XXVII

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Ho finito ieri the Blood of Olympus.
Non riesco a credere che sia tutto finito. Ahh, mi devo trattenere *internal screaming*. Bene, se non avete ancora finito di leggere il sangue dell'olimpo, ma state per leggere questo, vi do un consiglio: CHIUDETE WATTPAD E GETTATEVI DI FACCIA NEL LIBRO DI ZIO RICK. Merita tutto ed è valso tutte le lacrime. Vi lascio alla lettura, grazie mille per i commenti e i voti. Non so cosa farei senza di voi :).

[Elena's point of view]

Ricordatemi di bussare prima di entrare nelle cabine degli altri, vi prego, ricordatemelo.
Richiudo subito la porta e cerco di rimuovere l'immagine di Joshua in boxer il più velocemente possibile, ma nulla. È ancora qui, tatuata a fuoco nella mia giovane mente condizionabile.
Certo che peró non è normale girare per la cabina mezzi nudi come se niente fosse, siamo comunque persone civili.
La porta della cabina di Apollo si apre lentamente e spunta il viso di Joshua, rosso come un peperone.
≪Joshua...io...≫
≪Non una parola con nessuno≫ fa lui brusco.
Esce completamente e chiude la porta alle sue spalle.
≪Secondo te sarei andata a sbandierare la notizia in giro?≫ chiedo stupita.
Ah no. Non lo avrei sicuramente fatto, anzi, sarei andata in ospedale per farmi lavare l'encefalo con il sapone, o la candeggina che è più potente.
≪Non si sa mai≫ si giustifica e si siede a terra incrociando le gambe ≪Allora, a cosa devo la tua intrusione?≫
Cazzo come siamo agitati!
≪Chirone ci vuole vedere alla casa grande, tra un ora circa, credo≫
≪Come credi?≫
Mi siedo a terra accanto a lui e lo guardo con un sopracciglio alzato ≪Che?≫
≪Niente. Allora alla casa grande tra un ora, okay.≫ dice Joshua annuendo.
≪Sai dov'è Liliana? Vuole vedere anche lei≫
Il figlio di Apollo aggrotta la fronte.
≪Quale parte della frase 'Liliana è partita' non ti è chiara?≫
≪Si puó sapere dove è andata?≫
≪Come non lo sai?≫
≪No. Se te lo sto chiedendo, non lo so. Cosa è successo? Lei sta bene?≫ mi affretto a chiedere.
≪Si, si, lei si, per fortuna, ma sua madre ehm...hai capito, no?≫
≪No, non ho capito. Cosa le è successo?≫
Se non si muove a parlare potrei vomitare l'anima. Mi sta mettendo ansia.
≪C'è stato un terremoto≫ dice Joshua tutto d'un fiato.
Ci metto alcuni secondi per apprendere ciò che è successo.
≪Lei è...insomma...è?≫
≪Chi? Sua madre? Ieri le hanno fatto il funerale, vedi un po' tu≫
Mi porto una mano alla bocca.
Non mi aspettavo tutta questa sfortuna. Perchè i terremoti devono per forza uccidere? Non possono limitarsi a far ballare i piatti sulla credenza invece di soffocare le persone sotto le macerie o schiacciarle sotto pezzi di muro?
≪Eh, lo so≫ Joshua mi poggia una mano sulla spalla.
≪Come lo ha saputo?≫ chiedo io.
Mi dispiace davvero tanto per Liliana. Se dovesse succedere una cosa simile a mia madre credo che perderei il senno. Mi lascerei morire in una stanza buia piuttosto che continuare a ricordarmi che lei non c'è più. Mi viene la pelle d'oca a pensare a come possa stare in questo momento.
≪Le notizie girano, quello è stato un terremoto tremendo≫
≪Non sapevo che Hot Springs fosse una zona sismica a rischio, sinceramente≫
≪Hot Springs?≫ Joshua aggrotta la fronte e mi guarda storto ≪Perchè Hot Springs?≫
Mi stringo nelle spalle ≪Lei era lì quando siamo andati a prenderla, ho pensato che vivesse con sua madre, come me e te≫
≪Tecnicamente, io avevo anche un padrino≫ mi fa notare lui ≪Che odiavo e lei non era la mia vera madre, ma sono particolari e comunque sua madre viveva in Palestina, nello stato di Israele.≫
≪Era Ebrea?≫ chiedo.
≪Hai qualcosa contro gli Ebrei?≫ mi chiede sulla difensiva.
≪No! Volevo solo sapere≫ chiarisco io.
Adesso ci manca solo il razzismo.
Che, apro e chiudo parentesi, trovo sia un'atteggiamento infantile. Il razzismo è male. Ricordatevelo. E ricordatelo ai vostri amici, figli, parenti, cani, gatti, criceti, unicorni, panda e piante di eucalipto.
≪Mi ricordi come sei stata riconosciuta da tuo padre?≫ mi domanda.
≪Ah, lunga storia. Ti basti sapere che mi fluttuava un coso strano sulla testa≫
≪Un coso strano? Spiegati meglio≫
≪Un tridente! Non mi veniva il nome. E ti cos'hai visto sulla tua testa? Sono curiosa≫ chiedo sfregano le mani tra loro.
Joshua si stringe nelle spalle e guarda il simbolo appeso sopra la casa della cabina di Apollo.
≪In realtà... non mi è spuntato nulla sulla testa≫
Spalanco gli occhi e la bocca.
Vuol dire che non è stato riconosciuto.
≪Come lo sai che sei un figlio di Apollo allora?≫
Il ragazzo rotea gli occhi e mi guarda torvo.
≪Se non fossi figlio di Apollo potrei fare questo?≫ mi chiede.
Per un'attimo ho paura di vederlo prendere fuoco (Leo Valdez, il ritorno), ma semplicemente evoca un fascio di luce dal nulla. Roba da tutti i giorni.
Rimango incantata nel vederlo, sembra un piccolo sole.
≪E dire che non è la prima volta che lo vedi≫ fa lui chiudendo la luce nel palmo.
Sorrido un ultima volta verso la luce che si affievolisce sempre più e mi alzo battendo le mani sui pantaloni.
≪Be'. Io vado a chiamare Nico. Tu invia un messaggio Iride a Liliana e salutamela≫ mi incammino verso la cabina di Ade, ma Joshua mi raggiunge e mi blocca per un braccio.
≪Come lo invio?≫ mi chiede in imbarazzo.
≪Non te l'ho mai detto?≫ domando stupita.
Lui scuote la testa e con il braccio libero gli indico la casa di Iride.
≪Chiedi di Abby e fatti aiutare. Ah, tieni≫ frugo nella tasca alla ricerca di una dracma, ma poi mi ricordo di aver cambiato pantaloni ≪Anzi, fatti prestare una dracma, gliela restituirò.≫
≪Una dracma? Cos'è un dolce?≫
≪Tu dille così≫
Joshua si limita a inarcare le sopracciglia e poi va in direzione della cabina.
Cammino verso la casa di Ade che spicca, in un certo senso, fra tutte le altre. Cioè, non è che spicchi, ma si riconosce subito. Porticato nero, scheletro bianco appeso alla porta tutta nera, se non lo si capisce così!
Ammetto che questa cabina è la più inquietante che io abbia mai visto, ma devo entrarci paura o non paura.
Busso un paio di volte e aspetto la risposta di Nico dall'altro lato. Per quanto mi alletti vederlo in boxer, non mi sembra il caso.
"Placa i tuoi ormoni!"
Shh, sono un'adolescente. È questo che fanno gli adolescenti: film mentali.
Busso di nuovo, non avendo ricevuto risposta, e aspetto, ma dopo aver passato almeno dieci minuti ad aspettare decido di entrare.
Apro appena la porta e sbircio dentro la cabina, poi apro un po' di più la porta in modo da entrare e la richiudo alle spalle.
Mi appoggio ad essa senza osare muovere un passo.
≪Nico?≫ chiamo.
Nessuna risposta, forse è uscito o si è svegliato tardi ed è andato adesso a fare colazione.
≪No no no.≫ risponde dopo una voce.
Mi irrigidisco e mi premo ancora di più contro la porta.
Mi guardo intorno aspettandomi un attacco da parte di un mostro, ma i secondi passano e non ne spunta fuori neppure uno. La cabina è vuota.
≪Basta.≫ continua la stessa voce.
Con il cuore in gola lascio vagare lo sguardo per tutta la stanza finchè i miei occhi non cadono su un movimento delle lenzuola, un movimento impercettibile.
≪Andate via!≫ urla all'improvviso facendomi saltare sul posto, le lenzuola si muovono in modo brusco, poi riprendono a tremare come poco prima.
Raccolgo tutto il coraggio che ho, insieme alla pazzia, e sposto le lenzuola con uno strattone.
Trattengo il fiato quando le coperte toccano terra lasciando il materasso scoperto.
≪Nico!≫ lo chiamo scuotendolo per le spalle.
Trema come una foglia scossa dal vento, ha i capelli bagnati di sudore e appiccicati ai lati del viso, il volto concentrato nel digrignare i denti.
≪Svegliati!≫ urlo strattonandolo ancora più forte.
Mi fa male vederlo così.
La vista mi si appanna per qualche secondo e sbatto le palpebre per cacciare il velo di lacrime che mi si era formato di fronte agli occhi.
L'ho già detto che credo di starmi trasformando in una ragazzina frignona?
Bene, allora lo ripeto.
Continuo a scuoterlo finchè non si calma e apre gli occhi. Avrei preferito che continuasse a tenerli chiusi dato che sono cerchiati di rosso, come se avesse bevuto una tanica di tequila prima di addormentarsi.
≪Era solo un sogno≫ lo rassicuro.
Respira e inspira lentamente per tranquillizzarsi ed io mi butto di schiena sul letto stremata.
Non sembra, ma è stato faticoso, poi se ci aggiungiamo l'ansia.
Giro la testa nella sua direzione e vedo che sta ancora tremando, mi chiedo cosa abbia potuto ridurlo così.
≪È tutto okay, è passato≫ dico mettendomi seduta accanto a lui.
Con un sospiro appoggia la sua testa sulla mia spalla ed in un primo momento mi sento in imbarazzo, poi appoggio la mia sulla sua.
È una situazione strana, non mi aspettavo una reazione del genere. Mi aspettavo di essence cacciata a pedate per tutte quelle cose che gli avevo detto quando mi ha parlato di Bianca. Non ho mai pensato che avessimo chiarito e forse non lo abbiamo mai fatto e mi odia e vuole semplicemente qualcuno su cui poggiare la testa perchè le spalle umane sono più comode dei materassi. Ma già il fatto che non mi abbia urlato contro di evaporare mi fa sentire come se avessi scalato una montagna con un gigante sulle spalle e sia appena arrivata alla cima.
Rimaniamo fermi per parecchio tempo, credo. L'unico rumore udibile è quello dei nostri respiri.
≪Va meglio?≫ gli chiedo infine.
≪Si≫ mormora lui.
Sistemo la mia testa per evitare di farla penzolare di lato e poso lo sguardo sulla parete destra della cabina.
≪Ne vuoi parlare?≫
Nico scuote la testa facendo, di conseguenza, muovere anche la mia.
≪Si che ti va≫ lo incito.
≪No, invece≫ ribatte sicuro.
≪Non mi muoverò di quì finchè non mi avrai detto cosa hai sognato≫ lo minaccio.
≪Strano...≫ mormora lui.
≪Cosa?≫
≪La tua voce, è strana. Rimbomba≫
≪Sarà perchè hai il tuo orecchio poggiato sulla mia spalla?≫
Anche se non posso vederlo posso immaginare la sua faccia.
≪Io non credo...≫
≪Non cambiare discorso≫
≪Perchè dovrei dirtelo?≫
≪Me lo devi, semplice≫ spiego.
≪In che senso?≫
≪Hai idea della paura che mi hai fatto prendere quando sono entrata? Sarei potuta morire.≫
≪Sai cosa si prova, adesso≫
≪Come, scusa?≫
≪Sai cosa si prova. Più o meno è la stessa cosa che mi è successa quando vi abbiamo trovate a New Orleans≫
≪New Orleans?≫ ripeto confusa.
≪Ah, vero. Come se non l'avessi detto≫
Credo che quest'amnesia sia non poco grave ed è purtroppo nella lista dei problemi da risolvere. Almeno per adesso.
≪Sgancia≫
≪Vuoi dei soldi? Sei impossibile≫ si lamenta alzando la testa e guardandomi fisso negli occhi con i suoi cerchiati di rosso.
Io sorrido ≪Non voglio i tuoi soldi, figurati. Tu mi dirai cosa hai sognato ed io non ti faró nessuna domanda su New Orleans≫
Nico sembra soppesare la mia richiesta. Ogni tanto gli capita di scuotere la testa o di annuire e mi sta venendo mal di testa a guardarlo.
Nel frattempo mi soffermo sull'armadio della cabina. È aperto per metà e riesco a vedere la maggior parte dei suoi vestiti, neri ovviamente. L'unico tocco di colore è dato da qualche teschio bianco. Mai sia a trovare una maglia del campo mezzosangue in quell'armadio: porta il malocchio.
C'è il malocchio nella mitologia Greca?
≪Solo perchè sei tu≫ dice, infine, Nico.
≪Io?≫ sorrido con un lato della bocca.
≪Eh, tu.≫
≪E chi sarei io?≫ chiedo con una smorfia.
≪La tua perdita di memoria sta peggiorando?≫ mi domanda mettendomi una mano sulla fronte, come per misurarmi la febbre.
Io la sposto ≪In che senso 'perché sono io'?≫ chiedo.
Il ragazzo sgrana gli occhi ed evita il mio sguardo mentre le sue guance si fanno più rosse.
≪Perché...perché...lo sai, perché≫ farfuglia lui.
≪Rinfrescami la memoria, su≫ lo sfido sorridendo.
Tutto mi sarei aspettata, di essere presa a schiaffi, di vedere degli oggetti volarmi a pochi centimetri dalla faccia, di ritrovarmi rinchiusa nell'armadio, di tutto e di più, ma mai mi sarei aspettata di essere baciata.
Non grazie a questa richiesta e non in questo momento.
Mi sono ritrovata sul materasso con il viso a distanza nulla da quello di Nico, così, senza preavviso.
Unisco le mani dietro il suo collo e accenno un sorriso.
Ehi. Non ho certo detto che mi dispiacesse, ma solo che non me l'aspettavo.
≪Nico. Chirone ti vuo...≫
Ci giriamo entrambi verso la porta. Mi sento la faccia come un calorifero mentre guardo Joshua raccogliere la moneta che gli era caduta sul pavimento.
≪Non si usa bussare?≫ sbraita Nico mettendosi in piedi.
≪La prossima volta...≫ ci rimprovera il figlio di Apollo ≪...mettete un cartello.≫
≪E cosa dovremmo scriverci?≫ chiede nervoso il figlio di Ade.
≪Non entrare: scopata in corso, ti dice nulla?≫ propone beffardo.
≪Razza di pervertito!≫ gli urlo lanciandogli contro la prima cosa che mi capita.
Un ciondolo di metallo puó fare male abbastanza da far piegare in due una persona? No, non puó, ma dovrebbe.
≪Su, scopamici, Chirone ci aspetta≫ dice infilandosi qualcosa nella tasca.
Mi alzo di scatto e supero Nico. Mi posiziono di fronte a Joshua e gli punto l'indice alla gola.
≪Io non sono la scopamica di nessuno≫ dico scandendo bene le parole.
Alzo il ginocchio abbastanza da colpirlo 'dove non batte il sole' e lo spingo di lato. Non mi volto nemmeno e apro la porta, ma prima di uscire faccio un passo in dietro e guardo Joshua ≪Spero sia diventato donna≫.
Mi chiudo la porta alle spalle cammino nella direzione della casa grande.

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