Ludovica Pov.
Gli occhi di Fabrizio ancora chiusi, la sua mano stretta sul mio fianco erano la giusta quiete dopo la tempesta che avevo sempre chiamato vita.
Le parole di Alice mi risuonavano in mente come campane, ecco forse il mio più grande difetto era proprio questo, pensare troppo e pormi domande a cui non potrò mai porre soluzione; o semplicemente crearmi fantasmi di problemi irrisolvibili, pienamente consapevole che se fossi stata meno riflessiva, magari nemmeno si sarebbero presentati."Basta." Bofonchiò Fabrizio insonnolito.
"Di fare?" Domandai sorridendo a quella figura tanto forte, quanto indifesa.
"Di pensare ai tuoi genitori, quando pensi a loro te se affanna il respiro." Lamentò aprendo gli occhi.
"Tu uomo, mi conosci troppo." Lo baciai lasciando che mi mettesse sopra di lui. Quel genere di risveglio lì, era ciò che mi spingeva a non raccontare nulla ai miei genitori. La paura che me lo togliessero era troppo forte.
"Forse dovremmo alzarci." Sospirò lasciandomi dolci baci sul viso.
"Dovremmo." Ricambiai con dolcezza.
"Non riesco proprio a lasciarti andare." Ammise abbozzando un sorriso.
"Oh no! Non fare questa faccia." Intimai sorridendo anche io.
"Perché?" Sussurrò confuso.
"Perché se fai così sento i violini che suonano, e mi costringi ad essere tua per sempre." Lo baciai dolcemente e lui spostò i lunghi capelli neri di lato.
"Allora dovrei farla più spesso." Riprese il bacio e sentii il bisogno di lasciarmi andare a lui. Come calamite non sapevamo staccarci.
"Buongiorno." Bofonchiai senza forze contro il suo petto.
"Ora lo è un buongiorno." Mi lasciò un dolce bacio per poi abbracciarmi.
"Mmmmh. È il tuo cellulare?" Domandai infastidita per esser stata riportata bruscamente alla realtà.
"No, è Alice." Mi passò il cellulare, per un secondo mi passò tutta la giornata e gli impegni davanti agli occhi.
"Cazzo! Il pranzo con le nostre madri. Merda... Dannazione. Attacca e manda un messaggio che sto arrivando." Mi alzai quasi rotolando dal letto.
"Ludo, calmati." Mi guardò stupito dalla mia reazione.
"Tu non capisci. Mia madre è... Aaaaah. Dai Alice, non te ce mette pure te." Sbuffai buttando il cellulare di nuovo sul letto, con la chiamata in entrata. Corsi a prepararmi come un fulmine.
Alice Pov.
"Dove sta Ludovica? Basta bugie Alice." Sua madre con sguardo inquisitore, incrociò le braccia nervosa.
"Non so dove sta!" Tuonai con un rinnovato senso di adolescenza, era tempo che non mi trovavo a doverla coprire.
"Ali, amore se le è successo qualcosa dobbiamo saperlo." Mia madre mi passò le mani fra i capelli.
"Sta bene e sta arrivando, possiamo finirla di farlo sembrare un regolamento di conti alla Suburra?" Domandai stringendomi nelle spalle, odiavo mentire quasi quanto sentirmi alle strette.
"È con lui vero?" Sua madre abbandonò ogni forma di rabbia, con lo sguardo colmo di amore verso la figlia mi colse in fallo. Non sapevo rispondere e pregai infiniti istanti, che entrasse Ludovica a rispondere a quella domanda.
"Ali? Stai bene?" Mia madre mi tenne le spalle preoccupata.
"Non so rispondere; non lo so. Basta." Sbottai scostandomi da loro. Non volevo mentire e non volevo vendere Ludovica e la sua felicità finalmente reale.
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Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.
FanfictionNiccolò è un ragazzo pieno di sogni, ambizioni seppure sia anche pieno di insoddisfazione. All'alba di una svolta e di una realizzazione di un piccolo, enorme, sogno, cercherà se stesso in un paio di occhi. Come ogni cosa, bisogna saper cogliere l...