La messa domenicale

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Si stropicciò gli occhi. La messa della domenica mattina: che idea malsana.
Sbadigliò per tutto il tragitto fino al bagno. Passò davanti alle varie porte di quel piano. Le studentesse di Harvard erano dodici, due per stanza; gli studenti tredici: chissà se avevano optato per una camera tripla o per una camera singola circa la collocazione del tredicesimo? Venticinque studenti, che cosa assurda, non avrebbero fatto prima a decidere per un numero pari? Dodici femmine e dodici maschi. Fece una smorfia con la bocca. Rifletteva spesso da sola, per lo più su stronzate come questa e non si preoccupava delle espressioni facciali che assumeva talvolta.
Gaia e Katy con addosso un asciugamano striminzito si stavano inseguendo. Sentì solo che Gaia voleva usare per prima il phon che Katy stringeva gelosamente tra le mani, poi Katy la notò, si aggrappò a lei:
<<Ma buongiorno, dormigliona! Dì un po': la tua compagna di stanza è una stupida idiota come la mia o c'è ancora speranza per il genere femminile?>>
Ines guardò in terra, lungo il corridoio:
<<Avete bagnato tutto>> rise scuotendo il capo. Si sentì tirar via Katy dalla spalla su cui si era aggrappata come un koala:
<<Questo è mio, grazie!>> sentenziò Gaia. Non degnò Ines di uno sguardo e si allontanò con il phon per i capelli. Si comportava proprio come se fosse invisibile. Probabilmente temeva che si potesse finire per toccare certi argomenti che Ines era la prima a voler tacere.
Si diresse verso il bagno. Una doccia era tutto ciò che chiedeva. Si stava ancora domandando come mai la funzione religiosa domenicale non fosse opzionale. Erano anni che non andava a messa prima di mettere piede a Clover. Era credente, ma non praticante. La chiesa come istituzione non le era mai piaciuta. Le bastava pensare che il papa si recava abitudinariamente in carcere a far visita ai detenuti che potevano essere stupratori seriali, assassini di bambini, insomma bestie sadiche, che, però, avevano tutto il diritto di essere perdonate; però i gay, le ragazze madri, le persone divorziate perchè avevano semplicemente sbagliato a sposarsi, no, quelle persone erano giudicate riprovevoli e condannate. Che dire degli animali poi? Si erano mai visti, un cane, una pecora o una gallina in una chiesa? Si sarebbe presentata una volta, per prova con il suo cane a messa, se solo non avesse avuto di meglio da fare nella vita che recarsi in quella conca di ipocriti: ci scommetteva che il prete avrebbe cacciato sia lei che "quell'ammasso di pulci". Eppure gli animali non sono creature del signore? Per non parlare poi della confessione: lei si confidava e si confessava ogni sera, parlando direttamente a Dio, non ci pensava proprio ad andare a spifferare i fatti suoi a un prete, una persona in carne ed ossa come lei, umano e quindi imperfetto: il segreto professionale... sì, e chi lo metteva in pratica? La sua prozia aveva confessato al parroco di essere al quarto mese di gravidanza, lo aveva detto solo a lui, tempo un'ora, lo sapeva già tutto il paese. Le persone sbagliano, sono deboli e stupide e quelle che bazzicavano intorno alla chiesa erano, per lei, le peggiori, perché oltre ad essere fallaci si guardavano bene dall'ammetterlo. Il continuo intrufolarsi nella casa del Signore probabilmente le stava confondendo: si credevano degli dèi e si credevano in casa propria. C'era, poi, però, anche un'altra categoria: quella delle signore che non si recavano a messa spinte da un accentuato fanatismo religioso, ma spinte dal pettegolezzo, assetate di pettegolezzo. Si posizionavano su quelle panche confondendole con le poltrone di un salone di bellezza e mentre veniva predicato il Vangelo, le vedevi occupate ad aggiornarsi sugli ultimi scandali di paese e a sparlare delle vite altrui, solo perché le loro, di vite, erano talmente piatte e insoddisfacenti che era chiaro quanto in realtà stessero invidiando la donna di turno che aveva lasciato il marito per scappare con un hippy o l'adolescente che aveva interrotto gli studi per girare il mondo in autostop. Donnette bigotte e mediocri il cui brivido più grande era regalato da quell'ora di chiacchiericcio mentre fingevano di ascoltare la parola dell'Altissimo. Ines era andata poche volte a messa, giusto costretta da qualche ricorrenza, ma per deformazione professionale aveva studiato ogni soggetto indisturbato tra gli inginocchiatoi. Si mise l'accappatoio osservando le mattonelle verdi del bagno e ricordandosi che si trovava in un ex monastero. Al Nun Ester non si sceglieva se andare o no a messa il fine settimana. Quella era la prima domenica che alla stessa funzione sarebbero stati presenti "Disturbia" e "No Problem" e lei, per giunta, era in ritardo.

DisturbiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora