XXXXVI

336 27 0
                                    

[Elena's point of view]

Prendo un lungo respiro e rilasso i muscoli.
≪Posso chiederti una cosa? Ma devi rispondere in modo sincero≫
Nico rallenta il passo e mi rivolge uno sguardo prima di farmi un'altra domanda.
≪Perchè mi stai chiedendo se puoi farmi una domanda?≫
≪Ho voluto precisare: in modo sincero≫
≪Okay, puoi... non riesco a credere che me lo stia chiedendo≫
≪Cosa?≫ chiedo.
≪Non hai mai chiesto il permesso a nessuno, hai sempre fatto e detto quel che volevi, mi stupisce che me lo abbia chiesto.≫
≪Sto imparando in fretta≫ sorrido, ma si affretta a smontare le mie convinzioni.
≪Non stai imparando, stai cambiando≫
≪Ma tu mi hai detto che sarei dovuta essere più responsabile e razionale.≫ lo guardo non capendo esattamente dove voglia andare a parare, ma evito di continuare per questa via e imbocco una scorciatoia, meno nociva per tutti ≪Puoi soltanto rispondere alla mia domanda?≫
Ci pensa un po' su, come se volesse dirmi qualcosa di diverso dal ≪Si, dimmi≫ che ha invece pronunciato.
Getto un occhiata al padiglione e per fortuna dista abbastanza da potermi permettere delle spiegazioni e vado avanti con la mia domanda ≪Come facevi a sapere della fiala, e di Liliana?≫
Mi guarda con la coda dell'occhio come se voglia controllare che io sia effettivamente io e non un robot, poi si sporge verso di me e parla più a bassa voce.
≪Dopo il falò, ero con Joshua ad allenarmi. Stavamo parlando del fatto che tu ci avessi nascosto che tuo nonno fosse Zeus e, quando siamo usciti dalla palestra, Chirone, Annabeth e Percy erano vicini al fuoco a parlare. Ci siamo avvicinati, ascoltato la conversazione ed abbiamo concluso la stessa cosa.≫
Mi aspettavo continuasse e lo invito a raccontare ancora ≪Ovvero?≫
≪Ne hai combinata una delle tue≫ conclude, con un sorriso.
≪E avete deciso tutti insieme di mandarti sotto la mia finestra?≫
≪No, a dire il vero nessuno lo sa e preferirei che nessuno lo sapesse.≫
≪Perchè?≫ gli chiedo stupita ≪Guarda che non hai fatto nulla di male≫
Lui sorride con un lato della bocca e alza gli occhi al cielo divertito ≪Ho violato il coprifuoco e non ero nella mia cabina, basta e avanza≫
Io alzo le spalle e mi perdo nel guardare le onde della baia, la luce che si riflette sull' acqua e i granelli di sabbia pensando che quello che ha fatto non è proprio per nulla qualcosa di cui dovrebbe pentirsi -tranne se dovesse avere un raffreddore-, anzi, è stato dolce, e immersa nei miei pensieri sdolcinati, che sicuramente non mi appartengono, non mi accorgo del fatto che Nico mi abbia lasciata impalata a pochi passi dal padiglione. Lo cerco tra i ragazzi seduti e quando lo trovo, lo vedo sorridere verso di me e poi puntare il suo sguardo sul suo piatto.
Io alzo un sopracciglio, rivolgendogli un muto perchè?, ma non mi risponde, preso dalla sua colazione.
Vado verso il mio tavolo e getto un occhiata su quello dei figli di Ares, scorgo quel ragazzo, Max, ma oggi non fa commenti sarcastici; mi rivolge uno sguardo poco prima di alzarsi e andare via da qualche parte, ma è uno sguardo come tanti.
Non riesco proprio a ricordarmelo, possibile che mi abbia mentito?
Troppe paranoie di mattina.
Mi rimpinzo per bene, con biscotti, cereali, cornetti (okay, non così tante cose, ma le avrei mangiate) e latte finchè non sento lo stomaco piangere pietà.
Prima di alzarmi lascio correre lo sguardo attorno a me per cercare Nico che stranamente sta ancora finendo la sua colazione, così mi risiedo e mangio ancora qualche biscotto; osservo i semidei allenarsi e, quei pochi nullafacenti, parlare a gruppi poi tra di loro. Improvvisamente mi torna alla mente come un flashback quando Nico mi ha parlato del fatto che Joshua sapesse che Zeus fosse mio nonno e mi sorge automaticamente una domanda che sarebbe dovuta sorgere prima: come.
Come ha fatto a saperlo? Glielo ha detto Nico? Oppure Liliana?
Neppure a farlo apposta e lo vedo passare, dritto verso la spiaggia, dalla sua cabina alla distesa blu oceano, con i capelli biondi leggermente spettinati e quel suo ciuffo che gli ricade sulla fronte ad ogni passo. Per fortuna non si gira nella mia direzione e mi accorgo solo adesso, quando rilasso i muscoli, di essermi irrigidita e di aver trattenuto il fiato finchè non si è trovato fuori dal mio campo visivo.
≪Prossimo punto sulla lista?≫ mi
chiede Nico alle mie spalle facendomi saltare dallo spavento.
≪Avvisare mia madre, credo≫
≪Andiamo dai figli di Iride≫ mi incoraggia Nico.
Io mi alzo e lo seguo, camminando al suo fianco.
Oggi l'aria è umida, ma non riesco ancora a capire come diamine faccia a portare il giubbotto con se. Cavoli, sento il sole abbrustolirmi la schiena e le spalle, come può lui non sentirsi bollire?
≪Come ha saputo Joshua che Zeus è mio zio?≫ chiedo, per rompere il silenzio.
Nico non mi risponde e non mi guarda neppure, ha lo sguardo di fronte a sè e uno strano sorriso sul volto.
≪Perchè sorridi?≫
≪Uh... io?≫ mi chiede, come se non si fosse accorto della mia domanda precedente, così gliela ripeto ≪Chirone, lo ha detto a tutti il campo ieri al faló≫
Mi fermo seduta stante piantando i piedi nell'erba e fermo Nico per una manica del giubbotto.
≪Chirone lo ha... detto a tutti? TUTTI? Tutti tutti? Proprio tutti?≫ e prima che possa continuare ad usare il vocabolo 'tutti', la mano di Nico mi impedisce di parlare.
Mi scanso velocemente, stupita dal tocco e dalle scariche di elettricità scaturite da quel tocco insapettao che mi hanno letteralmente fuso i neuroni per qualche secondo, ma anche per la temperatura della sua pelle: nonostante posso benissimo vedere il fumo che divampa dai suoi vestiti le sue dita sono fredde come una lapide.
≪Tutti. Tutti, mancavi solo tu, ma quasi nessuno ha fatto caso alla tua assenza. Ora andiamo, tua madre potrebbe essere davvero preoccupata.≫
≪Come sarebbe a dire che quasi nessuno si è accorto della mia assenza? È un modo carino per dirmi che nessuno si interessa di me?≫
Nico scuote la testa ≪È un modo carino per dirti che la maggior parte di loro era presa dal tuo albero genealogico per dare realmente attenzione a te e che alcuni, ma pochi, te lo devo dire, credevano stessi già dormendo≫
≪Andiamo va, mia madre sarà preoccupata≫ dico superandolo.
Mentre riprendiamo la strada per la cabina di Iride mi chiedo come possano pensare che io mi sia potuta addormentare così presto (saltandomi la cena e i marshmallow al faló, tra l'altro). Io non sono un tipo che dorme molto, infondo. Si, mi piace rimanere a letto, ma senza dormire, anche solo guardare il soffitto, per riposare il corpo e lo spirito. Se dormo, è perchè sono distrutta o non ho nulla di meglio da fare.
Arriviamo alla cabina di Iride e, come in fondo mi aspettavo, Abby mi accoglie con un abbraccio.
≪Elena! Sono settimane che non ci vediamo? Come va?≫
≪Bene, davvero bene. E a te?≫
≪Bene, grazie. Nessun problema con il nonno?≫ mi sorride e poi getta un occhiata a Nico alle mie spalle, poi di nuovo si riferisce a me ≪Dovrei parlarti di una cosa, Elena, hai tempo?≫
≪No, nessun problema con lui≫ le rispondo accompagnandola una smorfia ≪Adesso devo contattare mia madre con il messaggio Iride, dopo si, di quello che vuoi≫ ricambio il suo sorriso e prendo una dracma dalla tasca dei jeans.
Ripeto sistematicamente il ringraziamento a Iride e osservo l'immagine di mia madre intenta a riposare sul divano, formarsi nell'aria. Con i capelli scuri sul volto, la testa appoggiata sulla mano, il plaid marrone sulle gambe e una tazza di thè ormai gelido sul tavolino di fronte a lei, mi ricorda molto la nonna. Sono ormai anni che non la andiamo a trovare, ma me la ricordo sempre così, con una coperta e una tazza di thè sulle gambe.
La chiamo in un sussurro ≪Mamma≫
Vorrei poterla scuotere per un braccio, come lei faceva tutti i giorni per svegliarmi per andare a scuola, con il suo tocco leggero e affettuoso. Non posso, scuoterei l'aria.
≪Mamma≫ riprovo, alzando di più la voce.
Non accenna al minimo movimento e sento crescere una strana sensazione nel petto, opprimente. Per qualche motivo non la chiamo ancora, mi soffermo sul salotto, il pulviscolo che si intravede grazie ai primi raggi di sole, il suo cellulare che di solito non tace mai ma è continuamente bombardato da e-mail e messaggi. Quella sensazione opprimente preme ancora, forte e decisa.
≪Mamma? Mamma, sono io≫ alzo ancora la voce, con l'intenzione di farmi sentire.
Nessuna risposta se non un silenzio che fa anche troppo rumore. Neppure nella cabina vola una mosca, tutti siamo concentrati sull'immagine di mia madre.
≪Sono viva, sono qui. Mamma, mi rispondi? Mamma?≫
Il silenzio, mi dice tante cose, ma non le voglio ascoltare, così urlo con la gola che brucia e gli occhi che faticano a mettere a fuoco.
≪Mamma!≫
Scuote la testa e si solleva all'impiego facendo cadere il plaid. Si guarda attorno disorientata, osserva la sua tazza da thè per poi guardare nella nostra direzione.
≪Buongiorno≫ mi saluta con uno sbadiglio ≪Ti sei alzata pres... Elena? Per gli Dei, sei davvero tu? La mia bambina... Oh, Elena, stai bene?≫
Con le sue parole sembra riuscire a guarire ogni piccola cicatrice, persino quello squarcio che sentivo aprirsi nel petto.
≪Mamma, mi sei mancata davvero tanto.≫
≪Come stai? Ti vedo bene, si, ma come stai?≫
≪Mh... Uh... Bene≫ farfuglio.
≪"Mh... Uh... Bene"? Cosa c'è? Credi di potermi prendere in giro?≫ mi ammonisce puntandomi con un dito.
≪No... sono solo stanca≫ sorrido e do una leggera gomitata a Nico che ha tossito in modo sarcastico ≪ed emozionata, mi sei mancata tanto≫
≪Oh, anche tu, ma sei sicura di stare bene? Guarda che puoi, anzi devi dirmelo se qualcosa non va bene≫ dopo avermi detto questo, lancia un'occhiataccia a Nico ed Abby.
Loro la notano come ho fatto anche io e li sento irrigidirsi alle mie spalle. Hanno smesso persino di respirare.
≪No, mamma. Loro non c'entrano nulla, sto benone. Tu invece? Non stai andando a lavoro?≫
≪Oh, si che ci vado≫ mi risponde seria, poi mi mostra la barra notifiche del suo cellulare dove si possono leggere a caratteri cubitali le migliaia di mail che le sono arrivate ≪Ho solo silenziato il cellulare≫
Dopo un paio di secondi passati in silenzio a scambiarci delle tacite parole e sorrisi affettuosi (mi sta salendo il diabete, non sono abituata a tanta dolcezza) decido di congedarla.
≪Mamma?≫
Mi sorride come quando da piccola le porgevo un ritratto, o almeno provavo a ritrarla con i pennarelli, e mi risponde con ≪Si, piccola?≫.
Io però mi perdo nei miei pensieri, sento accrescere un senso di colpa in me. So il perché, ma lo sto rinnegando da ormai molto tempo. Mi sento in colpa per aver notato delle piccole cose solo ora, che ho rischiato di perdere tutto. Ho avuto paura di allontanarmi da mia madre -diciamo anche per sempre- e solo adesso mi rendo conto dei suoi piccoli gesti e di quanto in realtà vogliano trasmettere: un suo sorriso, il suo modo di chiamarmi. Non avevo mai neppure notato che mi avesse mai chiamata 'piccola' qualche volta. Me ne pento, amaramente.
Prima di risponderle mi riprometto di essere migliore nei suoi confronti. Voglio abbattere quel muro che ho costruito.
≪Vedrai che torno presto, ora devo andare≫
≪Davvero?≫ mi chiede con un luccichio di eccitazione negli occhi ≪Non sei obbligata a tornare, se ti piace stare al campo≫
≪Non ti preoccupare≫ le sorrido sperando di rassicurarla proprio un attimo prima che la voce di Iride mi chieda un'altra dracma.
Caccio un respiro di sollievo e mi porto una mano alla fronte, riempitasi di sudore nel fra tempo.
≪Vi prego di ignorare le occhiatacce di mia madre. Ogni tanto fa come Don Chishotte, vede dei mulini come giganti≫
≪Quali occhiatacce?≫ mi chiede Abby con un sorriso e una strizzata d'occhio.
≪Bene, andiamo.≫ mi incoraggia Nico prendendomi sottobraccio ≪Abbiamo molte cose da fare≫
Mi trascina come una furia fuori dalla capanna e mi ricordo di Abby e del fatto che mi volesse parlare solo quando siamo ormai praticamente dal lato opposto del campo.

[shish a tutti voi :3!
Mi sono ritagliata uno spazietto perchè volevo confividere con voi una cosa. Circa un anno fa ho iniziato a scrivere questa FF e, sinceramente, non avrei mai immaginato che potesse arrivare a piacere a così tante persone perciò, vi ringrazio davvero dal profondo del midollo arterioso (?). Questo significa davvero tanto per me e vi voglio davvero bene. Senza di voi questo non sarebbe mai stato possibile, quindi grazie ancora.
Ora mi dissolvo prima che vi ringrazi per una cinquantesima volta, ou revoir!]

il segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora