𝐴𝑙𝑙𝑜𝑟𝑎 𝑠𝑒𝑖 𝑟𝑜𝑚𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎!

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Ludovica Pov.

L'impressione di appartenenza a quell'uomo, mi era rimasta ancora più forte dall'ultima sera in cui lo avevo visto. La sera che ci eravamo rivisti, dove mi aveva trovata tra la folla.

Anche se ogni discussione tra me e lui, superati i tre minuti diventava trincea. Eppure ero convinta che fosse tutto per colpa di ciò che non riusciva ad uscire, che le parole prendevano il sopravvento sulle emozioni.

Forse serviva davvero che il tempo definisse chi eravamo uno per l'altro, o forse una vita diversa per entrambi. Dove il passato non ingombrava sul nostro modo di essere, eventi che non avremmo permesso di avvenire, non ci avrebbero forgiati nella sottile arte di scappare da ciò che è giusto.

La rassicurazione più bella fu che, ovunque fosse Beatrice non era presente Fabrizio. Indice che non si erano rivisti, o che almeno se l'avessero fatto non era una cosa ufficiale.

Niccolò aveva portato lontano, custodendo con sé l'unica possibilità di farli rincontrare prima del concerto di Fabrizio all'Olimpico. E se proprio lui avesse avuto ragione? Se Fabrizio mi apparteneva realmente, come si appartenevano con Alice?

Se il dolore che avevo visto negli occhi di Alice, non capendo per quale motivo si struggesse, se poi Niccolò era già suo, era lo stesso che loro vedevano in me. Se Fabrizio odiasse ammettere che eravamo perfettamente incastrati in quegli amori belli da non lasciar vivere?

Mi crogiolai in quei pensieri, risvegliata dal suono di un messaggio sul cellulare.

Rimasi a guardare lo schermo del cellulare, finché Maria, una collaboratrice non lasciò cadere per l'ennesima volta la spillatrice a terra

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Rimasi a guardare lo schermo del cellulare, finché Maria, una collaboratrice non lasciò cadere per l'ennesima volta la spillatrice a terra.

"Oh, ma quante volte te lo devo dire? Metti le cose al suo posto e non cadono!" La ripresi alzandomi di scatto. Lei mi guardò imbarazzata, apprestandosi a raccogliere ciò che era appena caduto, mentre io corsi fuori avviando una chiamata.

-Rispondi- Farfugliai nervosamente.

-Ludo.- Era Niccolò, e Ali? 

-Nic, mi passi Ali? Mi sento male.- Ammisi sentendo l'aria mancare dai polmoni.

-Sei in vivavoce, che succede?- La voce di Alice era come un grido di paura.

-Vuole aggiungerla al gruppo, ma poi apertamente chiede a che ora ci dobbiamo vedere.- Farfugliai.

-Ludo, tesoro. Respira.- Consigliò Alice, immaginai che avesse Niccolò al fianco, che per rassicurarla le accarezzava i capelli. Me lo meritavo anche io qualcuno così, no?

-Grazie Nic, so che hai detto di no per me.- Bofonchiai mettendo da parte l'orgoglio di donna indipendente.

-Ali, me stai a fa' malissimo.- Niccolò si lamentò facendomi ridere. -Non ringraziarmi, ti voglio bene, è ovvio che cerco di proteggerti. E poi non me fido davvero.- Rise ed io scossi la testa.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora