Il regolamento

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Dopo cena, orario del tutto inappropriato per una procedura del genere, si decise la disposizione dei ragazzi nelle camere da letto. Solo l'ala Est, era disponibile, l'ala Ovest era riservata ai mentecatti.
La suora, al centro dell'ingresso, con un foglio in mano, iniziò con il dispiacersi perché l'operazione per fissare gli alloggi sarebbe stata lunga:
«Intanto, io sono suor Prudence, molto lieta. Capisco la vostra stanchezza, ma purtroppo, poco possiamo farci. Sarebbe stato meglio foste arrivati ad un'ora meno tarda, ma conoscete il problema dei traghetti su quest'isola. Dopo l'alta marea del mese scorso, quello che vi ha portato qui un'ora fa, è stato il primo a disposizione. Dopo questa premessa ... iniziamo. Ho qui la lista degli iscritti».
I nomi venivano pronunciati in modo veloce tra i bisbigli e i passi silenziosi di chi cercava di farsi strada sul pavimento, tanto che si faceva fatica a ricordare la coppia menzionata due secondi prima. Ines osservava il doppio mento della sorella Prudence ballare su e giù mentre veniva proseguito l'elenco delle coppie e il numero delle stanze.
«Chiedo che anche coloro che ho già chiamato, rimangano fino alla fine per ascoltare la lettura del regolamento» alzò ulteriormente la voce.
Il tutto sembrava un quadro dove le persone sono immobili e il loro parlare diviene un brusio così perpetuo e fastidioso che non lo si ascolta più e si trasforma in silenzio.
Udì il suo nome e subito dopo quello di una certa Margot Gauthier. Non l'aveva mai vista prima e, come lei, studiava ad Harvard da tre anni.
La ragazza era goffa e con imbarazzanti lentiggini e che le invadevano il volto pallido.
Capì perché non la conosceva: non era certo il tipo di persona a cui il gruppo dei suoi amici avrebbe mai chiesto di inserirsi. Si sentì malvagia e discriminatoria. Le si avvicinò e le sorrise.
«Stanza 15, terzo piano, ala Est» puntualizzò la monaca porgendo a Ines le chiavi e tagliando con lo sguardo severo il raggio che univa gli occhi di Ines e quelli di Margot.
Le due specializzande presero le rispettive valige e attesero appoggiate al muro a mani congiunte insieme alle altre coppie che già avevano ricevuto il numero della stanza.
La parola passò alla signora bionda:
«Mi presento a voi. Sono Ann Shyamalan cooperatrice del noto e qui presente chirurgo Frederick Wagner. Avrete molto a che fare con me. Mi occupo dell' amministrazione e di ogni cosa. Giudicatemi pure, per avere un quadro della situazione, il sindaco di quest'isola.
Innanzitutto mi complimento con tutti voi per l'opportunità che siete riusciti a cogliere grazie alla vostra tenacia e preparazione. Il test era molto complesso e solo voi venticinque potete avere il privilegio di essere qui oggi. E' una specializzazione di grande spessore, e gratuita, che vi permetterà di essere a contatto diretto e quotidiano con svariati casi di disturbi comportamentali e con varie malattie genetiche da sottoporre a studi e analisi con il supporto dell'equipe medica e psicanalitica.
La permanenza qui, chiaramente, implica il vostro sottostare a delle regole. Il regolamento che leggerò adesso, è appeso anche all'ingresso al piano di sopra, vicino all'ufficio del preside Northon. Per eventuali dubbi, sempre sotto i vostri occhi.»
Si schiarì la voce. I polpacci robusti coperti da calze color carne erano dritti, due colonne portanti ad almeno mezzo metro sopra i ragazzi, piantate sul palco rialzato per l'occasione.
Il foglio del regolamento era un papiro infinito, il che non era di gran conforto. Si sentirono sbuffi e qualche parolaccia. Bob, uno dei migliori amici di Ashton, dette un pizzicotto ad Ines e le sussurrò:
«Partiamo bene! Credo che ci perquisiranno! Cioè: noi ci siamo fatti il culo con quel test, per poi venire in un carcere di massima sicurezza? Dio non dirmi che è così!» alzò gli occhi al cielo con una smorfia. Lei sorrise con disappunto e gli fece segno di tacere.
«E' assolutamente vietato l'ingresso nell'ala Ovest eccetto che per fini autorizzati dai superiori; ognuno di voi alloggerà in una stanza che condividerà con il proprio coinquilino, come avrete notato, rigorosamente del suo medesimo sesso; un piano è riservato ai ragazzi e uno alle ragazze per quanto riguarda le camere da letto; le lezioni iniziano alle nove del mattino fino alle tredici con una sosta alle dieci e trenta di quindici minuti; nel pomeriggio potete dedicarvi a varie attività e gestire il vostro tempo come meglio ritenete; il pranzo sarà consumato nella mensa, insieme ai pazienti, mentre la cena verrà servita dalle venti alle ventuno e trenta nella sala da pranzo principale, quella dove avete cenato poc'anzi, è più piccola e accogliente, per voi tirocinanti esclusivamente, i pazienti saranno a letto già da qualche ora. Potete usufruire del parco del castello e della sala ricreativa.
Ci sono una sala di proiezione e una sala da tè, un'immensa biblioteca e varie stanze di studio, la stanza della musica è accessibile solo in alcune ore del giorno per evitare che chiunque si metta a spifferare a proprio piacimento disturbando la quiete pubblica; le uniche aree che non si possono visitare senza permesso sono i laboratori e la stanza ottantaquattro, di pertinenza solo del dottor Wagner; sono previsti sport per tenere allenati il corpo e la mente e dunque tra gli spazi accessibili, un campo da basket, una palestra che include un ring per incontri di boxe, un campo da tennis e una piscina coperta che si trova a sé, in un edificio nel bosco, non molto distante dal castello. Il sedici di ogni mese, salvo diverso avviso, è d'obbligo una visita di controllo, la cui procedura vi verrà spiegata in settimana. La salute prima di tutto».
Prese fiato e si schiarí la voce:
«A ognuno di voi sarà assegnato un ragazzo da riabilitare. Avete dieci ore la settimana da dedicare categoricamente ai vostri assistiti e un rapporto da consegnare alla fine della settimana per far presente eventuali progressi, peggioramenti o anomalie».
A queste parole, volarono proteste. Ines si guardò intorno: gli studenti di Harvard erano interdetti.
La donna allora riprese parola e riuscì col suo tono di voce a superare il rumore del brusio che aleggiava nell'atrio:
«I pazienti a voi affidati appartengono solo alle categorie "B" e "C", vi garantisco, pertanto, che non sono pericolosi e sono assolutamente gestibili. In più, onde evitare un coinvolgimento emotivo dei tutori, i pazienti verranno cambiati ogni sei mesi, in modo tale, oltretutto, che nessuno dei degente resti senza un tutore». Indignata dalla reazione inaspettata degli studenti, fece un lungo sospiro quasi per imporsi di mantenere la calma.
«Parliamo dei punti o buoni. Le cose qui si ottengono. I pazienti hanno dei punti, voi avrete dei punti. I punti possono essere ottenuti per il buon lavoro svolto con l'assistito e per ogni test superato vengono dati cinque punti. Chi vuole ottenere più buoni può rendersi utile nei servizi: mensa, cucina, biblioteca, pulizia del giardino, della chiesa, della stalla, delle palestre. Queste sono le cose che regolarmente fanno anche i pazienti della terza categoria. I buoni servono per poter usufruire dei servizi: lavatrice, telefono al secondo piano per telefonare all'esterno, gettoni per le merendine alle macchinette, compera di oggetti che un corriere apposito farà arrivare qui una volta al mese .
Le serate possono essere svolte senza particolari condizioni, come più vi aggrada, ma per le feste e per il materiale che ne consegue, servono richieste da presentare per iscritto e un preavviso di almeno due giorni. La domenica mattina è obbligatoria la presenza alla funzione religiosa per rispetto alla tradizione di questo luogo. Chi disubbidirà a alle suddette regole, sarà punito e obbligato ai lavori socialmente utili».
Ines scostò gli occhi dalla donna e si ricordò di respirare. Il dottor Wagner si fece spazio al centro dell'impalcatura rialzata:
«Perdonatemi colleghe» esordì. Il camice lungo e bianco presentava aloni di macchie che il lavaggio non era riuscito a ripulire. Il volto oblungo e scavato e il naso adunco si contrassero in una smorfia:
«E' stata omessa la regola per eccellenza: è assolutamente vietato intrattenere rapporti interpersonali con i pazienti del Nun Ester, eccetto che per attività affini al percorso di studio, ritenute necessarie dal corpo docenti e da me». Seguì un sorriso beffardo, alquanto strafottente:
«Ci saranno situazioni in cui sarà inevitabile il contatto con i pazienti della terza categoria. Il mercoledì sera è lasciato libero anche agli ospiti di categoria "C". Parco, spiaggia e ogni posto accessibile e pubblico, potrà essere sfruttato anche da loro. Invitiamo pertanto voi studenti ad essere ben disposti a condividere gli spazi. Mutamenti di programma rispetto a ciò che è sempre stato qui dentro, in seguito al vostro arrivo, porterebbero a probabili rivolte pubbliche di soggetti che, se trovati in circostanze particolari, possono divenire pericolosi. Per evitare una catastrofe, abbiamo quindi deciso di non privarli dei permessi che hanno sempre avuto, come, appunto, del mercoledì sera. »
Congiunse le dita della mano sinistra con quelle della mano destra:
«Adesso veniamo alle situazioni che vi vedranno a contatto con tutti, sì avete capito bene, tutti i pazienti di questo istituto, senza eccezione alcuna: sono due sole sere all'anno, la notte di Halloween e la vigilia di Natale. I pazienti di tutte e tre le categorie, voi studenti e tutto il personale, potete partecipare alla festa in maschera nel salone centrale il 31 ottobre e alla creazione dell'albero di Natale nell'atrio, con foto di gruppo, il 24 dicembre. La notte delle streghe, col volto coperto, non ci sarà differenza tra pazzi e normali, ogni barriera si romperà. Le guardie saranno disposte ad ogni angolo dell'edificio, ma potrebbe non bastare. Il rischio e il brivido, d'altronde, fanno parte della notte di Ognissanti, a chi manca di coraggio, è caldamente consigliato di rimanere nel proprio alloggio». Schiantò una risata chiassosa.

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