6 luglio 2019 (6 mesi prima)
*gioia*
Il caldo atroce di roma anche alle 20.00 mi fa quasi pentire di essermi messa in macchina in questa giornata che da normale è diventata un incubo. Ero tranquilla, ero in spiaggia che prendevo il sole come tutte le persone normali che si stanno godendo un po di relax meritato dopo il lavoro, quando un fulmine mi era piombato sulla testa nonostante tutto il sole che mi circondava. Ero appena uscita dall'acqua quando il mio telefono ha iniziato a squillare come un pazzo. WhatsApp mi si è impallato in pochi minuti, per non parlare di instagram e del registro chiamate. La chat con celeste è quella che mi risulta per prima, e quella tra tutte che recita un solo messaggio "VA VIA". Mi si accappona la pelle e il cuore perde un battito, per poi recuperarne un centinaio tutto insieme. Non mi serve altro, so perfettamente a cosa si riferisce. Chiudo tutto e corro a casa, le cose fatte così di fretta si sa che non hanno mai portato a niente di buono. Faccio la doccia in 3 secondi praticamente, quasi neanche mi asciugo i capelli, mi vesto con le prime cose che trovo e prendo la macchina. Questa non me la deve fare, non dopo che neanche un mese prima abbiamo parlato e mi ha detto tutt'altro. Si è vero, in questi giorni le voci si sono intensificate ma non ho mai pensato che potessero essere vere, non la cina...odio il traffico, odio la gente, in questo momento se non mi schianto è un miracolo di dio. Quando svolto e vedo il portone di casa sua spengo la macchina e mi prendo un attimo. Mi accendo una sigaretta e riprendo in mano il telefono. Ignoro tutto, apro solo l'articolo che mi da la conferma...tutto ciò che non avrei mai e poi mai voluto leggere. Chiuso l'accordo con il club cinese, El shaarawy fa le valige e domani lascia roma e la roma a titolo definitivo. Blocco lo schermo e sbuffo il fumo fuori. Mi alzo, scendo dalla macchina e comincio a fare avanti e indietro. Guardo in alto, la luce nel suo appartamento è accesa, è praticamente ora di cena quindi penso che di andare da qualche parte non ne abbia voglia. Non ci penso due volte, richiamo la schermata con la sua chat e gli scrivo un semplice "SCENDI". Chiaro e coinciso, e gli conviene farlo perché altrimenti mi attacco a tutti i citofoni finché non trovo il suo, non ho problemi a farlo. Dopo una decina di minuti compare il pallino verde affianco al suo nome. Ci mette poco a visualizzare, mi risponde "ok" e io sento l'ansia che mi ribolle nel sangue. Sono incazzata, incazzata nera con lui per avermi raccontato una palla e per non avermi detto di tutta questa cosa. Chissa da quando lo sa, e io devo venire a saperlo così? Gli conviene dosare le parole perché a sto giro lo attacco al palo della luce per le mutande. Sto di spalle finché non sento lo scatto del cancello. Ho in bocca la terza sigaretta e non mi importa se a lui da fastidio che io fumi, stasera mi è ammesso tutto.
"Gio" non posso negare il brivido che mi sale lungo la schiena quando è lui a pronunciare il mio nome
"Stephan" lo squadro velocemente e sospiro, perché è sempre cosi da infarto? Poi però mi tornano in testa le parole che ho letto poco prima e abbasso lo sguardo
"Perche?"
"Perche cosa?"
"Perche mi hai mentito, perché lo vengo a sapere così, perché così lontano, perché cazzo non me l'hai detto. Scegli, ce ne sono così tanti di perche" lui non mi risponde, non mi guarda, non si muove, non fa nulla. Resta li, con gli occhi bassi, a torturarsi le mani. Riesco a percepire quanto è nervoso anche da questa distanza...sapesse io
"Non dici niente?"
"Mi dispiace"
"Ti dispiace? Cazzo stephan, non basta dire mi dispiace. Sai dire solo questo"
"A io so dire solo questo? Che cazzo vuoi che ti dica? Domani sera ho un aereo e non si torna indietro. Parto, punto"
"Punto, e per te va bene cosi? Cioe butti 4 anni dicendo punto? Meritavo di saperlo"
"NO!" solo in quel momento alza gli occhi e li punta nei miei "no, tu come tanti altri non meritavate di saperlo. È la mia vita, non la vostra. Le mie decisioni, non le vostre"
"Io ho fatto parte della tua vita per 4 anni se te lo sei scordato sai"
"E ora non più"
"Ma hai battuto la testa stephan? No perché me lo auguro"
"No, è giusto cosi. Vado in cina, cosa vuoi seguirmi anche lì? Eh? Non vado dietro l'angolo cazzo"
"Portami con te"
"Cosa? No. Non puoi venire con me, non se ne parla"
"Da quanto lo sapevi?"
"Gio.."
"Gio un cazzo, lo sai che con me non attacca stephan. Rispondi"
"Qualche settimana"
"Qualche settimana...complimenti"
"Dai senti" è lui ad avvicinarsi e a tentare di mettermi una mano sul braccio, ma io mi ritraggo come se avessi preso la scossa. Se mi tocca, se lo abbraccio, so che potrei cedere ad un pianto che per ora non voglio assolutamente che venga fuori
"No stephan, vai via anche tu" glielo dico guardandolo negli occhi, voglio che capisca quanto mi ha ferita
"Non è stata una mia decisione"
"Cazzate, non ti hanno puntato una pistola alla tempia per firmare"
"Tu non sai un cazzo, non puoi parlare"
"E allora spiegati, visto che pare ci sia dietro chissà cosa. Diamine sono corsa qui perche voglio una spiegazione"
"Non, non posso dartela"
"Non vuoi stephan, avevi già deciso tutto e speravi di partire senza vedere nessuno"
"Questo non è vero"
"Purtroppo lo è, e lo sai anche tu" sento salire le lacrime e so che devo tagliare corto o mi vedrà piangere per lui, e poi vorrà consolarmi, e non ne usciremo mai. Gli volto le spalle decisa a salire in macchina e a finirla così, non c'è altro da fare
"Non buttare via 4 anni gio"
"L'hai già fatto tu. Ciao ste"
"Ciao gioia" non mi volto più perche ormai sono un fiume di lacrime. Giro giusto la curva dietro casa sua per evitare che mi veda e poi mi fermo, guidare così è fuori discussione. Scoppio a piangere e mi do mentalmente della cogliona. Silenzio il telefono e riparto per una meta imprecisa...non so dove andrò, cosa farò, non so più niente. Dopo tutto quello che è crollato lui è l'ennesima botta, una delle più forti, che non ero per niente pronta a subire. Nonostante sia incazzata a morte con lui non sono pronta a lasciarlo andare...eppure mi trovo costretta a doverlo fare. Parcheggio la macchina e decido che non farò niente di particolare, se non mettermi a camminare sulla spiaggia, sperando che il dolore che si sta facendo strada nel mio petto non aumenti, e non mi impedisca di respirare più di quanto già non sta facendo. So che oggi, quando gli ho voltato le spalle, ho perso forse una delle parti migliori di me...quella che nessuno potrà mai più restituirmi. E fa male, un male cane.
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30 gennaio 2020
*camilla*
Non ho mai pensato che andare sotto casa di alessandro fosse la scelta migliore rispetto a Trigoria, sia per rispetto mio e del mior ragazzo che per rispetto suo e della moglie. Poi anche un po per il tipo di ragazzo che è, ho sempre preferito non invadere quello che è il suo spazio privato e restare in un territorio cosiddetto neutro. A dispetto di tutto anche durante questo periodo sto facendo la stessa cosa, il calciomercato invernale è tremendo, non era neanche ufficialmente cominciato quando le voci di vari trasferimenti su ale hanno iniziato a girare e a diffondersi. Quest anno nella roma di fonseca ha trovato pochissimi spazi, e per l'europeo non va per niente bene. Ma mai più vorrei che andasse lontano, mi cascherebbe la terra sotto i piedi. 6 mesi fa ho vissuto la stessa cosa con gioia, che in due giorni si è vista portare via stephan e da quel momento non l ha più ne visto ne sentito. Ha levato tutto quello che riguarda lui e loro due, non si sentono, non ne vuole più sapere anche se so che sta soffrendo un sacco. Guai a chi glielo nomina, diventa pazza. Ecco io vorrei evitare di fare la sua stessa fine, ma mi sa che le possibilità non sono poi così tante. Ero a trigoria anche oggi, per parlare un po con Ale, quando mi è arrivata l'ufficialità del suo trasferimento in Spagna, al Valencia, per 6 mesi fino a giugno. Guardavo il cancello e non sapevo cosa fare, cosa aspettarmi. Solo settimana scorsa mi aveva detto tutta un altra cosa, che voleva restare, combattere perché lui è il capitano della squadra e ci tiene a roma e ai romanisti...e ora così, come se niente fosse fa le valige e va via.
"Cami dammi retta, andiamo sotto casa"
"Ma sei matta? Non ci vado da un secolo e secondo te ci vado proprio oggi?"
"Cami, vuoi farlo qui a Trigoria? Davanti a tutti? Dove magari lui neanche si ferma oggi dopo sta cosa?" Non posso che darle ragione, a malincuore accetto la proposta di gioia e saltiamo in macchina. Non vado sotto casa di ale da un sacco di tempo, e mai più avrei pensato che ci sarei tornata per una cosa del genere. Appena parcheggiamo l'allenamento finisce e i primi giocatori iniziano ad uscire, non è che io abbia tutto sto tempo per pensare a che cosa dirgli quando lo vedrò svoltare. Ho chiesto a gioia di mettersi all'inizio della strada, voglio almeno essere avvisata da un cenno quando arriva, così per non morire proprio all'istante. Ho in mente 200 cose diverse, una confusione che un tornado mi fa un baffo, ma nel momento in cui la mia amica alza il braccio è come se tutto diventasse nero. Vedo solo la macchina che si parcheggia a pochi metri da me, la portiera che si apre e lui che scende e sgrana gli occhi
"Camilla" io non dico nulla, alzo il telefono gli mostro la schermata sulla quale c'è l'ufficialità della sua cessione. Il sorriso che aveva fatto poco prima vedendomi gli sparisce immediatamente, sostituito da una faccia dispiaciuta "ah, l'hai saputo"
"Pensavi che non mi sarebbe arrivata la notizia ale? Pensavi che, non so l'avrei scoperto quando gia non c'eri più? Settimana scorsa, hai detto un sacco di cazzate"
"Non erano cazzate cami, non lo erano"
"È una cazzata anche questa alessandro, tu già sapevi che non saresti rimasto ma hai voluto comunque che io ci credessi. Perche?"
"Cami io alla roma non trovo spazio, devo giocare. Sono solo sei mesi"
"Certo, perché per voi è così che funziona. Prendete un aereo, andate via per "solo" 6 mesi e vi aspettate che al ritorno sia tutto uguale a prima? Ma a noi un minimo ci pensate? Eh? A noi che rimaniamo qui. Te lo dico io, no"
"Non è tutto cosi facile come pensi tu, non l ho presa a cuor leggero sta decisione"
"Ma l'hai presa, e a me hai detto una cazzata. Ale, meritavo di saperlo settimana scorsa...perché tu gia lo sapevi, e hai pensato bene di mentire spudoratamente"
"Si forse già lo sapevo ma non era niente di certo"
"Ma che cazzo vuol dire, lo sapevi. E smettila di stropicciarti gli occhi che mi distrai mentre parlo"
"Adesso sindachi pure quello che faccio? Ho sonno"
"Hai sempre sonno tu, vedi di dormire la notte. Tanto ora in Spagna, dormirai pure meno di quanto dormi qui"
"Sono solo 6 mesi, non è a titolo definitivo"
"Certo, non come l'amico tuo...e così pensi di cavartela in un modo diverso? Più vicina la meta e più corto il tempo del prestito. Non me lo meritavo così ale"
"Neanche io, eppure è successo. Cosa ci posso fare?"
"E certo, che cosa ci puoi fare tu...sai quanto te ne frega di quello che lasci qui"
"Pensala come vuoi Camilla, io ho un aereo da prendere tra poco"
"Gia, ma non ti aspettare che quando torni sia tutto uguale...non ti aspettare che al tuo ritorno io sarò qui. Non funziona cosi"
"Funziona solo come vuoi tu ovviamente" sbatte la portiera della macchina e mi volta le spalle, adesso è pure colpa mia?
"Non hai capito un cazzo alessandro"
"Neanche tu camilla, guarda un po" è l'ultima cosa che gli sento dire prima di vederlo varcare il cancello di casa sua...già, io non capisco, lui non capisce, ma fatto sta che è finta cosi. A sei mesi di distanza...due su due. Gli volto anche io le spalle fisicamente, consapevole del fatto che farlo sentimentalmente sarà praticamente impossibile.
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A UN MILLIMETRO DAL CUORE
Fanfiction"La vita passa, le persone se ne vanno, le cose cambiano, ma il mio punto fermo continui ad essere tu" Quante cose cambiano, che siano anni, che siano mesi. Indecisioni, discussioni, emozioni, confusioni, parole non dette e discorsi inconclusi che...