devi fare!", ma io non avevo davvero capito cosa avrei dovuto fare.
Lo spirito sembrò avermi letta nel pensiero e con il muso mi spinse verso la porticina che piano piano si apriva, come se qualcuno avesse premuto il pulsante di un telecomando a distanza.
≪Non devo davvero entrarci giusto?≫ quella volta mi rivolsi alle due guardie che mi risposero con dei sibilii sconnessi che interpretai come un SI.
Siccome non avevo la benché minima voglia di essere buttata in nessuna porticina che porta non-si-sa-dove, mi mantenni allo stipite mentre Ombra cercava di mordermi le mani.
≪Fermati!≫ urlai in preda alla disperazione.
Mannaggia a me e a quando ho voluto cavalcare quello stupido cavallo!
Ombra si fermò, non stava più cercando di staccarmi le mani a morsi, ma mi guardava con uno sguardo assassino negli occhi; anche le due guardie si erano girate e con le loro clave -interamente nere, ci tengo a precisare- si preparavano a bastonarmi. Poco prima che uno di loro lo facesse, come una stupida, lasciai automaticamente la presa sullo stipite e precipitai nel buio.
Avrei dovuto immaginare che, non sempre, oltre le porte c'è un pavimento.
Atterrai di schiena su una superficie anche più dura del cemento, a mia detta. Prima di fare un qualsiasi movimento e peggiorare le cose come sono solita fare, cercai di valutare i danni arrecati alla mia incolumità fisica con solo il tatto.
Vi starete chiedendo: ma perché solo con il tatto? E gli occhi? Gli ha persi nella caduta?
Ed io vi rispondo: no, non gli avevo persi nella caduta, è solo che li sotto -ovunque sia finita- non c'era neanche uno spiraglietto di luce, NEANCHE UNO.
Tutto sommato, ero messa abbastanza bene, se si escludono i gomiti insanguinati e un gran maldischiena. Mi rialzai e cercai di non andare a sbattere da nessuna parte; feci passi lenti ed avevo le mani di fronte a me quindi non ero esattamente pronta ad un eventuale attacco a sorpresa da parte di alcun mostro, spirito o chicchesia.
≪Ciao≫
Urlai per la sorpresa. Mi guardai intorno, ma non c'era ombra di vita in quel posto esclusa me. Mi immaginavo le vocine, stavo proprio delirando.
Continuai a camminare e cerco di dimenticarmi di quella voce, senza successo. Era troppo nitida e umana per essere frutto della mia immaginazione. Lo esclusi categoricamente.
≪Ehi, uhm... ciao, io sono Elena. Tu chi sei?≫
Si, ridete quanto vi pare, ma io e le mie vocine un giorno conquisteremo il mondo!!
≪Io sono Greta≫ mi rispose una voce.
≪Greta? davvero un bel nome≫
Mentre conversavo con l'uomo invisibile mi guardavo intorno per cercare di capire se fosse giunto o meno il momento di darsela a gambe.
≪Che ci fai quì?≫
≪Vorrei tanto saperlo anche io, non vedo l'ora di uscirci da questo tugurio≫
≪Se vuoi posso aiutarti≫
≪Sai come si può uscire da qui?≫ chiesi incredula.
Se questa Greta conosceva un modo per uscire da li sono disposta a baciarle i piedi, giuro.
≪Seguimi≫
Certo, in fondo è facile seguire una persona invisibile in una stanza stanza priva di luce.
Non feci in tempo a farglielo notare che di fronte e me comparve una bambina, sugli otto anni circa, che mi sorrise. Indietreggiai di qualche passo per vederla meglio: ha due treccie che le ricadono sulle spalle e una lunga veste bianca.
≪Sicura?≫ chiesi.
≪Andiamo, cammina figlia di Poseidone, il signore degli Inferi ti aspetta≫
Rabbrividii.
≪Cosa c'entra Ade? Con me, intendo≫
≪Vuole parlarti, prima di lasciarti andare≫ Greta mi prese per un braccio, senza attraversarmi, e iniziò a trascinarmi illuminando a poco a poco le pareti con il suo bagliore spettrale.
≪Finalmente Elena mi lascia andare. alleluja!≫
≪Tecnicamente, tu stai fuggendo. Elena non deve saperlo≫
Oh fantastico, non solo sono entrata negli Inferi illegalmente., ma ci esco alla stessa maniera. Questa la devo assolutamente raccontare.
Già mi immaginavo la faccia di mia madre quando le avrei raccontato la storia di una ragazza che è stata aiutata da uno spirito di otto anni ad uscire dali Inferi dove ci era finita per il volere di una tale chiamata Nostra Signoria che aveva pagato Caronte per trattenerla lì.
≪Allora, non ti muovi? Vedi che per noi spiriti è difficile trascinarvi...≫ Greta mi risvegliò dai miei pensieri e decisi di darle una mano, cammianado con le mie gambe.
≪Bene! andiamo ad incontrare Ade!≫ urlai e sentivo ancora il mio eco quando arrivammo dall' altra parte del tunnel.

Hola, gente!
Vorrei avere un vostro parere a proposito del tempo verbale della storia :3.
Sono indecisa se raccontarla al presente o meno, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate.

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