L'arrivo di Charlie e Adriano fu subito dopo la giornata in barca, e dopo cena, tutti stremati ci trovammo a dormire prima della mezzanotte.
La mattina seguente aprii gli occhi dopo un brutto incubo. Niccolò tese la mano afferrandomi per il fianco, e mi avvicinò stringendomi a sé."Che succede amore?" Farfugliò con ancora gli occhi chiusi.
"Niente, dormi." Tentai di riprendere aria, ma lui non si convinse della risposta ed aprì prontamente gli occhi.
"Ali?" Cercò il mio sguardo, ed io lo guardai di sbieco, con ancora la testa sul cuscino e il respiro irregolare.
"Ho fatto un incubo. Eravamo chiusi in una terrazza, e tutto era sotto di noi. Anche i nostri amici. Tu mi parlavi. Io non capivo. Mi sono avvicinata a te, e hai sorriso, ti ho baciato e quando ho riaperto gli occhi, tu non c eri più e sembrava tutto sparito. La terrazza era distrutta e tutto ciò che c'era sotto era come distrutto. Mi sentivo male, e ho urlato il tuo nome. Non c'eri e allora chiedevo di sparire anche io. E non sparivo. Nicc..." mi baciò bloccando il flusso di parole.
"Hai paura di perdermi Ali, e te lo giuro. Non succederà mai." Sorrise accarezzandomi il viso.
"È stato bruttissimo." Trovai conforto nella sua stretta.
"Mai come quando sogno che mi tradisci." Rise lui mettendosi a pancia in su, come sopra.
"Non potrebbe mai succedere." Scossi la testa decisa.
"Che ne sai, magari trovi uno che ti compra i fiori tutti i giorni. Che quando gli chiedi di fare qualcosa non ci mette mesi, e che non si chiuda a parlare della Roma trascurandoti." Sussurrò lui.
"Non saresti tu, ed io mi sono innamorata di quello che per fare una carineria mi ha detto: "sta zitta e coprite!" A Via Del Corso." Sussurrai mettendomi a cavalcioni su di lui.
"Ancora te la ricordi 'sta cosa!" Borbottò lui.
"Mi ricordo pure il tramonto sul Colosseo, e tu vicino pericolosamente. Così." Accostai i visi e lui sorrise, i respiri lenti che si assaporavano.
"Mi sembra che velatamente, ti avevo fatto una dichiarazione bellissima." Sospirò lui.
"Com'era?" Chiesi puntando lo sguardo nel suo.
"Mi piacerebbe farti innamorare davanti a un caffè; dirti che sei bella ogni mattina e farti capire quanto tu sia sempre perfetta. Toglierti il velo d'insicurezza e vestirti di una sicurezza data dalle mie mani." Se la ricordava davvero.
"A posteri, che dici, l'hai mantenute le cose che hai detto?" Domandai sorridendo.
"Decisamente, ma Ali, così o mi baci o me sento male." Sorrise anche lui, per poi afferrarmi il collo e baciarmi con passione.
Non c'era più traccia dell'inquietudine di un incubo, ricordare i mesi precedenti alla nostra relazione non fu neanche doloroso, avevamo avuto dubbi, incomprensioni, ostacoli e paure.
Oltre il male però, avevamo avuto la fortuna di vivere uno di quegli amori che sopravvivono, con il nonostante tutto."Vogliamo continuare a rotolarci nel letto o andiamo a fare colazione?" Sussurrò per poi lasciarmi altri baci fra le labbra.
"Rotoliamoci a fare colazione." Risposi ridendo.
"Alice..." Mi chiamò sospirando mentre mi alzavo.
"Dimmi." Lo guardai da sopra la mia spalla.
"Niente, niente." Sussurrò come ci avesse ripensato a parlare.
"Tutto bene?" Domandai.
"Sicuro." Sorrise annuendo.
"D'accordo." Lo baciai uscendo dalla camera, scontrandomi con Charlotte.
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Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.
Fiksi PenggemarNiccolò è un ragazzo pieno di sogni, ambizioni seppure sia anche pieno di insoddisfazione. All'alba di una svolta e di una realizzazione di un piccolo, enorme, sogno, cercherà se stesso in un paio di occhi. Come ogni cosa, bisogna saper cogliere l...