𝐿'𝑒𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑒 𝑠𝑒𝑖 𝑡𝑢.

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Niccolò pov.

I messaggi di Ludovica furono un fulmine a ciel sereno, pensavo che Alice mi avrebbe continuato ad ignorare e lei l'avrebbe assecondata

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I messaggi di Ludovica furono un fulmine a ciel sereno, pensavo che Alice mi avrebbe continuato ad ignorare e lei l'avrebbe assecondata.

La confusione regnava sovrana dentro di me. Indeciso se, provare felicità perché non le ero indifferente e la mia assenza la sentiva. Ero sicuro che non la sentiva, come io percepivo la sua, ma mi sarei accontentato. Oppure, dovevo provare un senso di colpa, ai limiti dell'autolesionismo per aver creato in lei malessere.

Ovviamente, non potevo che optare per il senso di colpa di averle fatto del male, mischiato a un sacco di rimorsi. Torturarsi non fa mai male, e io ci riuscivo bene a farmelo.

Lei mi mancava un po' come quando ti ricordi che devi respirare, e allora provi a farlo manualmente e non ti viene.

In quei giorni di silenzio avevo imparato ad amarla proprio per come era, e per come si era mostrata. Da bravo masochista, non mi ero allontanato dal suo pensiero quando avevo capito di avere sentimenti diversi dai suoi, ma avevo incrementato l'amore che provavo.

Maledetto a me, e quando avevo incrociato quegli occhi che sapevano di mare.

"Oh, Nicco." Fabrizio mi chiamò, ed io come svegliato da un incubo lo guardai. "Hai visto un fantasma?" Chiese accennando un sorriso.

"Scusa, c'ho un po' de pensieri. Allora, sta canzone me la fai senti'?" Chiesi fingendo un sorriso. Puntellai le dita sui tasti del pianoforte, chissà perché se c'era qualcosa che mi turbava, mi veniva naturale rifugiarmi tra il bianco e il nero dei tasti. Dove tutto era come volevo io. Egoista? Certo, ma almeno su una cosa avevo il controllo totale.

"Pe' forza?" Fabrizio rise, ed io scossi la testa. Non doveva farmela sentire per forza, non mi sarei mai offeso, ma ero curioso.

"No?" Fuori tirava un gran vento, e si preannunciava aria di temporale. Qualche tuono in lontananza riecheggiava alle finestre. Immaginai Alice, seduta sul suo letto con un libro fra le mani. La immaginai perdersi ad ascoltare i tuoni con la finestra socchiusa, e appena arrivata la pioggia, alzarsi per chiuderla del tutto. Lasciando fuori il mondo che l'aveva delusa.

"Mo, dopo te la faccio sentire. Ora te devo fa una proposta. Tienite pronto." Annuii sedendomi allo sgabello del pianoforte, e lui proseguì. "Che ne pensi de duetta' L'Eternità?" La buttò lì, come a dire: "Che ne pensi se scrivo su 'sto foglio?" Come se la cosa potesse non toccarmi.

Eccome se mi aveva toccato, impallidito e anche un po' intimorito non risposi subito, per queste cose bisogna aver tempo di metabolizzare.

Un ragazzo di vent'anni che poco tempo prima ascoltava le sue canzoni, ora era tenuto a modificarla per un duetto? Era assurdo. Un sogno ad occhi aperti. I primi concerti, Sanremo giovani e ora Fabrizio con questa proposta.

Ovunque tu sia.-𝒰𝓁𝓉𝒾𝓂𝑜.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora