𝐸𝑣𝑎𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒

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Alice Pov.

Erano passati giorni da quella giornata così asfissiante, Ludo sembrava essere tornata alla normalità, nonostante suo padre la cercasse più del solito, lei stava tenendo un silenzio assordante.

"Ali?" Niccolò mi chiamò dalla camera da letto, si era svegliato.

"Sono qui." Risposi contemplando il cielo della notte, dalla finestra del salone.

"Sono le tre Ali. Vieni a letto." Mi raggiunse con una coperta, posandola sulle mie spalle.

"Lo sai che sto dormendo poco." Sospirai stringendomi nelle spalle.

"Lo so, ma vieni a letto. Starò sveglio con te, ma almeno..." Mi accarezzò la mano.

"Mmmh, sveglio con me dici?" Lo abbracciai soave.

"Fidate, alletta più me." Bofonchiò baciandomi.

"Nic. È quasi Natale." Sospirai lasciando che mi sdraiasse sul divano.

"Ali', spegni du' minuti 'sto cervello. Due." Sbuffò scostandosi i capelli dal viso.

"Ammazza, quando credi in te, tutto va per il meglio." Scherzai.

"Alice, stai giocando col fuoco, davvero ti tengo sotto di me fino a domani." Malizioso alzò la maglietta, lasciando scorrere le mani sui miei fianchi nudi.

"Perché se mi metto sopra io, che succede?" Lo provocai tirando l'elastico della tuta, e poi lo lasciai.

"Un macello Ali." Spalancò il sorriso bellissimo.

"E allora sto buona qui." Sussurrai baciandolo, le sue mani lentamente tolsero le barriere di indumenti che ci dividevano.

"Ali, stai tremando?" Domandò preoccupato.

"È il freddo, tranquillo." Ripresi il bacio, mentre recuperava la coperta da terra, lasciando che coprisse i nostri corpi.

Quando il sole fece capolino nella stanza, eravamo ancora svegli.

"Dopo aver passato tutta la notte a fare l'amore, mi vuoi dire perché non dormi?" Scostò i capelli dal mio viso, per poi coprirmi la pelle nuda.

"Non lo so Nic, è come quando i cani sono strani e poi c'è un terremoto. Mi sento come se sta per esplodere una bomba." Sussurrai guardando gli uccellini sul balcone.

"In che senso?"

"Nel senso che mi sento una sensazione strana, non so se è positivo o negativo, solo che sta per cambiare vento. Non so se mi spiego."

"Ali, c'è qualcosa che mi devi dire?"

"Eh?"

"Sei incinta?"

"Ma ti è morto il neurone? Non farei mai il test senza di te. Non sono incinta. Sto dicendo che cambierà tutto; ma non so cosa cambierà. E poi è una sensazione, mica so' Nostradamus."

"Senti, perché non provi a calmarti? Io devo andare a lavorare, poi torno e riprendiamo questo discorso." Mi baciò dolcemente in un modo rassicurante.

"Sì, io devo andare a scuola, riunione con i colleghi... Da spararsi."

"Poi che fai?" Si alzò rivestendosi.

"Sento Ludo, sono preoccupata per lei. Temo che questa sensazione sia per via della sua situazione. Ti rendi conto che Fab voleva lasciarla?"

"Ali, smetti di farti carico dei problemi non tuoi." Mi afferrò le spalle, per poi abbracciarmi.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora