Ludovica Pov.
"Che ne pensi di fare l'albero blu e argento?" Fabrizio indicò i soliti addobbi, come biasimarlo. Non conosceva ancora la mia passione, per questo genere di cose.
"Blu e bianco è totalmente più d'impatto. Poi non mi piacciono quei nastri. Preferisco mettere le lucine e la neve; magari trovo dei fiocchi migliori." Bofonchiai infilando nel carrello delle palline di ogni misura.
"Sicura che tu non faccia l'arredatrice?" Domandò ridendo.
"Oh, credimi. Mi sarebbe piaciuto da morire." Ammisi afferrando tutto ciò che mi interessava.
"Fallo. Io ti supporto." Sorrise aiutandomi a scegliere decorazioni varie.
"Non pensi sia tardi?" Domandai fermandomi.
"No, amore tu puoi fare tutto." Sorrise e per la prima volta, a quell'affermazione non stentai a crederci.
"M'informerò." Affermai convinta. "Il puntale bianco o blu?"
"Blu, così se ci spruzzi la neve artificiale, si vede."
"Ottima idea. Vedi perché stiamo insieme? Mi completi." Sorrisi baciandolo, dimenticando per un breve istante di non esser sola con lui.
"Allora, abbiamo preso gli alberi, le renne luminose per il giardino, le luci per l'esterno e per l'interno. Le varie decorazioni... manca una cosa!" Scattai lungo la corsia, sotto lo sguardo basito di Fabrizio. Quando tornai, vittoriosa con dei tappeti bianchi fra le mani, lui scosse la testa.
"Che ci fai?" Domandò curioso.
"Poi lo vedi. Andiamo alla cassa." Imperai spingendo il carrello fin troppo pesante. La macchina decisamente stracolma, un po' mi diede l'idea di aver esagerato; ma tutto sommato era il primo Natale insieme. Doveva essere tutto perfetto.
"Monto il piedistallo?" Domandò aprendo lo scatolone dell'albero per l'esterno. Un abete quasi tre metri.
"Sì. Vado a prende la scala." Borbottai litigando con i gancetti per le palline. Quando tornai, scala alla mano, mi persi a guardarlo. Il giubbotto non gli permetteva grandi movimenti, eppure sembrava così fluido nel eseguire gesti per me, molto difficili.
"Ludo! Apri la scala. Salgo io e ci poso le parti che mi passi tu."
"Va bene." Tornai alla realtà, quasi infastidita dal non poterlo più fissare innamorata. Gli passai tutti i vari componenti, poi le luci. Io giravo e lui le posava fra le fronde.
"Le palline, te le passo in ordine di come vanno messe. Una sopra una sotto."
"Ludo, in vita mia non è la prima volta che faccio l'albero di Natale."
"Ci tenevo a precisarlo, problemi?"
"Assolutamente. Mussolini."
"Sarei dittatrice?"
"Un sacco."
"Vabbe. Allora esegui." Gli passai le palline ridendo, lui con uno schiocco delle labbra, mi indicò indignato.
"Sentila." Sbuffò posando le palline.
Al momento dei fiocchi di stoffa, potevamo dirlo concluso.
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Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.
FanfictionNiccolò è un ragazzo pieno di sogni, ambizioni seppure sia anche pieno di insoddisfazione. All'alba di una svolta e di una realizzazione di un piccolo, enorme, sogno, cercherà se stesso in un paio di occhi. Come ogni cosa, bisogna saper cogliere l...