XXVI

521 50 4
                                    

Eheheh ciao! Mi sento male, credo di avervi quasi uccise (?) dall'attesa, ma oggi sono vicina a tutte (e spero tutti) voi. Mancano poco più di 12 ore al sangue dell'Olimpo. AVADA KEDAVRA E IMPERIO a volontà. Sono una cosa tipo "devo sopravvivere fino alle cinque di oggi pomeriggio, poi potrò morire in pace". Ho pubblicato ora così ci sarà meno suspance, almeno spero. Ora mi dissolvo e buoni acquisti in libreria💕.

[Elena's point of view]

≪Sveglia, sveglia, sveglia!≫ mi urla una voce nelle orecchie.
Spalanco gli occhi e agito le braccia cercando, inutilmente, di colpire il mio assalitore. Mi rilasso quando vedo che è solo quello scemo di Leo.
La prossima volta che mi urla così nell'orecchio quando sono appena sveglia, giuro che...no, aspettate un secondo.
≪Mi sono addormentata?≫ chiedo agitata.
≪Si, lo facciamo tutti la notte, sai?≫ fa lui confuso.
Non potrà mai capire come mi sento. Mi sono addormentata e mi sono risvegliata il giorno dopo senza aver leso ancora di più il mio povero cervello. Non potrei essere più felice di così.
≪Nah. Lascia perdere.≫ dico io sorridendo.
Mi sento fottutissimamente di buon umore. Non avrei mai pensato che un giorno lo avrei potuto dire con tanta convinzione, perchè si: sto fottutissimamente bene.
Potrebbe cadere un'asteroide e ucciderci tutti, ma io continuerei ad essere felice.
≪Hai già fatto colazione?≫ gli chiedo alzando entrambe le sopracciglia.
≪No, Will mi ha detto di venire qua per portarti al padiglione. Sei libera!≫
≪Quale onore≫ dico sorridendogli, poi aggiungo ≪Allora, quando andiamo?≫
≪Anche subito≫
≪Bene≫
Scendo dal letto e guardo Leo.
≪Perchè mi fissi?≫ mi chiede.
≪Nulla, andiamo≫
≪Eh, calma. Come mai mi fissi?≫
≪Sono felice, non si puó essere felici?≫
≪Ti sono mancato così tanto? È grave≫
≪Ah. Non dicevo per te. Cioè anche, ma non prenderti tutto il merito del mio buonumore.≫ lo ammonisco spingendolo di lato ≪Possiamo andare adesso? Non mangio da svariati giorni≫
Il figlio di Efesto mi sorride e mi fa strada verso il padiglione - come se non sapessi dove sia - salutando dei ragazzi che parlottano tra loro e ci indicano quando gli passiamo abbastanza vicino.
Mi sento a disagio.
È come un deja vù. Si comportavano allo stesso modo quando sono venuta per la prima volta al campo. Dei, è strano.
≪Perchè ci salutano e perchè li saluti?≫ gli chiedo.
≪Perchè non dovrebbero salutare la nostra salvatrice?≫ fa Leo ≪Sinceramente non so chi siano, ma tanto vale approfittarne≫ e così torna a salutare delle ragazze che ci guardavano con un sorriso che partiva da un orecchio e arrivava all'altro.
Seguo anche io la 'dritta' di Leo e ogni tanto rivolgo dei sorrisi ai semidei. Mi ricordavo che fossero molti di meno. A furia di sorridere mi fa male la mascella.
Saluto Leo e mi dirigo al mio tavolo. A metà strada vengo bloccata per un braccio e mi volto.
≪Ciao.≫ mi saluta brusco un ragazzo biondo.
≪Ciao...? Ci conosciamo?≫ chiedo.
Non mi risulta di averlo mai visto prima, nè al campo nè in missione.
≪Sono Max≫ si presenta lui lasciandomi il polso ≪Max McFinley≫
Scavo nella mia memoria per cercare di capire se mi stia prendendo in giro o ci siamo davvero conosciuti, ma proprio non ne ho la più pallida idea.
≪Scusa, non ricordo di...≫
≪Ah.≫ mi interrompe rivolgendo un sorriso sarcastico ai ragazzi e alle ragazze del suo tavolo ≪Diventi famoso e ti dimentichi degli altri, no?≫
≪Non mi sono dimenticata di te!≫ sbotto infastidita ≪Non ti conosco proprio.≫
Max - o come ha detto di chiamarsi - aggrotta la fronte e mi squadra per bene prima di rivolgermi un sorriso che più beffardo non esiste.
≪Hai forse perso la memoria?≫ mi chiede poggiandosi con un gomito al tavolo.
Mi irrigidisco all'istante.
Il modo in cui l'ha detto, come mi sta guardando. È come se già lo sapesse, come se sapesse che davvero l'ho persa la memoria, ma non puó essere. Gli unici a saperlo sono il ragazzo dell'infermeria e Nico, non credo che sia il genere di notizia che si diffonde a macchia di olio, o mi sbaglio? Hanno già sventolato la notizia al mondo?
Mi ricompongo il più velocemente possibile e mi schiarisco la voce ≪No.≫
≪Hai esitato!≫ mi fa notare un ragazzo.
≪Ah. Ah. Ah. Davvero esilarante≫ dico in tono sarcastico ≪Se non ti dispiace, Max, io dovrei fare colazione≫ aggiungo dopo guardando con un finto sorriso il ragazzo.
≪Affamata dopo una lunga dormita, eh?≫ mi canzona lui.
≪Ma un po' di fatti tuoi?≫ gli chiedo alzando le braccia.
≪Come se non lo sapesse nessun altro≫
≪Insolente≫ borbotto facendo dietro front.
Mentre mi allontano sento le risate dei ragazzi che si fanno sempre più rumorose.
Che.
Nervi.
Vedi un po' se la mattina mi devono far agitare il sangue in questo modo.
≪Chi si rivede!≫ mi saluta Percy con un sorriso quando arrivo al tavolo destinato ai figli di Poseidone.
≪Buongiorno≫ lo saluto io.
Mi siedo e fisso il calice finchè non si riempie di spremuta di arancia.
La sorseggio guardando Percy da sopra il bicchiere. Mi guarda circospetto.
≪Che ti ha detto?≫ mi chiede brusco.
Wow. L'agitazione e la scontrosità di mattina sono nel DNA dei semidei. Buono a sapersi.
≪Nulla≫ rispondo io ≪Niente di importante≫
Poi appoggio il bicchiere sul tavolo e prendo un pezzo di cornetto al cioccolato. Mi piace mangiare tanto e bene, dovreste saperlo ormai.
≪Ah e quel niente li ha divertiti così tanto? Sono curioso≫ mi incita lui sventolandomi di fronte una fetta di toast.
≪Non hai un appuntamento con Annabeth? O cose del genere≫ chiedo io.
≪Cosa? No, dovrei?≫ fa lui agitato.
≪Calmo. Era solo per mandarti via da qualche parte. È forse successo qualcosa?≫
Percy morde il suo toast e inizia a parlare a macchinetta senza ingoiare.
≪Annabeth. È lei. Da tre giorni si è chiusa nella sua biblioteca e non ne è uscita. Sono preoccupato, si, anzi la preoccupazione mi sta mangiando il fegato, ad essere sinceri. Ma non mi va di disturbarla ho paura che si arrabbi. Non ho neppure la scusa di portarle la colazione perchè c'è già Malcom che le porta i pasti.≫
Okay.
Calmino.
≪Tu vai, disturbala, parlate e ti fai dire cosa succede, tu la rassicuri, vi baciate e fine≫ gli consiglio io e, abbastanza soddisfatta della mia scaletta, finisco la mia colazione aspettando che Percy si decida a parlarmi e a non fissare il vuoto con un sorriso stralunato stampato in faccia.
≪Sicura?≫ mi chiede incerto.
≪Puoi anche fare così, se proprio non ti piace il mio programma. Puoi andare lì e baciarla direttamente≫
≪Ci deve stare per forza il bacio?≫
≪Come se non ci avessi mai pensato tu≫
Percy alza entrambe le sopracciglia e poi sorride convinto ≪Sei ancora troppo piccola per queste cose≫
≪Ho quindici anni!≫ ribatto io.
≪Hai ragione≫ fa lui ≪Fin troppo piccola≫ e si alza dal tavolo.
Non sono troppo piccola, io.
Pff.
Come se lui non avesse mai dato un bacio prima dei quindici anni, perchè lo ha fatto vero?
Mentre vado a lezione di tiro con l'arco - con il nostro centauro preferito, nonchè Chirone - incrocio Piper di fronte a una cabina quasi completamente rosa. La saluto con un sorriso e lei agita la mano in risposta.
Sappiamo tutti che l'arco non è il mio forte, ma ci volevo provare e l'unica cosa che ho rimediato sono dei lividi enormi in tutto il corpo a causa della corda che continuavo a usare come fosse una chitarra. È peggio di un elastico quella cosa.
≪Elena, vieni un attimo≫ mi chiama Chirone.
Io raccolgo, ancora una volta, il mio arco caduto a terra e raggiungo il centauro.
Ha la faretra ormai mezza vuota perché il resto delle munizioni si trova nel centro esatto di un qualche bersaglio.
≪Chirone, io ci ho provato, ma credo che l'arco dovrebbero usarlo solo i figlio di Apollo≫ mi difendo in anticipo.
Il centauro aggrotta la fronte confuso, poi chiude gli occhi e agita l'indice a destra e a sinistra.
≪No, non ti ho chiamata per questo≫ mi informa lui ed io mi rimprovero perché ho sprecato una scusa per nulla ≪Volevo chiederti di chiamare Nico, Joshua e Liliana per riunirci alla casa grande dopo la prossima lezione≫
Sulla mia faccia spunta una smorfia che dovrebbe indicare la mia confusione. Come sa di Joshua e di Liliana? Ha già parlato con loro?
≪In questi giorni Nico mi ha fatto molte visite≫ mi spiega lui.
È come se mi avesse letto nella mente e mi sento ancora più confusa, ma annuisco.
≪Bene, ora puoi andare. Lascia l'arco li, se vuoi≫ mi dice il centauro indicandomi un bersaglio.
≪Posso lasciarlo a te? Non vorrei trafiggermi nel tragitto≫
Chirone annuisce ed io gli porgo l'arma. Mi incammino verso la cabina di Apollo per reclutare il primo semidio. Da qualche parte si deve pur cominciare, no?

il segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora