𝐸̀ 𝑙𝑎 𝑓𝑎𝑛𝑡𝑎𝑠𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑖𝑛 𝑝𝑖𝑎𝑛𝑒𝑡𝑖 𝑖 𝑠𝑎𝑠𝑠𝑖

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Niccolò Pov.

In ascensore tenni tutto ciò che di più caro avevo fra le braccia, un pomeriggio dei primi di dicembre, Alice per scaldarsi si era costruita il suo rifugio personale contro il mio petto.

"Quindi tu devi fare la riunione per Sanremo, mentre io devo andare a fare i giri con Charlie per il matrimonio." Tirò su il naso infreddolita.

"Ali, ma se hai tanto freddo perché non compriamo qualcosa di più pesante? Questo cappotto è di mezza stagione." Le mossi i capelli color oro.

"Enzo Miccio ormai te spiccia casa." Scherzò uscendo dall'ascensore.

"Non parliamo di faccende domestiche, che da quando sei impegnata con i preparativi del matrimonio di Charlie e il lavoro, praticamente sono diventato una casalinga inacidita." Borbottai aprendo il portone, lasciando che passasse.

"Hai fatto quello che non riesco a fare io, non è che stai a fa' i mostri. Dopo se mi libero in tempo, posso passare in studio?" Domandò con degli occhioni a cui proprio non sapevo resistere.

"Se fai in tempo sì. Non so quanto rimango dopo la riunione." Cercai le chiavi in tasca, già pronto a tornare a casa.

"Tie' le hai lasciate sul tavolo. L'ho prese io." Alice tese le chiavi nere della mia macchina e sorrise.

"Se non avessi te!" Sospirai baciandola.

"Mi inventeresti, conoscendoti! E comunque, stasera niente impegni! Io e te! Soli! Ti prego!" Mi implorò tenendomi il braccio, come fosse una bambina.

"Ottimo piano, ma non va bene per stasera! Dobbiamo andare a cena dai tuoi." Le ricordai aprendo lo sportello della sua auto.

"Non se io ho la febbre. Sono un genio ammettilo." Incrociò le braccia salendo al posto di guida.

"Pensi che la passi liscia con Ludo?" La guardai ridendo.

"Vabbè che c'entra, loro possono venire a cena... tanto pure Fab e Ludo non vedranno l'ora di star soli... abbiamo fatto troppe cena tutti insieme." Lamentò lei sistemandosi il rossetto.

"Vero; mi prometti che stai attenta?"

"Niccolò, che vuoi che faccio prima le discese a folle o le curve col piede sul freno?"

"Dai deficiente! Vai piano."

"Vado piano, promesso!"

"Qualsiasi cosa chiamami, mollo tutto e lo sai!"

"Dai Nicco, che vuoi che mi succeda?"

"Niente, ma è il mio modo per..."

"...per dirmi che mi ami, lo so! E non sai quanto amo quando lo fai! Però così ti agiti e non voglio vederti così!"

"Ci sentiamo dopo. Ciao amore. Stai attenta!" La salutai baciandola dolcemente e lei sorrise.

"Stai attento anche tu! Ah, ti amo anche io."

La guardai mettere in moto ed uscire dal parcheggio. Un moto di gelosia mi prese lo stomaco, avrebbe potuto incontrare anche il fratello di Charlie. Decisi di scacciare quel pensiero dalla mia mente, dopo aver guardato l'ora, capii che ero troppo in ritardo e se fosse stata realmente una riunione di lavoro, probabilmente mi avrebbero preso a calci in culo.

Devo dire che le prove per la proposta stavano andando benissimo. Charlotte aveva completato ogni scenografia e i costumi dei bimbi. Adriano supervisionava tutto in mia assenza, e ora ormai erano solo prove generali. Mancavano solo due settimane, e avrei avuto la risposta alla domanda che ripetevo ogni giorno allo specchio.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora