𝑆𝑜𝑝𝑟𝑎𝑣𝑣𝑖𝑠𝑠𝑢𝑡𝑖.

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Alice Pov.

In mattinata ci venne comunicato che si stavano riunendo per decretare il destino della canzone di Fabrizio e Ermal. Ludovica era una corda di violino, proprio come Niccolò subito dopo la colazione sparì nella sua stanza. Per quanto riguarda Ermal e Fabrizio, non erano neanche scesi per la colazione, e questo aveva turbato tutti. Eravamo soliti passare i pasti insieme, e invece erano talmente feriti dal volersene star soli. Tra conferenze e interviste li incrociai due o tre volte nella mattinata.

"Appena torno a Roma voglio farmi i capelli a caschetto." Sara parlò con me e Ludovica, ma nessuna delle due la stava ascoltando.

"Bene." Ludovica rispose annoiata, e Sara incrociò le braccia.

"Alice, hai sentito la tua mamma?" La finta dolcezza mi fece venire brividi lungo tutto il corpo. Qualcosa la stava tramando, e neanche troppo velatamente.

"Certo." Mentii e lei annuì sorridendo. Non sapevo mentire e lei mi conosceva, non avevo la benché minima paura che lei potesse ritorcersi contro di me, ma su Niccolò si. Se avesse fatto del male a quell'essere fragile, che era stato ferito per la sospensione di un amico, figuriamoci come avrebbe vissuto tutto su di sé. Beh, se gli avesse fatto del male, io non sarei rimasta ferma.

"Oh... Max... allora?" Ludovica scattò in piedi vedendo il manager di Fabrizio.

"Stanno facendo la conferenza stampa, sono stati riammessi in gara." Rispose lui sorridendo.

"Aaaaah." Ludovica urlò correndo ad abbracciarmi.

"Stasera non canteranno però." Max spezzò l'entusiasmo di Ludovica, che si mise seduta e sorrise.

"Perché non canteranno?" Chiesi io confusa, se erano riammessi avrebbero dovuto cantare.

"La regola è che sono sospesi fino alla serata di domani." Lui si scompigliò i capelli e sorrise a Ludovica. Se non sbagliavo, ma succedeva difficilmente, ci stava provando con lei da un po'.

"Ma perderanno voti." Lamentò Ludovica come fosse una bambina.

"Dobbiamo attenerci alle regole. Vado a sistemare interviste e cose varie." Se ne andò e Ludovica rimase attonita. Il posto vuoto di Sara fu un sollievo.

"Ludo, vado a cercare Niccolò. Ci vediamo dopo?" Chiesi dandole un bacio sulla guancia.

"Certo." Rispose sorridendo. Cercai Niccolò in lungo e in largo nell'hotel, ma sapeva nascondersi. Decisi di andare a fumare nel cortile, e lo trovai seduto su due scalini che portavano alla piscina.

"Ciao." Lo salutai timidamente, e non sapevo bene perché, ma da quando c'erano stati quei discorsi su di noi, non eravamo più stati soli. Ed ora, il peso del suo sguardo era insostenibile.

"Ciao." Rispose sorridendomi.

"Posso sedermi vicino a te?" Chiesi indicando i scalini.

"Qui è sporco... mettiti qua." Aprì le gambe lasciando lo spazio per farmi sedere sullo scalino sotto il suo. Nel silenzio mi misi seduta e lui mi accarezzò il collo dolcemente.

"Hai visto che sono stati riammessi in gara?" Chiesi per spezzare l'imbarazzo.

"Mmh sì." Rispose spostandomi i capelli per scoprire la nuca.

"Sei agitato?" Mi girai leggermente verso di lui e lui sorrise amaramente.

"Per cosa?" Chiese lasciandomi un bacio sulla spalla.

"Per Sanremo, domani canti tu..." Spiegai.

"Pensavo che chiedessi di me e te." Rispose sospirando.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora