𝐴𝑙 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜.

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Alice pov.
In ascensore mi posai contro il suo petto come un rifugio. Le sue braccia mi accolsero regalandomi il suono del suo dolce respiro.
"Ei tu." Sussurrò dandomi un bacio fra i capelli.
"Ei." Lo baciai con delicatezza, come se potesse infrangersi sotto il mio tocco.
Le porte si aprirono sorprendendoci in un bacio lento.
"Ce le hai tu le chiavi, te le ho messe in tasca." Bofonchiai andando a passo lento verso la porta.
Annuì e con uno scatto di serratura la porta si aprì, indice che Ludovica già era in casa.
Accesi la luce del salone trovando Ludovica seduta a terra.
"Ma che stai a fa?" Chiesi confusa.
"Non capisci? Sto cercando di capire cosa sarà della mia vita!" Urlò fra le lacrime.
Guardai Niccolò che sembrava sotto shock quasi quanto me.
"Lu'." Mi misi seduta vicino a lei. "Ti va di spiegarmi cosa succede nel buco nero che hai qui?" Indicai la sua testa e lei sorrise stanca.
"Ho sempre odiato l'idea che dovevo sposarlo, tanto da non chiedermi invece quale erano i miei desideri in realtà. Che farò ora? Quale è la mia strada?" Sembrava disperata.
"Beh troviamola no?" Chiesi sedendomi affianco a lei. Niccolò mi guardò sedendosi sul divano.
"Non capisci Alice? Non capisci?" Chiese fra le lacrime. Per la prima volta non riuscivo a leggerle gli occhi, erano vuoti.
"No." Ammisi in un sospiro amaro.
"Cosa ti fa stare bene?" Chiese Niccolò raggiungendoci a terra.
"Niente." Mosse fra le mani il cellulare.
"Sicura?" Chiesi abbozzando un sorriso.
"Ciò che mi fa stare bene è sbagliato." Liberò altre lacrime mordendosi il labbro.
"Chi lo dice?" Niccolò le prese la mano ed io lo guardai sorridendo. Evidentemente era molto più bravo a capire Ludovica in quel momento, forse perché c'era passato?
"Perché vorrei avere mio fratello qui, e invece chissà dove è... E vorrei avere amiche vere che si preoccupino di me, e vorrei non essere la ragazza che guardi da lontano, ma essere la ragazza che ami incondizionatamente come lo è Alice per te.
Vorrei essere e invece appaio.
Una vita di apparenze, dove sembro sempre indistruttibile e invece sono un fottutissimo calice di cristallo pronto a cadere e rompermi, pur di dire che ho vissuto." Singhiozzò ed io la abbracciai forte, quasi a farle del male pur di darle un briciolo di forza.
"Non pensi che magari ci sia qualcuno che ti ama incondizionatamente?" Chiese Niccolò. Lo guardai come a dire di non nominare Fabrizio.
"E se non è chi amo io?" Chiese Ludovica guardandolo con gli occhi gonfi.
"Questo lo scoprirai vivendo, può essere anche che sei convinta di amare qualcuno, ma la vita dimostra che è tutt'altro." Rispose lui.
"Mi stai mettendo altre paranoie Moriconi?" Chiese Ludovica sorridendo.
"Le paranoie no, ma ti sto dando spunti di riflessione per prendere la strada che vuoi trovare." Scrollò le spalle Niccolò.
"Vado a dormire che mi scoppia la testa. Grazie ragazzi. Ali... scusa se non ti ho detto niente, ma volevo che tu avessi un po' di tregua." Mi abbracciò ed io annuii sulla sua spalla.
"Smetterete di proteggermi e comincerete a dirmi cosa accade?" Chiesi guardandoli entrambi.
"Mmmmh per te è ok?" Chiese Niccolò a Ludovica.
"Mmmmh consulto?" Chiese prendendolo per il braccio e girandolo.
"Idioti." Bofonchiai divertita.
"Abbiamo deliberato. No, non smetteremo." Ludovica parlò e poi sbottarono a ridere all'unisono.
"Vado a farmi la doccia. Niccolò la stanza la conosci dov'è. Ciao." Mi finsi offesa.
"Ao, ma che è 'sta storia che sa dove sta la stanza tua?" Ludovica fece una smorfia maliziosa.
"Storia lunghissima di un compleanno con finale catastrofico." Tagliai corto ridendo.
"Non me racconti mai un cazzo! Prima o poi leggo sui giornali quello che te succede." Borbottò andando in cucina.
"Manco troppo lontana come ipotesi." Risi.
"Se, lallero. Io voglio sape' tutto." Borbottò sorseggiando un bicchiere d'acqua.
"Tutto tutto Lu'?" Chiese Niccolò posandomi un braccio intorno al seno.
"Ecco, sposta la manina, più in alto. Bravo." Rise nel vedere Niccolò che spostava il braccio intorno al mio collo.
"Che stai a fa la gelosa?" Chiesi anche io ridendo.
"Di te tantissimo." Rise di gusto Ludovica.
"Giustamente." Bofonchiai sorridendo.
"Vado a ronfare, domani vado a prendere Milù da Camilla." Ludovica uscì dalla cucina a passo spedito.
"Chi è Milù?" Chiese Niccolò.
"Il suo gattaccio malefico." Borbottai sedendomi sul divano.
"Ti sento." Urlò Ludovica dalle scale.
"Gattaccio malefico?" Chiese lui sedendosi vicino a me.
"Mi odia. Vuole uccidermi." Parlai terrorizzata.
Rise di gusto posando le labbra sul mio collo. "Non ci credo." Sussurrò sulla mia pelle.
"Fidati. Io sono terrorizzata da quell'essere. Ho vissuto solo nei giorni del trasloco e questi di Sanremo." Risposi cercando un contegno.
"Mmmh mmmh." Mi posò una mano sul fianco accarezzandomi dolcemente.
"Saliamo?" Chiesi accarezzandogli i capelli.
"Sì." Si alzò tendendo una mano verso di me. La afferrai e lo guidai in camera mia.
"Decisamente meglio. Quando ci sono entrato la prima volta non potevo fare questo." Mi strinse sollevandomi.
"Lo potevi fare tranquillamente proprio." Risposi posando le braccia intorno al suo collo.
"Non penso che l'avresti presa benissimo, e poi eri bellissima addormentata su di me." Rispose baciandomi.
"L'avrei presa come una cosa che volevo fare da morire, ma non potevo." Bofonchiai accarezzandogli il viso.
"E ora?" Chiese stringendomi a sé.
"E ora posso e non sai quanto è bello." Risposi posando le labbra sulle sue.
"E invece lo so." Strinse le mani sui miei fianchi ricambiando il bacio.
Le sue labbra cercarono il mio collo, mi posò sulla scrivania lentamente, mentre le sue mani scoprivano la pelle. Il freddo invernale mi regalò brividi, che però le sue mani calde sapevano calmare.
"C'è Ludo di là." Sussurrai fra i sospiri.
"Facciamo piano." Sorrise liberandomi dalla stretta dei jeans.
"È che..." Lo fermai.
"Che?" Chiese torturandosi i capelli.
"Che mi sento incapace." Ammisi.
"Ali... non è che non è mai stato fatto." Rispose sorridendo.
"No lo so, ma non che fare ora, forse è che ci sto pensando troppo." Ammisi.
"Dammi la mano, guardami." Mi afferrò la mano dolcemente e se la portò sul petto.
"Se te la senti, lasciati andare." Rispose guardandomi negli occhi.
"Va bene." Accettai baciandolo.
Mi guidò in gesti lenti per togliergli la maglietta e sorrisi baciandolo. La sua bellezza mi lasciava senza fiato ancora una volta.
Sbottonai i jeans facendolo cadere a terra e lui avvicinò il mio corpo al suo.
"Ali, sei bellissima." Sussurrò al mio orecchio.
"Tu neanche scherzi." Risposi sorridendo.
"Te la senti?" Chiese con le mani sulle mie gambe.
"Sempre." Annuii decisa e lui sfilò l'ultimo indumento rimasto. In una mossa eravamo diventati un solo corpo. Le sue labbra cercarono baci incontrollati, ed io ad ogni movimento speravo sempre di più di rimanere in quel piccolo limbo.
Mi afferrò la schiena e con un movimento deciso mi spostò sul letto. Sotto di lui.
Baci caldi, sospiri pieni di desiderio.
Affondai le mani sulle sue spalle e lui mi strinse a sé ancora di più. La sensazione di protezione e di amore che solo lui sapeva regalarmi.
Le mani si intrecciarono l'una a quella dell'altro.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora