XVII

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[Elena's point of view]

Prima di addormentarmi, cullata dal vento, sulla groppa del mio pegaso non ho minimamente considerato a ciò che una dormita equivale per un semidio: problemi, tantissimi problemi.
È un sogno strano questo, anche più strano del solito.
Normalmente, non posso né muovermi né parlare quando voglio io, ma in questo potevo benissimo controllare il mio corpo. Converserei volentieri con il vento e gironzolerei in cerchio per tutta la valle oppure mi arrampicherei su qualche alberello solitario e ruberei le ghiande agli scoiattoli, ma ho cose più importanti a cui pensare.
No, scherzo. Non c'è nulla da fare.
Sembra quasi che il sogno voglia prendermi in giro, come se dicesse "Non ho nulla da mostrarti, ma devo farti rincoglionire lo stesso, scusami baci baci" e la cosa mi da sui nervi.
Sento dei rumori alle mie spalle e mi giro di scatto appoggiando la mano sul ciondolo.
Non c'è nessuno dietro di me, ma qualcosa sarà pur stato. A meno che le foglie non si divertano a pestarsi da sole.
Tranquillizzatami torno ad osservare il vuoto.
≪Che posto è questo?≫ mormora una voce alle mie spalle.
Mi rigiro per la seconda volta pronta a decapitare la ragazza con la mia spada che si sta prendendo forma sotto la mia presa.
Con mia grande sorpresa, la lama trapassa il corpo della giovane come se non ci fosse.
Non un altro sogno vissuto da fantasma parassita, vi prego, penso rinfoderando la mia arma.
"Avvicinati"
Spalanco gli occhi per la sorpresa.
Questa voce non parla attraverso un corpo e si insidia nella mente e non ne esce più. L'ho già sentita e l'ultima volta sono stata attaccata da un gigante, non è un buon segno.
≪Chi sei?≫ urla al vento la ragazza dai capelli mogano.
"Non temere" la incoraggia la voce, sviando la domanda "avvicinati"
La ragazza muove qualche passo verso il centro della valle mormorando tra sé.
≪Chi sei e cosa vuoi da me?≫ chiede lei.
"Non importa chi io sia"
≪Si invece≫ ribatte la ragazza ≪Non muoverò un dito se non saprò il tuo nome≫
Ah, però! Sa trattare la ragazza...
"Sono Elena, vestale del tempio di Vesta a Roma. Contenta?"
La ragazza di batte un dito sul mento ≪Cos'è una vestale?≫
"Basta!" Urla Elena ed è come se mi stessero mangiando le orecchie "Farai quello che ti dico io altrimenti..."
Ci sono alcuni secondi di pausa nei quali non posso fare a meno di battermi una mano sulla fronte e scuotere la testa in segno di disappunto. Non puoi minacciare una persona se non sai continuare la frase dopo 'altrimenti'.
≪Altrimenti...?≫ la incita lei battendo il piede sulla terra.
"Tieni a qualcuno in particolare?"
≪Credi che te lo direi davvero?≫ chiede confusa la ragazza.
Elena può essere cattiva, perfida e tutto quello che volete, ma non sa minacciare. Persuadere si, ma minacciare neanche a pagarla.
"Ci ho provato"
≪Posso andare?≫
"No!" Sbotta ancora la voce facendomi esplodere le tempie come cannoni "Devi uccidere una gorgone e portarmi il sangue del fianco che guaisce ogni cosa, ovvero, il sinistro"
≪Perchè non posso starmene al campo al calduccio? Trovatene un altra!≫ la ragazza fa marcia indietro, ma un secondo dopo viene scaraventata a terra da un mostro spaventoso.
Questo mostro è una donna.
Adesso voi mi spiegate perchè non ci sono mostri di sesso maschile!
Ha dei serpenti al posto dei capelli ed un aria stranamente familiare.
"Uccidila!" Le consiglia la voce, come se la ragazza preferisse aspettare che il mostro finisca di banchettare con le sue carni.
La voce di Elena risuona persuasiva nella mia mente e mi ci vuole tutta la mia forza di volontà per non gettarmi sul mostro e farlo a fettine.
Accanto alla ragazza compare una spada che non tarda ad essere usata. In men che non si dica al posto della donna-serpente ci sono un paio di fiale e della polvere dorata che mi provoca dei colpi di tosse quando la inalo.
"Consegnami la sinistra" ordina la voce.
La ragazza si guarda intorno disorientata e poi alza lo sguardo ≪Come, dove e che ci guadagno?≫
Sento uno sbuffo nella mia mente e capisco che Elena si sta spazientendo.
"Poggiala sull'altare"
Vedo che la ragazza apre la bocca per ribattere qualcosa, ma la terra inizia a tremare e dal nulla compare un altare sacrificale con graffiti di epoca romana, tirando a indovinare.
"Guadagnerai il rispetto e il potere"
La ragazza avanza verso l'altare ed io la seguo.
Fino a questo momento non avevo visto il suo volto e il mio cuore perde un paio di battiti quando la riconosco.
Ha due occhi verde smeraldo lucenti, un naso all'insù e zigomi alti. Spero di sbagliarmi, magari ha una sorella gemella cattiva o...ehm...un clone cattivo...non può essere davvero lei.
La osservo rovesciare il contenuto di una delle fiale sull'altare che subito viene circondata da un bagliore color oro che si intensifica ogni secondo che passa. La luce diventa insopportabile e mi copro gli occhi.
Quando li riapro sono in un bosco e non ho la minima idea di dove siano Nico e Joshua dato che non sono sul pegaso.
Mi riprendo subito dallo shock causato dal sogno e mi drizzo sul busto di Oregon che nitrisce infastidito.
"Calma, calma"
≪Nico!≫ urlo unendo le mani ai lati della bocca ≪Joshua!≫
Nessuna risposta.
≪Ragazzi!≫ urlo ancora, ma non mi rispondono.
≪Oregon, dove siamo?≫ chiedo scendendo dal pegaso.
"Hot Springs. Dovevamo venire quì, giusto?"
≪Si, ma dove sono i ragazzi?≫
"Ragazzi?"
Sgrano gli occhi e sento il cuore salirmi per la faringe.
≪Dove sono Nico e Joshua?≫ urlo più al vento che a Oregon.
Sento dei passi e il suono provocato dai rametti spezzati e mi giro nella direzione da cui proviene.
≪Non c'è bisogno di urlare≫ esordisce secco Nico rinfoderando la spada in ferro dello Stige.
È da tempo che non lo vedevo così...abbattuto? Stanco? Scocciato? Non so neppure io come descrivervelo, ma una cosa è certa: non è il Nico che mi piace.
"HA. DETTO. MI PIACE!"
No, avrai...ehm...sentito male, o frainteso. Non nel senso di "mi piace mi piace", stai invecchiando.
"Stai balbettando"
≪Non c'è bisogno?≫ ripeto ≪Mi avete fatto prendere un colpo! Non c'era nessuno quando mi sono svegliata e Oregon non ne sapeva nulla!≫
≪Ci sono adesso, okay?≫ mi rivolge una smorfia e si avvicina a Festo.
≪No, dov'è Joshua?≫
Nico si gira verso di me e inclina la testa. Sul suo volto troneggia un sopracciglio alzato che mi fa salire il cataclisma.
Si, sto tornando ad odiare i sopraccigli alzati.
≪Ah! Joshua.≫ esclama tornando ad affaccendarsi con la criniera di Festo ≪Sta cercando Liliana o come si chiama lei≫
≪Cosa?!≫ sbotto.
Non ditemi che lo ha fatto davvero.
≪Hai sentito≫
≪Hai davvero mandato un semideo disarmato che probabilmente non sa neppure usare le forbici senza amputarsi le dita a cercare una figlia di Zeus che attira orde di mostri? Per di più in un fottuto bosco! Ma dico ti sei bevuto il cervello? Ci serve vivo!≫
Si gira (ancora) verso di me e ha tutta l'aria di volermi uccidere (ancora) con lo sguardo, ma si limita a scrollare le spalle.
≪Quanto sai essere stupido!≫ mi lamento chiudendo i pugni e battendo un piede a terra.
Mi incammino nel bosco pensando a cosa dovrò dire alla famiglia adottiva di Joshua quando gli riporterò il figlio in una scatola di legno e, come sottofondo, ascolto delle adorabili bestemmie da parte del figlio di Ade in greco antico.

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