Più dello spazio che copre l'universo.

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La partita a carte si concluse con l'arrivo degli altri invitati, ed io con estrema gioia, assaggiai il primo pezzo di pandoro. Eravamo di nuovo tutti quanti intorno al tavolo, immersi in amabili chiacchiere; quando Eva fece cadere il silenzio imbarazzato.

"Papà, lo sai che Ali e Nicco fanno sesso?" Io ci provai pure a non affogarmi col pandoro. Niccolò mi battè sulla schiena, pur di non guardare i volti intorno. Ludovica e Fabrizio se la ridevano sotto i baffi.

"Beati loro." Rispose una zia, non identificata.

"Eva..." Riacquistai fiato, il tanto che bastava per togliere a Ludovica il bicchiere d'acqua dalle mani.

"Eva, ma chi te l'ha detta 'sta parola?" Domandò mia madre, cercando di smorzare l'imbarazzo.

"Non è brutta, ho chiesto che significa a Ali." Decisamente missione fallita, cara madre.

"E che cos'è Alice?" Mio padre sembrava fin troppo divertito, forse in preda all'alcol.

"Eh... che cos'è... una cosa che fanno le persone che si amano, quello che fa nascere i bambini." Rispose Eva, come se stesse parlando con uno scemo.

"Aaaah. Scusa Eva, non lo sapevo." Si giustificò.

"Mmmh. Mi puoi passare l'acqua Bia'?" La moglie di Manolo mi guardò ridendo, per poi passarmi davvero l'acqua.

"Ali' sei viola." Mi prese in giro Leonardo.

"Te ce voglio vede' a te." Risposi riempiendo il bicchiere.

"Ma pure Lulu?" Eva irriducibile.

"Cosa?" Ludovica si girò serafica. Fabrizio diventò paonazzo.

"Chi ride adesso?" Bofonchiai incrociando le braccia.

"Noi ci amiamo, ma loro si amano di più." Ludovica ci indicò ridendo.

"Comunque dove te giri, ve va bene." Ilaria rise e Ludovica la guardò di traverso. "Anche se complimenti alla mamma, lui è proprio..." Indicò Niccolò. Prima che potessi parlare, Anna alzò il calice di vino.

"Grazie. Ne terrò conto." Fece l'occhiolino ed io scossi la testa. Forse piu gelosa di me, era solo lei.

"E insomma Ludo, si è accaparrata Fabrizio Moro." Rise guardandoli, una sopra l'altro.

"Niente, c'ho provato a non farle prendere le pizze stasera." Rise Anna.

"Sono faide che vanno avanti dal seggiolone. Troppo lunga da spiegare." Risi girandomi verso di lei.

"Donne, vado un attimo a fumare con Fab." Sussurrò Niccolò alzandosi.

"Allora? Come stai?" Domandò Anna in un sussurro.

"Bene, ho fatto il secondo incontro con lo psicologo e dice che gli incubi sono normali, ma ho reagito bene. Solo che non è..."

"Non è?"

"Non è stata una brutta coincidenza, è stata Sa..."

"Quella stronza."

"Per non aggiungere che devo trovare alla svelta un nuovo architetto per presentare la domanda al comune. Il 27 ho appuntamento per l'abito e vorrei che tu venissi. Il 30 ho appuntamento invece con l'esame per l'abilitazione e l'idoneità al metodo..."

"Alice? Davvero vuoi che venga alla scelta del tuo abito?" Sembrava stupita e anche un po' commossa.

"Anna, tu per me sei come una seconda mamma." Sussurrai.

"Oh Ali." Mi abbracciò stavolta più commossa che stupita.

"Mmmh. Siete bellissime davvero, ma posso riavere il mio posto?" Niccolò rise e Anna mi lasciò andare.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora