XXVIII

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Scusate gli errori, ma ho dovuto scriverlo in fretta perchè sono in gita.
Baci, abbracci e sterline da Londra.
Ve se ama.

[Elena's point of view]

≪Dove sono gli altri?≫ mi chiede Chirone affiancandosi a me con la sua sedia a rotelle.
≪Ehm...credo che faranno un po' di ritardo.≫ rispondo io.
Arriviamo nella sala da ping pong e mi siedo sul lato destro, mentre Chirone si siede di fronte a me.
≪Li aspettiamo?≫ chiedo.
≪Non ce n'é bisogno≫
≪Ma...okay. Da cosa iniziamo?≫
≪Dovresti dirmi tu cosa è successo. Ho saputo che vi siete divisi una volta arrivati a New Orleans≫
Vorrei chiedergli cosa stesse dicendo, che non mi ricordo di essermi mai divisa da nessuno, neppure di essere mai arrivata a New Orleans, ma mi limito ad annuire piano.
≪Allora?≫ mi incita il centauro, serio.
≪Uhm...credo sia meglio aspettarli, neanche loro sanno nulla≫
Chirone mi guarda serissimo, assottigliando gli occhi e accarezzandosi la barba con la mano ≪Cosa succede?≫
≪A me? Nulla, credo...che sia meglio ripetere una volta sola la storia. Ah, e Liliana deve avere la possibilità di dire la sua≫
≪Liliana non arriverà prima di oggi pomeriggio. Cosa mi stai nascondendo?≫
≪Chirone, io...≫
Udiamo dei passi e ci giriamo verso l'ingresso della sala.
≪Salve Chirone≫ lo saluta Joshua.
Lo vedo messo bene, chissà quanta ambrosia avrà dovuto usare Nico per rinvigorirlo così.
Si dirige verso una sedia distante anni luce da me e non mi degna neppure di uno sguardo.
≪E Nico?≫ chiede il centauro guardando il ragazzo ≪Credevo sarebbe venuto con te≫
≪Sta venendo, ma ha detto che possiamo cominciare≫
Inizio a tamburellare le dita sul bracciolo della sedia nervosamente. Se incominciamo...non possiamo farlo, o scopriranno che non mi ricordo nulla e non voglio altri problemi e soprattutto non voglio dare altri spunti per eventuali prese per il culo da parte di Joshua.
Credo sia bipolare, tre ore prima poteva essere il tuo Best Friend Forevah And Evah (si, si pronuncia così lol) e tre ore dopo sapeva come essere irritante.
≪Bene Elena, stavi dicendo?≫
≪Giá...ehm...si giusto...in realtà io...≫
≪Chirone!≫ urla una voce dal corridoio ≪Chirone!≫
Ci alziamo tutti in piedi e il vecchietto in sedia a rotelle si trasforma in un purosangue bianco dalla vita in giù.
Dall'ingresso un ragazzo dai capelli leggermente fumanti e l'armatura ammaccata entra con l'affanno e si appoggia al muro usando la sua spada come fosse un bastone da passeggio.
≪Cosa succede?≫ gli chiede il centauro trottando fino a lui.
≪I tori della Colchide, sono al campo.≫ esordisce fermandosi ogni tanto per prendere il respiro.
≪Tori della Colchide?≫ ripeto io.
Da quando abbiamo dei tori al campo?
Qualsiasi cosa siano, non portano nulla di buono e dall'espressione di Chirone capisco che non sono venuti qui per portarci delle crostate alla Nutella.
≪Al confine!≫ ordina il cavallo, ma il ragazzo lo ferma prima che possa muovere un solo zoccolo.
≪Sono dentro, Chirone≫
Il volto del centauro sembra essere invecchiato di trent'anni, ma non perde un secondo di più e parte al galoppo. Io lo seguo e mi spavento vedendo il campo in preda al caos più totale.
Ci sono ragazzi in armatura ovunque e di certo non mancano le armi. Sono tutti diretti verso un unico luogo: la baia.
Nella confusione ho perso di vista Joshua, ma poco importa.
≪Elena!≫ mi sento chiamare e mi volto ≪Tieni≫ Joshua mi consegna il mio ciondolo, quello che gli avevo lanciato prima.
≪Joshua, mi dispiace.≫ confesso a malincuore.
≪Ah, balle. Ne parliamo dopo≫ taglia corto disperdendosi nella folla.
In pochi attimi mi ritrovo a impugnare una spada. Corro seguendo il flusso di persone spintonando alcuni ragazzi che hanno preferito fermarsi, per passare avanti.
≪Annabeth!≫ urlo in direzione di una ragazza dai capelli biondi alla mia destra.
Lei si gira verso di me seguita a ruota da Percy ≪Cosa sono?≫ mi chiede.
≪Tori della Colchide≫ rispondo io.
Per puro caso sono riuscita a ricordare il nome.
≪Cosa?≫ sia Annabeth che Percy spalancano gli occhi.
≪Sono solo tori, perchè tanta preoccupazione?≫ chiedo stendendo le braccia lungo i fianchi.
≪Si, sono semplici tori di metallo che sputano fuoco, semplice≫ fa sarcastico Percy continuando a seguire il flusso dei ragazzi e lasciando sia me che Annabeth a fissarci.
≪Che ho detto?≫ chiedo alzando un sopracciglio.
≪Nulla. È con me che ce l'ha≫ mi risponde Annabeth affranta.
Cerco di sviare il discorso e prendo spunto da una lingua di fumo che si solleva in aria disperdendo gran parte della folla.
≪Andiamo≫ mi incita la figlia di Atena prendendomi per un gomito.
≪Punti deboli?≫
≪È tremendamente stupido≫ mi risponde lei senza guardarmi.
≪Il toro?≫
La ragazza si ferma e mi guarda confusa ≪No≫ poi si morde il labbro ≪Ah, ti riferivi al mostro...si, se non mi sbaglio lo è l'acqua≫
≪Bene, è fantastico! Se si trova alla baia sarà semplice per me è Percy affogarlo≫ dico sorridente.
Annabeth scuote la testa ≪Non basterà affogarlo≫
Pochi centimetri più in su delle nostre teste un semidio viene spedito in fondo alla calca. Alcuni di ragazzi si muovono nella sua direzione, per soccorrerlo.
≪E come lo disintegriamo?≫ chiedo.
Annabeth alza le spalle, non lo sa neanche lei.
≪Tanto vale provare≫ borbotto io superandola e muovendomi alla ricerca di Percy.
≪Percy!≫ chiamo mentre sposto i semidei ≪Dove diamine sei?≫
Arrivo finalmente in un punto dove non ci sono più semidei accalcati e, al loro posto, ci sono svariati metri di sabbia e sterpaglia bruciata e un toro fatto di metallo. Attorno ad esso ci sono alcuni semidei muniti di lance e archi che schivano i suoi attacchi e tentano di colpirlo ottenendo solo delle armi incenerite. Un po'più a lato c'é Leo che tenta di avvicinarsi a lui alle sue spalle.
≪Ehi!≫ urla poco prima di atterrare sulla sua groppa.
Il toro sembra disorientato e in un primo momento sembra calmarsi, poi si dimena come un ubriaco in discoteca cercando di disarcionare Leo.
Questa tattica non durerà molto e il tempo stringe, ho bisogno di Percy, ora.
≪Percy Jackson!≫ urlo.
Come nel Mar Rosso i semidei si separano per creare una specie di corridoio dove, in tutta calma, quello scemo di mio fratello cammina con aria tranquilla.
Appena mi è abbastanza vicino gli lancio un occhiataccia.
≪Che c'è?≫ fa lui confuso.
≪Non è il momento delle entrate ad effetto, abbiamo un toro da annegare≫
≪Sicura di farcela?≫
Corrugo la fronte e mi rigiro la spada tra le dita con una maestria che quasi mi stupisce.
≪Diciamo solo che ci provo≫
Gli rivolgo un sorriso di conforto e partiamo all'attacco.
≪Valdez, scendi da lì!≫ urla Percy impugnando una penna a sfera.
≪Come?≫ ribatte il figlio di Efesto mantenendosi alle corna del mostro.
Evidentemente è agitato perché la sua pelle, a contatto con il metallo del toro, fa scintille. Letteralmente.
≪Lascia la presa!≫ suggerisco io.
≪Sei...ahhh≫ improvvisamente il toro ha fatto una specie di impennata e Leo si è ritrovato a pochi centimetri dallo spiaccicarsi al suolo.
≪Pazza?≫ continua Leo rivolgendomi un occhiata disperata.
≪Fidati!≫ gli urlo di rimando.
Spero solo che funzioni.
L'ultima cosa che voglio è far morire un mio amico.
≪Al tre!≫ urla Percy, ma è ormai troppo tardi.
Leo si è lasciato un po'prima del previsto e ho avuto una diecina di millisecondi per ordinare all'acqua della baia di attutire il colpo. Ho creato una specie di ponte tra la baia e uno spiazzo alla mai sinistra dove ho fatto atterrare Leo, sano e salvo per fortuna.
≪Come hai fatto?≫ mi chiede Leo guardandosi le braccia, incredulo.
≪Elena!≫ urla una voce ed ho giusto il tempo di guardare di fronte a me e schivare una lingua di fuoco.
≪Sputa fuoco?!≫ urlo incredula verso Percy.
Il ragazzo alza gli occhi al cielo e mi guarda ovvio.
≪Pronta?≫ mi chiede il figlio di Poseidone con un ghigno divertito.
≪Sono nata pronta...credo≫ sorrido impacciata.
La baia si trasforma in un'enorme vulcano non appena entrambi ordiniamo all'acqua di uscire dalla sua sede abituale. Abbiamo investito alcuni semidei, ma sono ancora vivi ed il toro per il momento si trova in un turbine di acqua.
≪Adesso?≫ chiedo guardando Percy con la coda dell'occhio.
≪Niente, resiste ancora≫ mi risponde tra i denti.
≪E come lo uccidiamo secondo te?≫
≪Lo avrei già fatto se lo sapessi!≫
Metto in moto tutti gli ingranaggi del mio cervello per cercare di trovare una soluzione e nel contempo cerco di trattenere il toro nel grande imbuto di liquidi in cui lo abbiamo rinchiuso.
≪Sembrerà una pazzia...ma, devi fare quello che dico io≫ dico all'improvviso.
Non mi accorgo di avere un piano finchè non lo spiego a Percy; mentre gli spiego tutto capita che si asciughi qualche goccia di sudore che gli cade sulla fronte. Spero di non trovarmi nelle stesse condizioni.
≪Ma? Come puoi fare una cosa del genere?≫ mi chiede lui aggrottando la fronte, un po' per lo sforzo e un po' per la confusione del mio piano.
≪Non lo so, ma ci devo provare. Se ci dovessi riuscire non dare in escandescenze, d'accordo?≫ lo guardo seria e lui annuisce subito.
≪Ora!≫ urla.
In pochi attimi il corpo di metallo si trova in una perfetta sfera di acqua controllata esclusivamente da Percy, gli ho voluto dare questo privilegio. Io mi concentro, mi concentro e basta. Come quando ci si sforza di ricordarsi una formula o una parola che si ha dimenticato. Ecco, io cerco di ricordarmi cosa ho fatto l'ultima volta che ho usato questo potere.
Il cielo si fa scuro e viene coperto da nuvole temporalesche. Stringo ancora di più gli occhi, per concentrarmi, e credo che non riusciró ad aprirli mai più se continuo a chiuderli in questo modo, ma in qualche modo funziona e un fulmine si abbatte sulla sfera, disintegrando il toro.
L'onda d'urto fa cadere la prima fila di semidei qualche metro più lontano addosso a quelli che gli stavano dietro così da formare una specie di reazione a catena; solo io rimango perfettamente al mio posto.
Mi giro verso Percy che peró sta osservando il cielo con aria quasi impaurita, come se un altro fulmine potesse scendere dal cielo e colpirlo.
≪Niente escandescenze≫ gli ricordo aiutandolo a rimettersi in piedi.
≪Ma...come ha fatto? Ho pensato che volesse colpire me.≫
≪Cosa? Te? E perchè dovrei colpirti?≫ chiedo sorridente.
Percy spalanca la bocca a boccheggia ≪Non è stato Zeus a farlo. Sei stata tu...?≫
Annuisco dipingendomi un sorriso colpevole in volto ≪Si.≫
≪Come ci sei riuscita? Con credevo potessi farlo.≫
≪In realtà...≫
≪Ehi, vorrei delle spiegazioni!≫ urla qualcuno dalla folla.
Mi giro in direzione di una ragazza che mi viene incontro con una lancia spianata.
≪Come ci sei riuscita? Tuo padre è Poseidone!≫ mi aggredisce puntandomi contro la sua arma.
Prendo un lungo respiro e sposto la lancia dal mio petto ≪Calma Clarisse≫
≪Calma? Cosa stai farneticando? Dimmi immediatamente come sei riuscita ad evocare quel fulmine o ti spezzo le ossa≫
≪Clarisse!≫ la chiama una voce roca.
Lei si gira con un espressione dura in volto, ma la cambia non appena vede che è stato Chirone ad averla ripresa.
≪Elena, vieni con me≫ mi incita freddo il centauro.
Annuisco e lo seguo, sotto gli sguardi truci degli altri ragazzi.
Penseranno che sia un mostro.

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