XXXXVIII

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[Elena's point of view]

Mi chiedo che cosa volesse dirmi Abby mentre Nico mi tiene sotto la sua presa d'acciaio. Cosa crede? Che possa scappare? bah, praticamente fuoristrada.
Faccio mente locale di tutte le cose che dovevo fare e stranamente mi ricordo di non aver dimenticato nulla, ed è principalmente per questo che strattono il braccio di Nico finché non si deicide a guardarmi.
≪Cosa c'è?≫ mi chiede con tono seccato.
≪Vorrei sapere dove mi sta trascinando, se non le arreca disturbo oh egregio cavaliere dall'armatura lucente≫ ci scherzo su accompagnando il tutto con un inchino.
≪Stiamo andando in armeria, oh donzella≫ mi asseconda continuando a camminare.
Alzo lo sguardo e sotto la forte luce che risplende sul ferro dell'armeria distinguo solo un bagliore accecante che mi fa distogliere lo sguardo. È passato moltissimo tempo da quando ci sono stata e mi chiedo perchè ci debba tornare.
≪Perchè?≫
Nico mi guarda come se fossi una psicopatica e con una smorfia ripete ≪Perché?!≫
Io annuisco senza capirci nulla; la mia domanda è lineare e logica: chiede una spiegazione a questa assurda situazione.
≪Ma ti sei sentita mentre parlavi?≫ mi chiede Nico in senso sarcastico ≪Quella spada è l'arma più potente che ci sia sulla faccia della terra.≫
≪Quindi?≫ chiedo.
Apprezzo il suo complimento, ma non trovo un nesso tra la mia spada e l'armeria, tranne se... VUOLE TOGLIERMI LA MIA SPADA!
≪Ma... perchè? Elena ha detto che Atena mi aveva predestinata a questa spada. Perchè dovrei cambiarla?≫
≪Ti ha quasi uccisa ed io devo evitare che tu muoia. Concetto lineare, non trovi?≫
≪Ma... io voglio tenere questa spada. Non voglio cambiarla≫
≪Sei quasi morta! Nessuno rischierebbe ancora.≫ si gira verso di me e mi prende per le spalle ≪Senti, non so cosa ti leghi a quella spada, ma non credi sia sciocco continuare a tenerla? Potrebbe uccidere anche i mortali≫
Il pensiero di abbandonarla mi crea una specie di mancanza, come se mi mancasse già da adesso. Una cosa molto strana, lo so, ma non ha senso separarmene, non ora.
≪Se credi che non sia in grado di gestirla, è un conto. Posso allenarmi, se credi sia giusto≫ garantisco con un sorriso.
≪Questa spada≫ prende il mio ciondolo fra le mani e leggo chiaramente che la odia ≪è malvagia
≪Non è stata lei ha creare Elena, né il suo odio. Perché te la vuoi prendere con lei?≫
≪La vuoi tenere davvero?≫ mi domanda squadrandomi per cercare un segno di debolezza ≪Sicura?≫
Io ingoio la paura che mi stanno trasmettendo i suoi pozzi senza fondo che ha al posto degli occhi e annuisco ≪Sicura≫
≪Non ti capisco≫ borbotta infine.
Poi cala il silenzio.
≪Allora, che si fa?≫ chiedo.
≪Visto che la vuoi tenere≫ sbuffa, ma non noto del dispiacere nella sua voce ≪Andiamo ad allenarti≫
Sentendo quel 'ti' mi rendo conto che ha proprio intenzione di prendere sul serio quello che gli ho detto. Io scherzavo, mica facevo sul serio. Non vedo come allenarmi possa rendere meno malvagia la mia spada, ammesso che lo sia -cosa che non credo affatto-, ma non dico nulla e lo seguo nella palestra.
Quando arriviamo, ci sono solo alcuni semidei, poco più grandi di noi che combattono tra loro. Il rumore metallico delle lame che cozzano riecheggia nell'aria come se fosse un eco. Sono tutti imbottiti di protezioni e, oltre a sembrare dei panda obesi, sembrano non molto a loro agio. Dentro di me spero che non me le faccia mettere, non per un fattore estetico, ma perchè mi sentirei... con del peso in più e credo che a mala pena sosterrò il mio peso effettivo.
≪Iniziamo con qualcosa di semplice≫ mi avvisa Nico estraendo la sua spada nera.
Vedendola mi viene automatico pensare a quando mi ha parlato della 'seconda grande profezia', non mi ricordo esattamente quando e dove, ma so che me ne ha parlato. Rammento vagamente la conversazione, ma mi ricordo la sua autodefinizione, a mio parare, la più strana del mondo. Quella volta mi aveva detto esattamente così: "hai di fronte il Re degli Spettri". Cosa strana, lo so, ma che volete da me? ho solo riportato quello che mia aveva detto lui.
≪Ci sei?≫ Nico mi richiama alla realtà e impugno la mia spada, accantonando il ricordo da un'altra parte.
≪Per ora devi solo parare i miei colpi, va bene?≫
Io annuisco e mi preparo.
Mi prende alla sprovvista attaccando velocemente e il massimo che riesco a fare è spostarmi di lato. Alzo lo sguardo allibita dalla velocità del colpo su Nico che mi guarda con gli occhi sgranati ≪Scusa, troppo veloce≫
Ammetto di essermi offesa; non voglio che creda che io non sia in grado di sostenere i suoi colpi.
≪No, ero io ad essere distratta. Riproviamo≫
Mi guarda come per farmi cambiare idea con lo sguardo, ma seppure riluttante attacca.
Io straordinariamente riesco a deviarlo. Rimedio un livido sul fondoschiena per la caduta, una mezza storta al polso, ma cavoli, l'ho parato.
Mi rialzo subito e muovo il polso molto velocemente per controllare che non sia rotto, poi ritorno in posizione e attendo che lui attacchi.
≪Ancora≫ lo incito.
Lividi su lividi e storte su fratture.
Ma alla fine riesco a stare al suo passo e ad incassare i colpi e mi rendo conto di una cosa che mi fa letteralmente cadere un macigno dal cuore.
Non ci penso più da molto, ma mi torna in mente quando Nico mi aveva detto che lui aveva intenzione di uccidermi. È impossibile, fisicamente impossibile che abbia voluto perchè si sarebbe comportato così, se non peggio invece che tentare la 'fortuna' e lanciarmi la spada appresso come se stessimo giocando a palla avvelenata.
Sorrido tra me e me e Nico lo interpreta come felicità per la riuscita dell'allenamento.
≪Ti faccio i miei complimenti≫ si congratula rinfoderando la spada ≪Non sei male≫
Io lo guardo interrogativa, ma molto interrogativa, potrebbe spuntarmi un punto interrogativo sulla testa, stile manga ≪Mi hai già vista combattere: per completare la missione di Naponos, ricordi?≫
Nico ripete le mie parole sottovoce poi gli spunta un largo sorriso sul volto e mi butta a terra -okay, quasi- per abbracciarmi. Appena lo vedo venirmi in contro mollo la spada a terra che cade con un tonfo per non infilzarlo e con la paura dipinta sul mio volto mi irrigidisco tipo trave di legno e aspetto l'impatto: violento come uno tsunami.
Nico mi sembra euforico come una bambina con una bambola nuova e mormora cose tipo 'ha funzionato'. Cosa esattamente?
≪Uau, sono stata molto brava≫ commento sarcasticamente.
≪Te lo ricordi? Te lo ricordi!≫
≪Cosa! Aspetta, che?≫ faccio confusa e mi piego per prendere la spada.
≪Te ne stai ricordando, la tua memoria. Rammenti o ti sei scordata di avere avuto un' amnesia?≫
Sorrido con un lato delle labbra ≪Battuta di spirito?≫
≪Sono serio≫ mi dice, poi sentendo il corno di Chirone avvisarci per il pranzo mi incita a muovere le mie gambe molli.
Resta il fatto che quella era una pessima battuta.

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