Capitolo 6: Sono stanco di stare seduto qui ad aspettare

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Tre anni prima, 15/08Taos, New Mexico

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Tre anni prima, 15/08
Taos, New Mexico

I miei capelli scuri, ancora più tendenti al nero, sono bagnati e si ricadono sulla fronte in maniera scomoda, coprendomi un po' di visuale; gli occhi, marroni anch'essi, non smettono però di fissare di fronte a sé e osservare quello che gli viene presentato. Un naso dritto che ha rischiato più di una volta di essere rotto per i placcaggi nel football; mentre le carnose labbra rosa sono strette in una linea dura.
Ferme, ma pronte a sentenziare la mia condanna.
Le spalle larghe e muscolose, così come il mio petto; una leggera peluria, ancora umida, lo inizia a decorare nella parte bassa che termina sotto l'asciugamano bianco che ho legato in vita. Le braccia, non più minuscole e prive di muscoli sono lasciate sciolte lungo i fianchi, ma i pugni continuano a chiudersi e riaprirsi.
Perché è dovuto accadere proprio a me?
La rabbia mi colpisce, ricordando quel che è successo poco fa, e non riesco più a trattenermi: scaglio un pugno contro lo specchio che rifletteva la mia immagine in maniera perfetta. L'oggetto si spacca nel punto in cui il mio corpo ha colliso con esso e delle schegge si staccano per sparpagliarsi intorno a noi.
Lascio che le nocche non si separino dal punto colpito e fatico a respirare in maniera corretta, come se questo solo movimento mi fosse costato un enorme sforzo fisico; ma l'unica cosa che lo richiede è la mia costante lotta interna.
Se non fossi stato un mostro prima, lo sono diventato sicuramente adesso.

La porta si apre di scatto, facendomi sussultare, ma sono privo di forze per potermi voltare e osservare chi è entrato senza bussare.
«Sergio!»
La voce di Olly arriva alle mie orecchie come un balsamo per i miei nervi e la mia anima e volto solo la testa, per poter incrociare i suoi occhi.
Ho così bisogno di te, sorellina.
«Che ti è successo?»
La vedo fare attenzione a dove mettere i piedi, ma mi raggiunge e sposta il mio pungo ancora piantato all'interno dello specchio, poi mi abbraccia. Mi dà carezze sulla spalla e mi sussurra parole di conforto senza aspettarsi una risposta in questo momento.
Perché il mio cuore sopra ogni cosa?
Rimaniamo lì, in mezzo a schegge di vetro e davanti a uno specchio rotto finché non sono capace di tirare un sospiro e ricominciare a respirare in maniera normale.
«Grazie Olly.» Le dico, regalandole un sorriso mesto e sciogliendo l'abbraccio. «Ora mi vesto e pulisco il disastro che ho combinato.»
Non so che cosa io abbia detto di male, ma la vedo diventare improvvisamente rossa e mi osserva, scoprendo il mio outfit del dopo doccia.
Non guardarmi così, te ne prego; non posso diventare un mostro ancora peggiore di quel che già sono.
Balbetta qualcosa e abbassa lo sguardo, fissandolo sui miei addominali, vista la nostra vicinanza e io comincio a sentirmi andare a fuoco.
«Beh, io vado. Ci vediamo giù?»
Ho bisogno di distanziarmi un po', scusami sorellina.
Annuisce e se ne va.

Indosso i miei solito boxer scuri e poi li copro con dei jeans neri e una maglietta dello stesso colore; esco dalla stanza e mi dirigo nello stanzino per poter recuperare una scopa e una paletta per raccogliere i vetri. Passo davanti alla porta di mia sorella e mi fermo solo un secondo, per poter vedere se lei è dentro, visto che è socchiusa.
Avrei voluto spalancarla per poter entrare e scusarmi per quel che ha visto poco fa, ma mi ghiaccio con la mano sulla maniglia quando sento che sta parlando al telefono.
«Per tutti i pennacchi del piacere, Olly! Il tuo racconto era l'inizio di un filmino porno.»
La mia mascella sembra voler diventare un tutt'uno con il terreno e mi chiedo che cosa possa aver detto mia sorella ad Alex per averla fatta reagire così: che cosa combina con quel ragazzo che le piace?
Perché è ovvio che le cose si siano evolute, visto la gioia che ultimamente la contraddistingue.
«LexLex, ti prego, smettila di urlare che mi sembra di avere il vivavoce.»
Abbassano entrambe la voce e, ora, non riesco più a sentire che cosa si stiano dicendo, così torno al mio obiettivo principale.
Che cosa mi nascondi, Olly?

Torno in camera mia, a raccogliere i cocci del mio disastro, ma mi fermo quasi subito: la rabbia che mi aveva investito prima, torna ancora più prepotente; ma non è sola, questa volta è venuta da me accompagnata dalla gelosia.
Ed è per questo motivo che mi arrabbio ancora di più con me stesso; perché non riesco a vivere con il fatto che mia sorella non provi i miei stessi sentimenti?
Diamine! Nemmeno io dovrei provarli!
Torno davanti allo specchio, ormai rotto, e osservo la mia figura distorta che mi riflette: ora sono davvero un mostro.
Dentro e fuori. Sono lo stesso che lo specchio mi sta mostrando.
Mi tappo la bocca con un pugno, per poter trattenere il grido che sta nascendo direttamente dalla mia anima e inizio a pensare che dovrei davvero tornare a ignorare mia sorella. Eppure, ho capito di non esserne capace; di non potermene andare e lasciarla sola, in balia degli eventi e della vita.
Non sono capace di non sperare che lei abbia bisogno di me, sperarlo con tutto me stesso e non sono capace a vivere senza che lei mi doni la vita che devo vivere.
Oh, Olly!
Mi lascio cadere, in mezzo alle schegge che mi graffiano in qualche punto e lascio vagare lo sguardo per tutta la camera.

Mi piacerebbe tornare indietro, all'anno scorso, quando quel che provavo per mia sorella era solo un innocuo affetto fraterno; a quando la vita non era così difficile e il cuore non aveva paura di sanguinare a ogni passo che compio.
Vorrei tornare indietro, a quando la mia anima era ancora pura e non avevo paura di stare in compagnia di Olly o delle reazioni che il mio corpo mostra in sua presenza.
Vorrei potermi cambiare, vorrei potermi rendere migliore.
Vorrei non essere così.
Mi alzo, deciso a lottare più che mai, per lei, perché merita questo e molto altro.
Perché sono stanco di aspettare un cambiamento dentro di me che non avverrà mai, perché sono stanco di quel che mi sento e non voglio più provare tanto disgusto per me stesso.
Mi alzo, solo per te, mia dolce Olly.

Buongiorno ragazz*,ammetto che, come personaggio, Sergio è fin troppo dentro di me e sto iniziando ad avere sempre meno parole per dire qualcosa di sensato qui; quindi vi lascio alla foto del giorno

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Buongiorno ragazz*,
ammetto che, come personaggio, Sergio è fin troppo dentro di me e sto iniziando ad avere sempre meno parole per dire qualcosa di sensato qui; quindi vi lascio alla foto del giorno.
Vi chiedo solo, se avete opinioni che volete condividere o qualcosa che volete dire, io sono qui e risponderò a tutti.

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Ci vediamo al prossimo capitolo,
a presto

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