CAPITOLO 1

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*Gioia*
Finalmente é iniziato Gennaio, anno nuovo, vita nuova come si suol dire.
Questo anno é stato veramente frenetico tra lavoro, casa nuova e molte novitá che io stessa non mi aspettavo.
E si, ho cambiato casa, sono andata a vivere da sola, per sopportare i ritmi di un lavoro molto frenetico.
Infatti una delle poche cose che é rimasta invariata é il mio lavoro, amo cio che faccio e non lo cambierei per nulla al mondo. Ho rininciato a tante cose per questo, l'unica cosa che mi porto dietro sono le mie amiche, tutto il resto ( causa lavoro ) non c'é piu e a me va bene cosi. Lavoro per una multinazionale che si occupa di macchinari per la fisioterapia, ho imparato molto in questi due anni e mi sento pronta per fare un salto di qualitá.
Lavoro da circa due anni, é iniziato come una prova in realtá, essendomi laureata per fare l'educatrice, ma poi é diventata una passione, mi sono ritrovata a fare un lavoro per molti "troppo dispendioso", ho fatto dei corsi per studiare fisioterapia e ho preso dei master cosi da poter diventare autonoma e vendere sia il macchinario sia le mie prestazioni mediche. Ora sono fisioterapista a tutti gli effetti.
É vero, la paga inizialmente era al minimo e le ore da lavorare a volte superavano le 16 al giorno, ma era diventata la mia routine insieme ai miei colleghi, e mi dava enormi prospettive di crescita.
In due anni avevo appreso tutto cio che dovevo apprendere, sia sul campo che all'interno e mi sentivo pronta per la svolta, complice anche la mia quasi chiusura con uno dei miei capi.
Esatto, come succede quasi a tutti mi ero innamorata di un mio superiore, non contando che tutto cio avrebbe influito negativamente sul mio lavoro.
Non ci davo peso inizialmente, fino a che la situazione é diventata troppo ingestibile. Abbiamo piu e piu volte mischiato il personale con il lavorativo e per far si che il nostro lavoro continuasse al meglio, dovevo prendere una decisione, e la decisione era quella di andarmene.
"Gioia lo bevi sto caffé o aspetti che diventi granita?" Scuoto la testa rendendomi conto di essere assorta nei miei pensieri
"Che? A si il caffé" bevo tutto d'un fiato e mi accendo una sigaretta.
La mia amica Camilla mi guarda perplessa facendo no con la testa.
Camilla, una delle mie piu care amiche, nonche mia collega, sa tutta la mia situazione, avendola vissuta per prima.
Ho anche un'altra mia amica che lavora con noi, Tiziana, siamo in tre e siamo quasi sempre insieme. Cio che lega loro sono io ovviamente, sono amiche di vecchia data con le quali ci siamo promesse di non perderci mai di vista e cosi abbiamo cominciato a lavorare nella stessa azienda anche se con ruoli diversi.
Camilla é la fidanzata ufficiale di uno dei miei due superiori, Vincenzo, e Tiziana é l'addetta ai colloqui, sia per Vincenzo sia per Alessio, l'altro superiore nonche colui per cui ho decisio di andarmene.
Ultimamente sono sempre sovrappensiero, sara perche a nessuno ho ancora comunicato la mia decisione, nessuno eccetto Camilla e Tiziana che lavorando con me hanno preso questa decisione insieme alla sottoscritta. Certo non hanno il mio entusiasmo, ma alla fine se lo sono fatte andar bene.
"Allora quando comunichiamo il trasferimento?"
"Non lo so Cami é stato tutto cosi veloce, oltre che dirlo ai genitori dobbiamo dirlo a tutti e soprattutto a lui..." si lui, Alessio, quel lui che amo ma con cui non posso stare. Ci sono stati dei trascorsi, degli sguardi, dei sorrisi, delle batutte e perfino un bacio... ma lui é categorico sul posto di lavoro, e io non risco piu a far finta di niente e a lavorarci insieme.
"Senti stasera ne parliamo con i nostri e poi con gli altri... poi pensiamo a lui. Tieni presente che lunedi partiamo e stiamo a venerdi"
Non posso negare che l'idea di andare via un po mi spaventi. È una meta a cui non penseresti come prima scelta, perché è troppo azzardata...io in primis credo che non ci avrei mai pensato, soprattutto perché li c'è una persona che al momento non vorrei incontrare. Gia, lui...se ci penso gli ultimi fotogrammi del nostro rapporto mi portano a galla giorni di lacrime e delusione. Ma lui, lui è stato soprattutto sorrisi, emozioni forti, risate improvvise, corse in macchina...lui è stato tutto. È stato, perché da un po non è più nulla per me come io non sono niente per lui. Non abbiamo avuto piu nessun tipo di contatto, e pensare che potrei incrociarlo per caso adesso mi fa accapponare la pelle. Sto scappando anche da tutto ciò che me lo ricorda, perché qui a roma ormai tutto sa di lui. Comunque la città è grande, quante probabilità ho di incontrarlo?
"Lo so. Dai andiamo a finire di comprare le ultime cose, cosi poi finiamo i bagagli, casa fino a lunedi é ancora mia" le dico ridendo. Lei mima un sorriso e si alza prendendomi a braccietto, e insieme ci incamminiamo verso il centro commerciale dell'Eur, per comprare le ultime cose. Dopo di che in questi ultimi due giorni dobbiamo dare i vari saluti.

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