𝐸 𝑝𝑜𝑖 𝑣𝑜𝑟𝑟𝑒𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑚𝑖 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑠𝑠𝑒 𝑣𝑖𝑎!

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Alice pov.

Mi tolsi la scarpa destra con la punta del sinistro sul tallone e poi l'inverso. Stremata dalla serata mi buttai sul letto.
"Ali." Niccolò rise guardandomi.
"Ti posso fare una domanda?" Chiesi guardandolo negli occhi con aria solenne.
"Tutte quelle che vuoi." Si abbandonò sulla poltrona davanti al letto.
"Fra una settimana io riprendo a lavorare... e tu comincerai a fare i tuoi incontri con i fan... Ti mancherò?" Chiesi giocando con un filo della coperta.
"Zero." Rispose ridendo.
"Davvero?" Lo guardai imbronciandomi.
"Ma sei scema? È ovvio che mi mancherai..." tornò serio.
"Quanto?" Chiesi sorridendo.
"Tanto così?" Fece segno con le dita.
"Dai." Alzai gli occhi al cielo.
"Alice, mettila così, io ti ho qua." Si indicò il lato del suo petto. "Tu sei sempre qua, anche quando sei altrove.
Ho riflettuto a lungo su una cosa, e vorrei che mi ascoltassi, poi puoi dire che è presto o che non te la senti o qualsiasi altra cosa... ma ascoltami ti prego." Mi implorò avvicinandosi.
"Certo che ti ascolto." Risposi con la massima attenzione.
"Da quando stiamo insieme abbiamo affrontato la quotidianità insieme no? E sembra che tu mi vada bene così come sei, e sembra che io ti vada bene così come sono. Imperfezioni accettate.
E allora perché non ci troviamo una casetta? Non dico qualcosa di enorme, un qualcosa che però sia mio e tuo." Mi guardò sorridendo.
"Che mi vai bene lo hai deciso tu?" Chiesi ridendo.
"Idiota." Mi spinse.
"Possiamo chiedere a Ludo, che ne pensi?" Lo baciai delicatamente mettendomi in ginocchio vicino a lui.
"È un sì?" Chiese incredulo.
"Tipo un milione di volte sì. Tanto non è che qui non conviviamo... e poi staremo soli... vorrebbe dire..." abbassai la voce rendendola più sensuale. "Fare l'amore quando e dove vogliamo." Sussurrai sulle sue labbra.
"Ali, ti fai male se mi provochi così." Sussurrò accarezzandomi la gamba.
"Non ti sto provocando." Risposi mettendomi a cavalcioni su di lui.
"No?" Chiese ridendo.
"Ti pare?" Chiesi togliendomi la maglietta.
"Alice." Bofonchiò cercando di non cedere.
"Perché ti trattieni?" Lo guardai cercando di leggere il suo sguardo.
"Perché stavamo parlando di una cosa importante." Rispose prendendomi i fianchi con delicatezza.
"Parliamo." Risposi posando le mani sotto la sua maglietta.
"In questo momento?" Chiese confuso.
"Deciditi." Alzai gli occhi al cielo.
"Scusa se mi risulta impossibile capire un discorso in questo momento." Sorrise.
"Ma era una cosa importante!" Lo stuzzicai lasciandogli un bacio sul collo.
"Alice." Farfugliò mettendomi una mano sul collo. "Non credi che tu mi stia un po' facendo del male?" Chiese ridendo.
"Questa io la sposterei qua." Gli presi la mano posandola sul gancio del reggiseno.
"E tu credevi non saper fare l'amore con me?" Chiese fissandomi.
"Mi vuoi o no?" Chiesi sfidandolo.
"Come se non si fosse capito..." bofonchiò baciandomi.
Le parole vennero sostituite da baci e sospiri che via via diventavano sempre più pieni di aspettative.
Mi lasciai guidare da lui, in una lenta scoperta dei nostri corpi, fino a quando mi abbandonai sul suo petto.
"Ei..." lo baciai dolcemente e lui ricambiò sorridendo.
"Dimmi amore." Quello sguardo ancora mi toglieva il fiato.
"Il mondo è un posto proprio di merda, ma con te sembra un po' un prato in fiore." Sussurrai guardando il soffitto. "Un appartamento con un balconcino?" Chiesi girandomi verso di lui.
"Tutto quello che vuoi." Mi baciò dolcemente.
"Una cosa piccolina, che sappia di calore." Sorrisi.
"A me l'importante è che ti vedo cucinare la domenica mattina con una mia maglietta, che ti scopre le gambe. Il tuo profumo che copre quello che stai preparando, e ti giri verso di me sorridendo. Che lasci i fornelli per venirmi a baciare, e forse anche fare l'amore. Che ti vedo struccarti in bagno la sera, con quella posizione tanto sexy quanto buffa.
E che ti sento pure sbrocca' quando la lavatrice ti stropiccia tutti i panni, e tu hai caldo a stirare.
Per me l'importante è sentirti cantare canzoni mentre fai qualcosa, perché quando canticchi non hai pensieri e stai bene. E vorrei sentirtelo fare ogni secondo. E poi quando torni da lavoro, voglio un resoconto dettagliato di come sono stati i bambini, perché io ti farò sentire ogni canzone fino allo sfinimento.
E poi, soprattutto, voglio i ti amo nei momenti più impensabili, proprio come fai sempre tu." Mi baciò stringendomi a sé.
"Se tu mi prometti che mi abbracci sempre senza motivo, e che mi vieni a importunare ogni volta che sono impegnata a fare qualcosa. E soprattutto, voglio che nonostante io ti dica di smetterla, tu mi guarderai sempre così." Risposi abbracciandolo.
"Non cambierà niente fra di noi. Promesso." Sussurrò lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Lo fai per me? Un favore ti chiedo." Lo guardai implorante.
"Cosa?" Stava trattenendo una risata pronto ad una mia probabile cavolata.
"Diventi un po' più bruttino? Per la mia sanità mentale. Che ne so tagliati i capelli a scodella o boh... inventate qualcosa perché così non se po fa'." Sbuffai.
"Sì, vado a fa' Fantaghirò." Rise spingendomi delicatamente.
"Bravo." Risi rintanandomi nel calore del suo corpo.
"Domani è la cena con i tuoi o dopo domani?" Chiese confuso.
"Quella di questa settimana è rinviata, stanno in settimana bianca al Terminillo." Risposi alzandomi dal letto.
"Sai sciare?" Chiese curioso infilandosi qualcosa per dormire.
"No. Tu?" Accesi la sigaretta affacciandomi alla finestra.
"Qualcosa..." Bofonchiò raggiungendomi.
"Conoscendoti lo fai ad occhi chiusi." Risposi fingendomi ovvia.
"Cosa te lo fa pensare?" Sorrise curioso.
"Ti ho conosciuto che hai detto che te la cavavi a cantare, hai vinto Sanremo Giovani, un seguito che già fa paura, e hai i concerti sull'orlo del sold out."
"Sono modesto." Rise.
"Certo." Annuii.
"Sono perfetto, ma resto umile."
"Sei perfetto?" Alzai un sopracciglio con disappunto.
"Osi dire di no?" Chiese ridendo.
"Amore mio, sei pieno di difetti, ma tipo che sovrastano i pregi eh." Risi anche io.
"E allora perché stai con me?" Chiese incrociando le braccia.
"Me lo chiedo spesso pure io." Risposi buttando la sigaretta nel posacenere.
"Che merda! Sentila! Ciao." Si finse offeso.
"Dai, scemo." Lo presi per il braccio facendolo girare.
"Perché stai con me?" Chiese di nuovo con aria di sfida.
"Perché..." finsi di pensarci.
"Guardala, ci pensa." L'indignazione sul suo volto.
"L'unica risposta plausibile è che ormai ti amo. E mi ti tengo così come sei." Risposi scrollando le spalle.
"E che è successo? Tu che lo dici per prima?" Chiese ridendo.
"È che... non partire. Non posso senza di te." Ammisi abbracciandolo.
"Ali ti senti bene?" Rise ricambiando l'abbraccio.
"Mai stata meglio. Tienimi così." Provai a trattenere le lacrime con scarso successo.
"Alice, ma sei prossima al ciclo?" Chiese ridendo.
"Può essere." Bofonchiai stringendomi al suo petto. "Però tu no vai via." Parlai con la voce da bambina.
"Piccola." Mi strinse a sé.
"Mi stai soffocando." Farfugliai battendo le mani sulla sua schiena.
"Chi dice che l'intento non è quello?" Rise lasciando la presa.
"Mi uccideresti?" Chiesi ridendo.
"A momenti." Rise anche lui scompigliandomi i capelli.
"Come a momenti?" Mi finsi risentita buttandomi sul letto, a braccia incrociate.
"Ali ci sono momenti che fai perde la pazienza ai frati." Rise sdraiandosi affianco a me.
"Ti do una testata che t'addormi senza manco ricordatte come te chiami." Lo minacciai.
"Se." Schioccò le labbra con aria di superiorità.
"Mamma come mi urti il sistema nervoso." Mi lamentai girandomi di spalle.
"Stupida." Mi spinse ridendo.
"Amore, ma secondo te quei due..." mi girai verso di lui sorridendo.
"Tu sei bipolare, mi fai paura!" Mi fissò trattenendo una risata.
"Dai, mo c'ho pensato! Secondo te è successo qualcosa?" Chiesi curiosa.
"Ali, se ce lo vogliono dire ce lo dicono. Invece noi vogliamo fare qualcosa di stupendo?" Chiese alzando un sopracciglio.
"Tipo dormire?" Chiesi aggiustando il cuscino.
"Brava amore. Allora non sei così stupida." Rise abbracciandomi.
"Io te la do una craniata." Minacciai di nuovo.
"Non lo faresti mai, sono troppo importante per te." Rispose ridendo.
"Ma non lo crede!" Bofonchiai sorridendo.
"Zitta e dormi, dai su. Fa' la nanna!" Mi spalmò la mano sul viso.
"Aaaaaargh. Prima o poi ti ammazzo!" Borbottai spostando la sua mano.
"Nel frattempo?" Chiese lasciandomi un bacio fra i capelli.
"Nel frattempo testo il mio livello di pazienza." Risposi sbadigliando.
"Ma se sono un santo." Bofonchiò posando la testa sul cuscino.
"Tse... dopo 'sta cazzata, buonanotte." Lo baciai dolcemente.
"Buonanotte cucciola di Dobermann." Rise baciandomi.
"Fingo di non aver sentito." Bofonchiai posando la testa sul suo braccio.
Lui sospirò poggiandomi un braccio intorno alla vita e mi lasciò un bacio sul collo.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora