CAPITOLO 63

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*Gioia's pov*
Ho ancora il cuore a mille e vedo tutto sfocato, mai avrei immaginato di trovarmi in una situazione simile con alessio. Non sono una che si spaventa facilmente, ma oggi gli ho visto serpeggiare negli occhi l'odio e ho temuto per la sua reazione.
"Gio, che cosa cazzo è successo di la?" Cerco di incamerare aria nei polmoni ma suppongo che mi tremano pure i capelli in questo momento. Poggio le mani sul lavandino e chiudo gli occhi, vorrei solo che stephan fosse qui
"Io chiamo stephan basta"
"No! Metti giù quel telefono" se dovesse chiamare il mio ragazzo verrebbe fuori un casino di proporzioni epiche "usciamo da qui, ora" spalanco la porta del bagno e senza guardarmi intorno vado dritta verso l'uscita di questo posto del cazzo. Quando siamo abbastanza lontane dalla porta rallento e permetto a camilla di affiancarmi
"Alessio, mi ha terrorizzata...sapevo che non l'avrebbe presa bene ma non pensavo neanche così male, io ho avuto paura"
"Ti ha presa per i polsi per caso?"
"Ma che..." abbasso lo sguardo ed è successo proprio quello che temevo, due segni rossi campeggiano sui miei polsi e non andranno via facilmente. Voglio levarmi al più presto la faccia terrorizzata che sicuramente ho ancora, perché se solo stephan capisse qualcosa sarebbe finita. Il bar è troppo vicino all'ufficio, vorrei avere più tempo per cancellare quello che è stato. Invece appena svoltiamo e riconosco l'audi di stephan parcheggiata mi sale il magone e sento le lacrime scorrermi lungo le guance. Come calamitati da una forza maggiore proprio in quell'istante i due ragazzi escono dalla porta del bar e i nostri sguardi si incrociano. Ci vogliono forse due secondi, o anche meno...vedo stephan scattare verso di me, e in pochi passi la sua fronte è attaccata alla mia
"Io lo uccido, che cosa è successo?"
"Zitto" mi aggrappo praticamente a lui, non avendo altra ancora di salvezza se non questa. Lo stringo fino a farmi mancare il respiro e lui ricambia con altrettanta forza per farmi sentire che è qui. Gli piango sulla spalla e probabilmente gli sto bagnando tutta la maglia
"Shhh ci sono qui io, è tutto ok" ci impegno qualche minuto a calmarmi ma alla fine ce la faccio, nel caldo rifugio delle sue braccia che non mi lasciano per nessun motivo. Ci sediamo su un muretto appena fuori dal bar e con calma riesco anche a raccontargli che cosa è successo tra me e alessio poco tempo prima. Non faccio in tempo a finire che lui ha già capito, scatta in avanti e comincia a correre
"Stephan no, diamine"
"Gio prendi la macchina, lo seguo io" Alessandro mi passa accanto correndo e mi lancia le chiavi della macchina prima di sparire dietro alla curva. Io mi metto le mani in faccia e sospiro, lo sapevo che sarebbe successo. Monto in macchina con camilla e parto in direzione ufficio, spero che Alessandro riesca a raggiungere stephan e a farlo ragionare in tempo. Con la macchina bisogna fare tutto un giro che mi farà perdere un sacco di tempo già lo so, la mollerei in mezzo alla strada se solo non fosse una dannatissima Audi che costa più di tutto quello che potrei permettermi io.
Come preventivato quando arrivo praticamente davanti all'ufficio sono già passati 15 minuti. Parcheggio e scendo alla velocità della luce. Sento gli strilli gia da fuori e non promette niente di buono...inutile dire che quando apro la porta mi ritrovo davanti 4 ragazzi che discutono. Io che ero nelle mani di alessandro...come no
"Gioia esci, non te lo ripeto una seconda volta" stephan mi folgora praticamente ma me li aspettavo
"Amore ti prego, lascia perdere"
"Non se ne parla, tu vai fuori" mentre lui è impegnato a parlare con me alessio ne approfitta, e gli molla un pugno sullo zigomo destro. Cosa che ovviamente scatena una reazione in lui, e in pochi secondi si scatena il caos più totale. Sono seriamente tentata di buttarmi in mezzo per dividerli, ma camilla mi ha già arpionata e non ha intenzione di lasciarmi andare. Fortunatamente chi si mette in mezzo è alessandro da una parte è vincenzo dall'altra, che a fatica riescono a staccarli
"Gio, portalo fuori per dio" alessandro me lo scaraventa praticamente addosso e io non ci penso due secondi di più a prendere la porta e a uscire di lì
"Tu sei un coglione, ma ti amo da morire" ha un livido grosso come una casa sullo zigomo destro, che sta già diventando nero
"Se non mi fermavi lo conciavo, non deve permettersi di toccarti...non si deve permettere"
"Ho capito amore ma ti è saltato un neurone per fare sta cosa, cioè ti sei bevuto il cervello"
"CONDIVIDO PIENAMENTE" Alessandro ci raggiunge e dire che ha una faccia incazzata è dire poco
"Alessà, e taci"
"Alessà un cazzo, Stephan siamo tornati due ore fa e ti ho già dovuto tirare fuori dal primo casino...che hai deciso?"
"Perche se fosse stata camilla nella sua situaizone tu che avresti fatto? Sentiamo"
"Hai ragione ma devi usare la testa diamine" ha le mani che gli tremano da quanto è nervoso e so che è tentato di tornare dentro per finire quello che ha cominciato. Contro ogni aspettativa invece viene verso di me e mi abbraccia
"Baciami, perché altrimenti torno lì dentro e non ti assicuro di come ne esco"
"Tu stai qui invece, anzi...ora andiamo a casa e ti metti del ghiaccio in faccia scemo" prima di muovermi però lo bacio, perché voglio e devo calmarlo altrimenti finirà male. Quando saliamo in macchina ci dimentichiamo di tutto, sorridiamo e alzando la musica liberiamo la mente. So che per qualche giorno avrò questi due segni rossi a testimonianza di quello che è successo, ma so anche che ogni volta che li guarderò, stephan ci lascerà un bacio sopra, per cancellare giorno dopo giorno la paura.
"Che si fa stasera regà?"
"Intanto andiamo a stanare Federico che sono sicurissima che sia ancora a casa mia con celeste...e poi, andiamo a cena fuori? Bo.."
"Andiamo da pier, al locale nuovo" e te pareva, andiamo a mangiare sushi e a cantante al karaoke...oddio
"Siamo decisamente tornati a roma"

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