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[Elena's point of view]

Non so perchè abbia perso il controllo in quel modo, ma ormai è fatta.
Ogni parte di me avrebbe voluto aprire una bella voragine nella zucca vuota di Liliana, ma mi sono trattenuta, non mi andava certo di sporcare la sala da ping pong di Chirone e se prima ero super preoccupata per il suo trauma, adesso sono sicura che lo abbia superato molto velocemente.
≪Elena!≫
Mi sento chiamare e mi volto, ma affretto il passo quando vedo una marea di capelli neri avvicinarsi sempre di più.
≪Cosa succede?≫ mi urla.
Io non rispondo e continuo a 'camminare a passi sostenuti' o a 'correre camminando' come quando, per i corridoi della scuola, volevo subito entrare in classe per evitare incontri spiacevoli e al contempo non dare nell'occhio. La maggior parte delle volte funzionava, ma adesso non sono a scuola.
≪Fermati!≫
Vengo bloccata per un braccio e emetto un grido di sorpresa quando mi trovo a pochi centimetri dal viso di Liliana.
Scuoto forte il braccio e riesco a liberarmi, ma lei con una mossa che non saprei definire neppure io mi fa cadere a terra bloccandomi un braccio dietro la schiena.
≪Cosa ti è preso?≫ mi chiede.
Non ho intenzione di rispondere a nessuna delle sue domande, credo che ciò che lo ho già fatto si abbastanza chiaro e lampante.
≪Perchè non parli?≫
Mi ribello e riesco a farla cadere di lato.
≪Lasciatemi in pace≫ urlo prima di continuare a correre.
Questa volta la mia direzione è la baia.
Supero il cratere da me personalmente formato poche ore fa e mi immergo nell'acqua salata. Non impedisco all'acqua di bagnarmi i vestiti, ma nonostante siano più pesanti non ho difficoltà a nuotare e cerco di andare ancora più in profondità.
Mi adagio sul fondo di sabbia e guardo in alto.
L'effetto di luce che creano i piccoli raggi di sole visti da qui sono splendidi, mi stupisco di me stessa a non essere venuta qui prima.
Intravedo delle figure indistinte che si affacciano sulla baia, ma a causa del movimento delle onde non riesco a vederne i volti.
Una di loro si immerge, ma ordino alla corrente di rigettarlo sulla spiaggia e così fa. Altre due provano, ma riescono ad immergersi fino alle ginocchia prima di cedere.
≪Stupidi≫ sorrido tra me e me.
Dopo alcuni minuti un'altra persona tenta di immergersi, ma quando ordino alle correnti di allontanarla questa continua ad avanzare tranquillamente.
Assottiglio gli occhi tentando di vedere che diamine sia questa persona, ma è ancora troppo lontana da me. Se ha davvero un briciolo di cervello non si spingerà fin dove sono io, dovrebbe capire da solo che la pressione lo ucciderebbe. Quando la vedo avanzare ancora mi infurio e cerco con tutta me stessa di ributtarla fuori, se fosse possibile la scaglierei sulla Tour Eiffel, ma mi accontento di vederlo risalire a velocità supersonica.
Perchè sono così ostinati a venire qua?
Non posso restare da sola fra me e me? Sono obbligata a stare con le persone, non mi è forse concesso del tempo da passare in solitudine? Eh, no, non mi sembra proprio a giudicare dalla loro ostinatezza.
Credo che qualcuno, a mia insaputa, stia scommettendo su quanto tempo passerà finchè non esploderò dallo stress.
Passano alcune ore ed il mio stomaco comincia a brontolare.
Odio saltare i pasti, mamma mia come odio farlo.
Credo che nessuno verrà più a cercarmi e, in tal caso, potrei ignorarlo.
Anche se non dovesse essere così io non posso aspettare ancora, ho bisogno di cibo.
Inizio a nuotare verso la superficie e alcuni minuti dopo sto camminando sulla spiaggia in direzione delle cabine.
A quest'ora dovrebbero essere tutti al padiglione e non dovrei avere problemi.
Mi nascondo dietro a un paio di manichini per evitare di farmi beccare da Leo che sta rincorrendo il suo prototipo. Da ciò deduco che sia un aggeggio molto complicato dato che ci sta lavorando ormai da mesi.
Mi chiedo cosa sia.
Aspetto che se ne vada per correre a rotta di collo verso la mia cabina. Mi affaccio alla finestra per vedere se c'è qualcuno all'interno, ma non c'è anima viva. Neppure Percy salterebbe mai un pasto.
Entro velocemente e chiudo la porta alle mie spalle appoggiandomici.
≪Un punto per me≫ mormoro.
Mi avvicino alla testiera del letto di Percy e infilo la mano tra il letto e il muro. Se non sbaglio dovrebbe avere delle patatine o snack simili 'per le evenienze' o per quando è troppo pigro per andare al padiglione. Credo maggiormente la seconda.
La mia mano incontra una busta di plastica, la tiro fuori pensando che siano patatine, ma quando ce l'ho davanti agli occhi vedo che ormai ci sono solo le briciole delle patatine.
Ingordo di un Percy Jackson, non ha neppure pensato di sostituire il pacchetto.
Non mi resta che andare al padiglione, l'unico che potrebbe avvicinarmi sarebbe Percy, ma dubito sia un problema, posso sempre dirgli che lo informerò più tardi e, per quel che riguarda gli altri, non possono sedersi accanto a me se non sono della mia cabina.
Sbuffo prima sbattere la testa contro la porta.
È necessario farmi impazzire in questo modo? Non capisco perchè! Che palle. Io voglio solo mangiare...
"Te lo meriti"
Sarà...ma io vorrei mangiare in santa pace.
"Cosa ci trovi di tanto bello nel cibo? Guardami, io non mangio eppure sto benissimo"
Cara, si vede che non hai mai assaggiato un gianduiotto in vita tua.
Mi decido ad uscire e mentre cammino cerco di assumere un comportamento abbastanza tranquillo per quanto lo possano essere le occhiatacce che mi rifilano i mezzosangue. Quando passo parlottano tra loro e mi indicano come se fossi un oggetto in esposizione. Non temono neppure di essere visti, anzi sembra quasi che vogliano farsi vedere da me, giusto per trovarsi nella mia lista nera. Bah, contenti loro contenti tutti, tanto le pagine del mio quaderno sono infinite.
≪Ciao≫ saluto mio fratello sedendomi di fronte a lui e aspettando una sua reazione, che non arriva.
≪Ho detto ciao≫ ripeto sorseggiando l'acqua del mio calice.
≪Ciao≫ mi saluta bruscamente, poi si alza dal tavolo e getta il resto del suo cibo nel fuoco.
Mi chiedo cosa gli prenda. Sapeva già che mia madre era figlia di Zeus, l'unica cosa che non sapeva era quella riguardante i fulmini, ma fino a questa mattina non lo sapevo neppure io.
A svegliarmi dai miei pensieri è un piatto, un piatto sbattuto sul tavolo a pochi centimetri a sinistra dal mio. Su di esso troneggia un hamburger dall'aspetto molto più che invitante e mi trattengo dall'addentarlo subito. Risalgo le maniche scure del ragazzo fino ad incontrare due pozzi di pece.
≪Cosa ti è preso?≫ chiede sedendosi accanto a me.
≪Nulla, piuttosto tu lo mangi?≫ chiedo indicando il suo cibo speranzosa.
≪Te lo do solo se mi spieghi cosa ti è preso≫
≪Te lo spiego dopo≫ allungo la mano verso il panino e lui non mi impedisce di addentarlo.
≪Adesso≫
Mi guardo attorno solo per ricevere altre occhiatacce.
≪Non dovresti essere qui, già mi vogliono morta per quello che ho fatto, poi ti ci metti anche tu≫
≪Cosa c'entro io?≫
≪Non dovresti essere quà≫
≪Sciocchezze, al poligono di tiro va bene?≫
≪Ma faccio schifo con l'arco e poi ci sono già stata≫
≪Allora al percorso di arrampicata?≫
Ingoio l'ultimo pezzo di hamburger e annuisco ≪Alla prossima lezione ci vediamo li≫
≪No, ci andremo quando non ci sarà nessuno≫
Lo guardo con la fronte aggrottata ≪Ovvero?≫
≪Tra un paio d'ore≫
≪Non avevi fretta di sapere cosa mi fosse preso?≫
≪Rischierei di non sapere bene i fatti se ti mettessi fretta≫
≪Ha parlato Mister tranquillità.≫
≪Sii seria, per una volta≫
≪Okay, ora posso mangiare in pace?≫
Nico sorride con un lato della bocca e guarda il suo piatto ≪Non credevo ti piacesse la ceramica≫
≪Io volevo un altro panino≫
≪Era l'ultimo, mettiti l'anima in pace≫
Sorrido all'idea che sia stato lui a dire una cosa simile, lui che ha il padre che non vede l'ora di dannare le anime.
Ma mi sto zitta, non ho bisogno di peggiorare la situazione.
≪Allora ho finito≫
≪Tornerai alla baia?≫
≪Forse si, forse no≫ faccio vaga.
≪Che ne dici di anticipare l'incontro?≫ mi chiede allontanando il piatto da se.
≪Sbaglio o c'è una lezione in corso?≫ chiedo girandomi verso il punto in cui ci dovrebbe essere l'attrezzatura per l'arrampicata e in effetti alcuni semidei stanno cercando di non morire affumicati dalla lava.
≪Non dobbiamo necessariamente stare fermi≫
≪Mi stai proponendo una passeggiata d'affari?≫
Alza le sopracciglia e poi storce la bocca ≪Come la vuoi chiamare tu≫
≪Ma sono stanca...≫ mi lamento appoggiando la testa al tavolo ≪...con tutti questi mezzosangue che mi guardano come se fossi Minotauro mi sta salendo lo stress≫
≪Una passeggiata te lo farà passare≫ mi assicura lui.
Io giro la testa in modo di poterlo vedere, inclinato di novanta gradi, ma lo vedo.
≪Da quando sei un dottore?≫
≪Da quando ho conosciuto Will Solace≫
≪Chi sarebbe?≫ scatto io drizzandomi sulla panca.
≪Andiamo! Will, il ragazzo dell'infermeria.≫
≪Fa di cognome Solace?≫
Nico annuisce e poi alza le spalle.
Mi accascio sul tavolo, ma Nico mi solleva per le spalle e mi trascina con se per la sua 'passeggiata di affari'.

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