Capitolo 10: Sii forte

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Tre anni prima, 26/11 (Thanksgiving day)Città di San Diego, spiaggia

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Tre anni prima, 26/11 (Thanksgiving day)
Città di San Diego, spiaggia

L'auto si ferma nel grande parcheggio che costeggia la costa e inizio già a vedere alcuni ombrelloni piantati nella sabbia: famiglie che, come noi, hanno deciso di riunirsi in questo giorno di festa in un posto magico come la spiaggia in un giorno di fine autunno.
Apro la portiera e mi fiondo fuori, respirando l'aria fresca e pungente di novembre e la sento arrivare fin nei polmoni: un qualcosa di cui sentivo la mancanza.
«Vedo che sei contento.»
Sposto i miei occhi su Olly e non riesco a nascondere il sorriso che indosso da questa mattina come il più bell'accessorio che potrei mai trovare e annuisco solamente, voltandomi subito verso quella distesa bionda che mi divide dall'acqua.
«Iniziamo a prendere posto, mentre aspettiamo Alex?» Chiedo a mia sorella, impaziente di poter far affogare i miei piedi nudi nell'oceano. La sento al mio fianco e mi mormora un assenso, mi volto verso di lei e l'abbraccio ancora per ringraziarla di questo meraviglioso regalo e mi slaccio le scarpe, per prenderle in una mano e intrecciare l'altra a quella della ragazza che mi ha rapito il cuore.

Incominciamo a correre senza mai perdere il contatto tra di noi finché non troviamo un punto vuoto che può ospitarci tutti senza stare stretti. È allora che butto mia sorella a terra e la sovrasto con il mio peso, per impedirle di muoversi e giocare con lei. Ridiamo insieme, senza riuscirci a fermare, ma mi scosto un po' da lei quando la vedo in difficoltà respiratorie; approfitta del sopraggiungere dei nostri genitori per sfuggire dalla mia presa e riprendere a correre senza smettere di ridere e voltarsi verso di me, vedendo quanto mi stia distanziando.
«Hai capito che vuole che tu la insegua, vero piccolo mio?»
Mi volto verso mia madre, Autumn come la stagione in cui ci troviamo, e sorrido ancora di più: annuisco, ma non mi alzo.
«Tesoro, le sta solo dando un po' di vantaggio.» Le risponde mio padre, abbracciandola da dietro e scostandole i capelli dal collo. La donna dai capelli scuri, come tutti in famiglia, ridacchia e arrossisce; lo prendo come un segnale per scappare da questa visione.
Forse, dopotutto, ho capito perché mamma ha sposato papà.

Riprendo a ridere quando vedo Olly nascondersi malamente dietro un chiosco chiuso e le passo di fianco, fingendo di non averla vista; cosa che la porta in un tentativo di placcare il sottoscritto. E lascio che mi butti a terra, tra le mie e le sue risate, che sembrano comporre una melodia tutta nostra e le lascio credere di aver vinto; giusto per qualche secondo, perché poi ribalto la situazione e torno a ergermi su di lei con il mio corpo.
Le sue guance rosse, dovute alle risate e allo sforzo fisico, il suo petto che si muove frenetico per inglobare la maggior quantità di aria possibile e le sue braccia che mi cingono il collo mi fanno smettere di ridere e comincio a osservare il suo volto con estrema precisione; come se volessi imprimermi quest'immagine nella mente e tenerla lì per sempre.
E, effettivamente, è proprio così.
Mi abbasso su di lei con lentezza, dandole il tempo di spostarsi, ma sento solo il suo petto velocizzare il suo movimento, così non mi fermo. Le nostre fronti si toccano e i nasi si sfiorano, mentre i respiri si mescolano tra di loro e il resto del mondo scompare.
Ci siamo solo io e te, mia dolce Olly.
I nostri occhi si incastrano e vedo il mio intero mondo dentro le sue perle di cioccolato fuso, un mondo così bello e perfetto che mi fa ancora sentire in difetto. Mi abbasso ancora, mi abbasso così tanto che le nostre labbra si sfiorano e inizio a sentire il suo calore sulle mie; mi manca così poco per sentire il tuo sapore, amore della mia vita...
Le regalo un bacio poco oltre l'angolo della bocca e mi alzo da lei, regalandole una mano per aiutarla ad alzarsi, mentre cerco di riprendere fiato e di calmare i miei bollenti spiriti.
Che cosa stavo per fare?

Il mio amore sbagliatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora