I pazienti

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Dormì male quella notte. Si rigirava nel letto senza, per giunta, potersi consolare del fatto che la sua compagna di stanza avesse lo stesso disagio e la stessa difficoltà ad addormentarsi. Era quasi mattina, tra la luce crepuscolare scorgeva i lineamenti della ragazza sconosciuta con cui condivideva il letto a due piazze.
I tratti spigolosi del volto dormiente erano addolciti dalle ciocche color albicocca che coronavano la faccia lentigginosa. Invidiava quel sonno beato.
Si alzò. Era la quarta volta, quella notte, che si accingeva a percorrere il corridoio che portava al bagno. Finalmente quell'interminabile nottata stava giungendo al termine.

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Alle otto e trenta puntuale la colazione, poi l'assegnazione dei pazienti.
Seguirono la Shaymalan. Da un vetro si potevano vedere i ragazzi reclusi.
<<Per questa settimana avrete rapporti solo col vostro assistito. I ragazzi potrebbero avere dissestamenti emotivi se si accorgessero che venticinque nuove persone sono entrate qui. Faremo le cose gradualmente>>.
Ines osservava quei volti uno ad uno, la finestra che separava gli studenti di Harvard da quei disagiati era un vetro-specchio. Nessuno si accorse di avere tutti quegli occhi addosso.
<<So che adesso starete individuando la vostra preda>> sorrise Ann <<Niente da fare: abbiamo già scelto noi>>. C'era sempre un qualcosa di freddo nella sua voce e nel suo sorriso.
L'attenzione di Ines venne attratta da un ragazzo biondo e gracile; la T-shirt bianca con le maniche arricciate gli scivolava sulla schiena ossuta. I capelli gli coprivano gli occhi. La sua bellezza era disarmante.
<<Questi sono della categoria "C">> comunicò la donna che già si stava allontanando <<ma non sono tutti. Qualcuno ha delle visite o delle sedute oggi. Pian piano li conoscerete>>.
I ragazzi la seguirono. Incredibile quanto i pazienti di quella categoria sembrassero normali. Si affacciò nuovamente al vetro, rimanendo indietro rispetto al gruppo.
Guardò di nuovo quel ragazzo. Poteva sembrare un perfetto studente di Harvard, un perfetto amico o fidanzato, un perfetto surfista o giocatore di football. Un perfetto ragazzo normale. Arrivarono davanti ad un'altra stanza. Di nuovo un vetro-specchio per osservare senza essere osservati.
Lo spettacolo era decisamente diverso. I ragazzi avevano tutti qualche malattia: nanismo, microcefalia, trisomia 21, autismo.
Suor Prudence li aveva riuniti in cerchio tentando di coinvolgerli in un canto clericale.

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