XXII

694 52 5
                                    

[Elena's point of view]

Guardo allibita gli occhi scuri di Nico mentre mi racconta la sua storia, più o meno, e ogni singola volta che si ferma per prendere aria lo incito, così eccomi qua: ≪E dopo? Che hai fatto?≫
≪Ho urlato a Percy che lo odiavo e poi l'ho salvato da un esercito di scheletri≫ conclude con un sospiro.
Non puó essere finita.
≪Sei... uhm... stato molto forte≫
≪Tu credi?≫ mi chiede ed io annuisco.
OVVIO CHE LO CREDA CHE DOMANDE SONO?
≪Come va?≫
≪Come va? Cosa?≫
≪Hai detto che sarebbe stato più facile parlarne, cambiato qualcosa?≫
Nico sembra pensarci su, come se stesse facendo una tac al suo cervello per valutare i pro e i contro.
≪Mh≫ risponde.
≪Mh che?≫
≪Mh. Mh≫ ripete.
≪A che gioco stai giocando?≫ chiedo alzando un sopracciglio.
Nico si gira verso di me e allunga una mano verso il mio volto. Tutti i muscoli mi si irrigidiscono e trattengo il fiato.
≪Non odiavi i sopraccigli alzati?≫ mi chiede lui abbassando il mio.
Vaffanculo vaffanculo vaffanculo.
≪Elena≫
≪Si?≫ chiedo scocciata.
Mi ha illusa...
"Ehi, che ti aspettavi?"
Nulla...
"E dillo...!"
Mai. Non ti diró mai che mi aspettavo di essere baciata e di sentire le sue labbra sulle mie. Merda.
"Il mio compito è concluso!"
Fottiti.
≪Allora?≫ mi scuote il figlio di Ade per un braccio.
≪Cosa eh? Ripeti, non sentivo≫
≪Perchè quel tono?≫
≪Quale tono!?≫ domando io cambiando posizione e mettendomi a gambe incrociate. Non puó davvero aver notato il mio "tono di voce alternativo".
≪Lasciamo stare... ora tocca a te≫ mi invita.
≪Già... ecco, vedi adesso va proprio meglio, perchè non riman-≫
≪Parla.≫ mi ordina ≪Subito≫.
Voglio sprofondare nella terra e non uscirne più. Perchè devo raccontarglielo? Si lui mi ha raccontato della morte di sua sorella...e si, sono stata sul punto di piangere. Avevano un ottimo legame, almeno così mi ha detto, è rimasto distrutto dalla sua perdita ed adesso capisco il perché del legame altrettanto forte formatosi con Hazel. Ma la mia storia è una cacchetta in confronto alla sua, potrei riassumerla con una frase: vede dei cornetti e si fa quasi uccidere.
Titolo da prima pagina.
≪Non accetto no≫ mi informa Nico.
≪Perchè ti interessa così tanto saperlo?≫ chiedo.
L'ho colto alla sprovvista perchè inizia a boccheggiare come un pesce. Quando credo che si sia trasformato in un animale della fauna marina, mi parla.
≪Perchè non dovrebbe interessarmi?≫
≪Perchè tu...≫ il dito che gli avevo puntato contro inizia ad abbassarsi perchè non trovo delle scuse, eh no, non le trovo proprio ≪Touché≫
Gli racconto dei cornetti, della vecchietta, del cane spuntato da una parete di legno, dei vetri rotti e della corsa da corridore Olimpico per arrivare da loro.
≪Ora puoi anche ridere≫ gli do il via libera, ma lui aggrotta la fronte.
≪Perchè?≫
≪Su non dirmi che non hai pensato neanche una volta quanto Elena sia stata stupida ad entrare in una cornetteria nel bel mezzo di una missione senza minimamente considerare i rischi≫
Spunta un sorriso sul suo volto e, ancora una volta, mi incanto come una demente.
≪Si, l'ho pensato≫ ammette lui.
≪Visto? Ma...ehi!≫
≪Cosa c'è? Sei stata stupida ad aver pensato solo a te stessa e a non aver pensato di prendere un cornetto anche per me≫
≪Pardon, la prossima volta te ne porterò una vagonata≫
≪Sarebbe meglio≫ commenta sorridente.
≪Puoi farlo ancora?≫ chiedo senza pensarci.
≪Sarebbe meglio≫ ripete storcendo la bocca. Non ha capito.
≪No, sorridi di nuovo≫
≪Cosa?≫ chiede lui, ma la sua voce risulta di un'ottava più alta del normale.
Faccio un mezzo sorriso per la sua voce stridula e allungo le mani fino a toccare le estremità delle sue labbra. Lui spalanca gli occhi e rimane immobile, fissandomi.
≪Sorridi di nuovo≫ ripeto e gli dipingo, letteralmente, un sorriso sul volto, poi scoppio a ridere.
Se qualcuno, qualche settimana fa, mi avesse detto che un giorno mi sarei ritrovata a "scambiarmi segreti" con Nico di Angelo in piena notte, probabilmente gli avrei riso in faccia, ma è proprio quello che sta succedendo.
A proposito di alcune settimane fa...
≪Ti ricordi cosa è successo durante il mio primo giorno al campo?≫
Benvenuti, signori e signore, al programma 'sfida la memoria di un semidio'!
Si batte un dito sul mento e storce la bocca, evidentemente sta pensando.
≪Ti ho fatto quasi cadere nel Tartaro, uau≫ risponde cupo.
≪Una bella gita negli Inferi, già. Comunque, so che non avevi intenzione di uccidermi.≫ gli ricordo io scherzosamente spingendolo di lato sorridendogli, ma lui non ride con me, si distende e guarda la chioma degli alberi assorto nei suoi pensieri con un espressione affranta tatuata in volto.
≪Cosa c'è?≫ chiedo sporgendomi verso di lui.
≪Che alla fine ti ho uccisa davvero, non li, ma l'ho fatto≫ dice freddo e si massaggia il volto con le mani.
Mi ha colpita sul vivo.
Ho cercato di dimenticarmi di quel giorno, per me e per gli altri. Chiudo gli occhi per impedire alle lacrime di scendere. Mi sto trasformando in una bambina lacrimosa, non va bene.
≪Non sei stato tu. È stata Elena≫ cerco di giustificarlo, ma mi ferma a metà frase.
≪No, ero io. Elena non c'entra, quando ho visto Hazel ho dato di matto, ma io volevo ucciderti, capisci?≫ mi chiede calcando la sua voce sulla parole 'volevo', come per evidenziarlo con un pennarello idealizzato.
≪Non lo pensi davvero.≫
≪Adesso no, o non staremmo a parlarne, ma io avevo tutte le intenzioni di farti fuori quel giorno≫
Mi metto sulle ginocchia e mi sporgo sul suo volto. Lui non si volta a guardarmi, quasi stesse osservando qualcosa dietro di me, ma molto più lontana.
≪Basta Nico, ti prego, basta. Cambiamo discorso? Ti piace la spiaggia?≫
≪Perchè non dovremmo parlarne?≫
≪Ma perchè dovremmo? Stavamo andando bene, niente tristezza e cosa così. Meglio esplodere di felicità, no?≫ chiedo alzando la voce abbastanza da fargli capire che deve starsi zitto, ma non mi da ascolto.
≪Perchè devi sapere, ne hai il diritto. Il bacio, ho creduto che, insomma...≫ si ferma, imbarazzato, ma non gli do la possibilità di continuare.
≪Non ho bisogno della tua pietà, lo sai? Non ho bisogno di nessuno solo perchè prova compassione. Io lo sapevo che era sbagliato!≫ alzo gli occhi al cielo in un verso di frustrazione.
≪Ma cosa stai farneticando?≫ mi chiede mettendosi a sedere e mi guarda con i suoi occhi scuri che non fanno altro che montare la rabbia nel mio petto.
≪Hai menzionato il bacio, perfetto, menzioniamolo≫ continuo ≪Esattamente, perchè mi hai baciata l'altra sera?≫
≪Io... ci deve essere un motivo?≫ mi chiede in tono accusatorio.
≪Non puoi certo andare in giro a baciare le persone senza motivo≫ lo incalzo.
≪Non intendevo dire quello!≫
≪Te lo dico io perché mi hai baciata≫ mi metto in piedi per potergli dare una bella strigliata e, mentre parlo, non fermo le lacrime, perchè la conclusione a cui sono arrivata non è certo la cosa più bella del mondo ≪Avevi paura che dopo quell'episodio non ti avrei più rivolto la parola, o chissà quale altra cavolata...era per pietà, per compassione, e quello che io credevo qualcosa di più, alla fine si è rivelato come un pezzo di carta sgualcito, un modo come un altro per poter dimostrare a te stesso che non sei la cattiva persona che pensavi di essere, ma sai cosa ti dico? che sei anche peggio di quello che pensavi di essere visto che hai fatto, ehm, quello che hai fatto, mi hai capita. Il dolore che si prova sapendo che tutto ció in cui avevi sperato era una cosa senza senso, infondata e patetica è la peggiore delle cose≫
Non ho ancora finito, ma ho bisogno di prendere fiato, sono pur sempre umana. Purtroppo Mister Compassione crede che abbia finito di urlargli contro e si alza per venirmi incontro e dirmi chissà quale altra cazzata sul fatto che mi sbagli e Bla Bla Bla, ma riprendo subito facendolo fermare a metà strada con le mani distese verso il buio.
≪Io in quel bacio ci avevo sperato, sai? Come una bambina che aspetta il Natale per ricevere un bel regalo, cosa stupida, ma si, è quello che ho fatto. Sono stata una stupida a pensare che tu avessi un cuore, perchè pensi solo a te stesso. Poi l'egoista sarei io? Sarebbe stato meglio se fossi morta sbranata da quel cane almeno avrei avuto la convinzione che il mio primo bacio sia stato qualcosa di vero, basato su sentimenti reali, invece così, non ho fatto altro che procurarmi altro dolore dimostrandomi che era tutta una farsa. Mi sento così dannatamente deficiente!Mi hai mentito: non avrei dovuto mai raccontarti niente. Un bel calcio dove so io sarebbe stato più che sufficiente a farti zittire e ad evitare il discorso, ma mi sono detta "Perchè no? Infondo si fa così fra persone che si amano. Proviamoci!" Il fatto è che mi sbagliavo e anche parecchio.≫
Vorrei continuare, alzare ancora di più la voce per dirgli quanto lo odio per avermi illusa, non mi frega un accidente che potrei svegliare Liliana i Joshua, anzi sarebbe meglio cosi potrebbero vedere quanto è stronzo Nico di Angelo, ma non ci riesco. Le lacrime mi inondano, letteralmente, il volto. Non riesco a fare niente oltre che singhiozzare. Mi sento le gambe molli e... uno schifo insomma. Immagino che staró anche peggio. Maledetto sia quel giorno che l'ho visto, ed ho incominciato a pensare in modo irrazionale; maledetta me, debole e innamorata. Avrei voluto non essermi mai innamorata per essere forte e non convivere con la paura di non essere corrisposta. Invece così, si è vulnerabili. Come un castello di sabbia corrosa dal vento, c'è ma non ci sarà per molto. Mi sento abbindolata, presa in giro e derisa da me stessa, perché in fondo l'errore l'ho fatto io.
Presa dai miei pensieri, non mi accorgo che Nico mi si è avvicinato un po' troppo e che adesso mi stringe a sè. Perfetto, assolutamente perfetto. Entrerà nella mia 'top ten' dei migliori momenti della mia vita.
Sicuro come la morte.
≪Non ho mai detto questo≫ sussurra il figlio di Ade mentre io cerco di fermare i singhiozzi per rispondergli per le rime.
Mi sento una di quelle ochette della scuola che si lamentano di essere 'sfruttate' nonostante loro se ne vadano in giro con un cartello con su scritto "usa e getta". Perchè io me la sono cercata. Me lo sono meritata, diciamocelo.
≪Lasciami≫ balbetto cercando di allontanare il petto del ragazzo dalla mia faccia, ma più che il petto anche tutto il resto del corpo.
≪Perchè dovrei farlo?≫
Perchè sei un coglione!
≪Perchè io ti odio. Ma è così difficile da capire? Mi hai mentito su una cosa che per me era molto più che importante. Io ho il diritto di odiarti ed è quello che provo per te adesso, e per sempre. Prendilo come un contratto.≫
Una risata sfugge dalle sue labbra, in altre circostanze sarei rimasta incantata da questo suono che ho potuto ascoltare così poche volte che potrei contarvele su una sola mano, ma l'unica cosa che ho voglia di fare adesso è quella di strangolarlo e consegnare il suo cadavere a quella vecchietta col matterello.
≪Già, mi odi≫ mi canzona.
≪Fottiti!≫ gli urlo contro così forte che quasi rischio di svegliare Joshua e Liliana, ma continuano a dormire come se niente fosse.
≪Okay, mi odi. Almeno sfogati prima di farmelo firmare, no?≫
Ah ah ah, che senso dell'umorismo!
E che faccio, adesso? Gli do la soddisfazione di vedermi corrergli incontro? Lo sbatto contro un albero finchè dalla sua testa non esce il sistema nervoso centrale?
Non so con quale forza riesco ad allontanarlo da me.
Quel che riesco a vedere tra le lacrime e il buio e pressochè un omino stilizzato in mezzo al bosco.
≪Perchè credi che sia per quello che ti ho baciata?≫
Mi asciugo le lacrime con i palmi delle mani, anche se serve a poco, riesco a vedere un po'meglio.
≪È così! Punto, perchè avresti dovuto farlo altrimenti?≫
≪Hai fatto tutto da sola, non ho mai detto quelle cose e neppure le ho pensate. Ti sei messa nei casini autonomamente, del resto è quello che sai fare meglio≫ dice con una punta di sarcasmo nella voce.
Questo mi strappa una piccola risata che peró risuona più come il lamento di un cervo agonizzante.
Sto per dargli ragione, che forse davvero ho fatto tutto da sola, ma poi mi riprendo.
Lo sa facendo, ancora.
≪Non ti credo, perchè dovrei? Mi hai presa in giro≫
≪Voi startene un po'zitta?≫
Emetto un verso di sorpresa.
Non mi abitueró mai alle maniere rudi di Nico, ma non c'è n'è bisogno. Finiró questa stupida missione e, se riesco a tornarne viva, mi rinchiuderó nella cabina tre per il resto dei miei giorni.
≪Non prendo ordini da...≫
≪Shh≫
≪Non prendo ordini da nessuno≫ ripeto convinta cercando di evitare di scoppiare in lacrime, ancora.
≪Non ti sto ordinando niente, è un consiglio≫
≪Guarda cosa mi ha fatto un tuo consiglio. Cosa mi fa credere che ti importi qualcosa di me? Che differenza fa? Elena c'è Elena non c'è! A te basta non avere problemi≫
≪Mi metti in bocca parole che non ho mai detto≫
≪Ti metterei una pietra in quella bocca adesso, sai? E tutta una cava di cemento insieme≫
≪Se ti fa stare meglio, fallo≫
≪Ma piantala!≫
Faccio dietrofront pronta a mettermi nel punto opposto alla sua posizione, lontano da lui e da ció che me lo possa ricordare per quanto più tempo possibile, ma mi blocca per un polso e io -inutilmente, posso aggiungere- tento di strattonare via le sue dita dal mio braccio.
≪Vattene≫ sussurro prima che la mia voce venga scossa da un altro singhiozzo. E io che credevo di non avere più liquidi in corpo.
Mi attira di nuovo a se e mi abbraccia, questa volta non faccio niente oltre che lasciarmi andare e finire definitivamente tutta l'acqua presente nel mio corpo, perchè mi appendo disperatamente alla speranza che per lui io significhi qualcosa.

il segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora