𝑅𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑟𝑜̀ 𝑑𝑖 𝑡𝑒.

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Niccolò pov.

Non riuscii più a capire niente

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Non riuscii più a capire niente. Sentii un peso al petto, e un senso di oppressione.

Non rimaneva che scrivere canzoni, mente lei ormai non voleva più saperne. Le dita come fossero automatiche, vagarono per i tasti. Canticchiai qualche strofa e poi la scrissi. Ci passai ore, affinché potesse alleviare come mi stavo sentendo. L'avevo persa, forse.

"Come chiamerai questo pezzo?" Mia madre apparve davanti a me.

"Non lo so, non so neanche se rimarrà in un cassetto." Risposi provando a nascondere le emozioni.

"Che ti prende Niccolò?" Avanzò verso di me, ed io buttai all'aria i fogli con un colpo.

"Lo sai che non parlo mai con te mamma. Lo sai che non voglio che..." la guardai e lei annuì capendo che era seria la faccenda.

"Qualsiasi cosa sia, insieme." Rispose lasciandomi un bacio fra i capelli.

"Sara mi sta rovinando la vita. Te la ricordi Alice?" Chiesi senza guardarla, mentre mi torturavo le mani.

"Certo." Rispose con un sussurro.

"Ecco ma', l'ho trovata e la sfiga delle sfighe? È una sua amica. O era." Mi fermai. Lei mi guardò interrogativa, come se non fosse un problema. "Non fa così. Non è finita. Sara l'ha minacciata. Le rovina la carriera a lei, e anche a me. A lei ha aggiunto anche dei problemi familiari che non mi ha detto... ma', che devo fa? Io della carriera ad oggi me ne posso pure frega', ma di rovinare la vita a lei?" La guardai e lei sorrise.

"Rinunci alla tua carriera per lei, allora è veramente importante." Mi guardò stupita.

"Ao, ma tutti così fate quando lo dico? Sì, lo farei." Risposi serio.

"Scusa, mi hai stupito. Comunque se posso darti un consiglio, tieni duro. Conquistala in silenzio, dimostra a piccoli passi chi sei. Ce la stai facendo con i tuoi sogni. Prendi Sanremo, e lei verrà no?" Chiese la donna davanti a me, il mio primo amore.

"Non so se accetta. Ora ce l'ha con me." Risposi giocando con i tasti.

"Che le hai fatto?" Sembrava essere dalla parte di Alice, sempre e comunque.

"Potrei averle detto di rimanere in questa situazione. Era per proteggerla." Mi giustificai.

"Le hai detto che era per proteggerla?" Chiese lei portandosi le mani sui fianchi.

"No." Ammisi.

"Hai preso da tuo padre." Rispose portandosi una mano sulla fronte.

"Fa' la seria." Risposi guardandola di sbieco.

"Dalle un motivo per cambiare idea. Domani è il tuo compleanno. Invitala a festeggiare con gli amici." Rispose lei.

"Non ho organizzato niente, che invito." Borbottai.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora