Niccolò Pov.
Una notte che lasciava strascichi di pianto e insonnia sul mio volto era passata.
Il capitolo Sanremo, era ufficialmente aperto. Pieno di incognite e paure, si faceva spazio largo il buio che aveva attanagliato il mio umore. Gli occhiali da sole, anche se era notte coprivano gli occhi gonfi dal troppo tutto.
Certo, mi avrebbe seguito la mia famiglia e i miei amici, ma Alice? Alice era partita e non si era nemmeno preoccupata di dirmelo. Ludovica era sconfortata per non essere riuscita a convincerla. Non era servito niente di tutto ciò che avevo fatto.
Ecco, non servivo proprio a niente. Forse era giusto così, era giusto che seguisse i suoi sogni come io stavo seguendo i miei. Se non l'avesse fatto? Beh, sarebbe stata una grande prova d'amore. Però l'aveva fatto e questo mi stava logorando l'anima.
"Conoscerò Alice?" Mia madre mi guardò scendendo dalla macchina. Ero stato bravo a nasconderle tutta la sofferenza della notizia, ed ero stato bravo anche a non dirle che era partita. Però, per quanto sei bravo, una mamma lo riconosce sempre quando qualcosa non va.
"No. È partita ieri alla fine, Ludovica non è riuscita a convincerla. So' le quattro e mezza. Per cortesia." Il nervosismo era percepibile nella mia piccola ammissione, forse a tradirmi era proprio la voce che tremava al suo nome. Mia madre alzò le mani in forma di resa, come se volesse lasciarmi alla mia delusione.
Era chiaro che stavo soffrendo già abbastanza, e parlarne avrebbe peggiorato.
Quando arrivai zaino in spalla e valigia alla mano, nel bar gli urli dei miei amici riecheggiavano. Almeno loro, sapevano farmi sentire un minimo adatto.
"A belli." Li abbracciai tutti e la mia famiglia dietro di me li salutò.
Mancava qualcuno che non sarebbe arrivato. Andava bene comunque. Inviai un messaggio provandoci.
-Vorrei che tu fossi qui, con me.- Arrivato. Visualizzato.
Deluso e amareggiato, capii benissimo che mi aveva sbloccato per vedere se l'avessi cercata. La sua intenzione era solo di capire se l'amassi? Di risposta ordinai un caffè e presi un cornetto semplice. Era chiaro e limpido, non provava le mie stesse emozioni. Non era neanche lontanamente innamorata quanto lo ero io di lei.
"Nicco." Tiziano batté sul mio gomito insistentemente, doveva farmi girare per forza.
"Eh." Mi girai e la sagoma di una ragazza fin troppo familiare mi fece mancare i battiti. Il cuore si fermò in un momento di stallo. Camminava sicura mentre il mondo era fermo ad osservare la creatura camminare.
"Alice." Sorrisi incondizionatamente. E la magia si bloccò. Una coda mora come un fulmine si parò tra me e lei. Afferrò il braccio della bionda e la strattonò.
"Pensavo che ti fosse chiaro l'avvertimento." Imperò alla ragazza. Quale avvertimento? Ma che diamine era successo? Alice non sembrò per nulla spaventata, anzi se l'aspettava.
"Prima che te do 'na pizza e te faccio arresta' pe' vagabondaggio, levati dal mio spazio personale." Alice sembrava agguerrita. Si era forse decisa ad alzare la testa?
Decisamente sì. Con uno scatto del braccio si liberò dalla presa spostando Sara.
"Ciao Nic." Mi rivolse un sorriso bellissimo ed io di risposta, da bravo deficiente mi girai di spalle.
"Dai orgoglio, non fa' così." Pensai rimanendo girato, sapevo di avere ferito l'unico sorriso che aveva riacceso la luce dentro di me. E quanto lei aveva ferito me, solo io lo potevo comprendere e neanche a pieno.
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Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.
FanfictionNiccolò è un ragazzo pieno di sogni, ambizioni seppure sia anche pieno di insoddisfazione. All'alba di una svolta e di una realizzazione di un piccolo, enorme, sogno, cercherà se stesso in un paio di occhi. Come ogni cosa, bisogna saper cogliere l...