"Mmmh." Ludovica si schiarì la voce e bussò incerta alla porta, mi girai lentamente verso di lei con i vestiti fra le mani, la valigia aperta sul letto.
"Alice... sei pronta?" Chiese sedendosi sul letto, afferrò una felpa piegandola nervosamente.
"Sì." Annuii evitando il suo sguardo. Ricordai quanto mi avesse fatto male lasciare il vecchio appartamento, senza sapere che a pochi metri da me, c'era lui.
Senza sapere che a pochi mesi di distanza, avrei cambiato di nuovo casa, affrontando qualcosa di molto più grande.
"Ali. Mmmh." Si schiarì di nuovo la voce abbracciando la mia felpa. "Non c'è bisogno di dirtelo, e so che non succederà niente di tutto ciò, ma se ti servirà, questa sarà sempre casa tua." Le tremò il labbro ed io la abbracciai buttando ciò che avevo fra le mani.
"Non fa' così o ti metto in valigia!" La strinsi fortissimo liberando le lacrime insieme a lei.
La sorella che non avevo di sicuro scelto, e non era neanche di sangue, ma la sentivo dentro, la persona che mi riconosceva le emozioni con un battito di ciglia, la persona che più sapeva comprendermi, ora iniziava anche lei un viaggio dentro di sé.
Per vent'anni ci eravamo tenute la mano ad ogni passo, ora era arrivato il momento di saltare il fosso una per volta.
Ad aspettare me, c'era un grande amore, ad aspettare lei, sarebbe arrivato quando le speranze ormai erano morte, ma con calma ci sarebbe arrivata.
"Ludo, io non te lo dico mai, ma ti voglio bene e ti ringrazio per tutte le volte che ho perso la calma, ritrovandola in te.
Per tutte le volte in cui eri la sola a combattere, anche al posto mio. E ti chiedo scusa se tante volte ti ho ferita con i miei comportamenti autodistruttivi!
Grazie per avermi offerto la vita libera che sognavo, e ti prego di non privarti mai della tua felicità!
Sei stata per anni in una gabbia, ora comunque vada buttati!
Se lo ami prenditelo, altrimenti prendi l'amore che meriti!
Non ti serve un uomo per essere te, ma ti serve lui per essere felice... quindi sii felice."
"Ali... Promettimi che ci vedremo comunque spesso!
Ti voglio bene e voglio vederti sempre così bella e felice!" Mi strinse di nuovo ed io sorrisi rimanendo tra quelle braccia sicure.
La mia ancora di salvezza era lei, senz'altro!Parcheggiai sotto casa e con gli occhiali da sole inforcati tirai fuori le scatole e le valige dal portabagagli.
"Serve una mano signorina?" Un ragazzo mi affiancò con un sorriso sornione.
"No grazie." Risposi scortese chiudendo lo sportello.
"Sicura? A guardarti sembra che tu abbia bisogno di una mano. Sono qui per aiutare un amico, ma..." sorrise di nuovo.
"Gira a largo, è Alice!" Niccolò mi baciò delicatamente togliendomi uno scatolone dalle mani.
"Piacere, Lorenzo." Si presentò stringendomi la mano, che ormai era libera.
"Alice." Sorrisi anche io, ero divertita dallo sguardo truce di Niccolò e la supplica di pietà nello sguardo del suo amico.
"Oh cucciola." Adriano mi venne incontro dandomi due baci sulle guance.
"Adri, posso parlarti?" Chiesi prendendolo da parte.
"Mi hai trascinato, come posso dire di no?" Rise ed io non potei non pensare a come gli si sarebbe smorzato il sorriso di lì a breve.
"Mi ha scritto Charlotte." Buttai fuori le parole con un sospiro sonoro.
"COSA?" Urlò.
"Sssssssssh!" Intimai di abbassare la voce. "Ti faccio leggere." Gli passai il cellulare con là chat aperta.
"Come ha scritto a te, poteva scrivere a me su Instagram! E comunque per me è indifferente. Certo che sei un po' una merda a dire che non hai rapporto con me." Rise alle ultime parole.
"Volevi che le dicessi di quante volte ci siamo dati il cinque con le lacrime agli occhi? O di quanti pianti ti sei fatto con me? O di quando mi hai chiamata Charlotte mentre eri ubriaco e stavi fingendo di essere fidanzato con me, per scollarti due tipe? Adri, diciamo che ho preservato la tua dignità con lei." Risi incrociando le braccia.
"C'hai ragione. Però non me lo aspettavo... cioè che vuole da me? Non è che c'ha un figlio mio? Oh madre! Ali, famme i biglietti, corri!" Mi scosse dalle braccia.
"Rilassati! Mamma mia! Senti, tu mi hai fatto due palle come una casa, dicendo che era la donna che volevi per il resto della vita, che non riesci a odiarla e via dicendo... ora come minimo, non per lei, non per te, ma per me e quel santo laggiù, la cerchi e te ce vedi! Perché come minimo dobbiamo essere testimoni de nozze! E dirlo apertamente a tutti quando hai martellato su di lei!" Incrociai le braccia alzando un sopracciglio.
"Non voglio parlare con lei, né per lei né per me!" Parlò con rabbia.
"Ma che diamine ti è preso?" Lo scossi.
"A me? E lei che sparisce per un cazzo di anno intero, bloccandomi su tutti i social, senza un cane che mi dicesse qualcosa di lei e ora torna come se non fosse successo niente? Io l'ho amata! Tutte le sere ho appuntamento all'una di notte con un magrebino che vende rose a Trastevere! E sai perché?" Chiese fissandomi.
"No." Scossi la testa sommessa.
"Perché è l'unica, cazzo, di cosa che mi ricorda che lei è esistita, che l'ho amata. Che l'ho avuta e l'ho vissuta! Parlo di lei con lui, perché l'ho conosciuto con lei... lui ci aveva detto che eravamo l'esempio del vero amore." Sembrava logoro dal dolore.
"Senti, io non sono nessuno, e forse non sono niente per te... però io lo so che la ami, e se per tornare a respirare anche solo cinque minuti ti serve di parlare e mettere un punto fallo! Te lo meriti di farlo come è nata, faccia a faccia." Consigliai.
"Di che parlate?" Niccolò ci raggiunse passandomi una sigaretta.
"Charlotte." Adriano parlò a denti stretti.
"Ah. Cia..." Si girò e Adriano lo bloccò per il polso tirandolo.
"Sai qualcosa bestia?" Chiese lui fissandolo.
"Quello che ti ha detto Ali, solo quello. Non l'ho cercata e sinceramente manco me va. Io ti voglio bene e per come ti ha trattato sinceramente non mi sento di perdonarla subito, ma se Alice avesse fatto quello che ha fatto lei, per poi tornare a cercarmi, io mi farei trovare.
Anche solo per dirgli: "sei una grande stronza." Almeno sarebbe un punto." Niccolò mi posò una mano sul fianco ed io lo guardai stupita. Certo ero stata meno poetica, ma comunque avevo espresso lo stesso concetto.
"Vabbè ci penso, mo non mi va." Adriano tagliò corto lasciandoci soli.
"Come l'ha presa?" Chiese accarezzandomi la schiena.
"Mi preoccupa Nic... nutre rabbia, ma in realtà si sta facendo del male." Sospirai.
"Capirà." Sospirò anche lui prendendomi per mano.
"Sembriamo i suoi genitori." Bofonchiai sorridendo.
"Un po' cresciuto eh." Rise dirigendosi verso le mie due valige.
"Lascia, le prendo io." Cercai di toglierle dalle sue mani senza successo.
"Ali tieni il portone aperto e non rompere." Borbottò.
"Ufff! Sempre austero." Sbuffai eseguendo il suo ordine.
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Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.
أدب الهواةNiccolò è un ragazzo pieno di sogni, ambizioni seppure sia anche pieno di insoddisfazione. All'alba di una svolta e di una realizzazione di un piccolo, enorme, sogno, cercherà se stesso in un paio di occhi. Come ogni cosa, bisogna saper cogliere l...