Un anno prima, 29/01
Città di San DiegoInfilo i pantaloni della tuta, adattandomi a usare una mano sola e stando attento a non fare rumore, come sono abituato a fare e, approfittando del favore della luna che illumina i passi dentro la stanza, riesco ad aprire la porta. La chiudo alle mie spalle e percorro il bagno per l'intera lunghezza, fino ad aprire l'altra porta e ritrovarmi dentro la camera di mia sorella: il silenzio l'avvolge e il suo respiro ritmico e regolare mi fa capire che sta dormendo, anche se questo non mi impedisce di chiederle, in un mormorio roco, se è sveglia. Non devo attendere molto prima di sentirla muovere le coperte e vedere i contorni della sua figura scura e nascosta dall'ombra cambiare la posizione, per potersi mettere seduta.
«Che cosa ci fai ancora lì? Vieni qui.»
Sorrido, anche se non può vedermi e la raggiungo, nascondendomi sotto il suo piumone giallo e tirando anche lei sotto la pesante coperta con me; iniziamo a ridere come due pazzi, finché le nostre gambe non si intrecciano e i nostri nasi si sfiorano casualmente. I respiri si spezzano e i corpi si avvicinano, facendo scontrare bacini e petti; i profumi si mischiano e il calore diventa quasi insopportabile. Osservo davanti a me, sentendo il suo respiro infrangersi sul mio viso; immaginando i suoi occhi lucidi d'amore fissarmi con la stessa intensità che io riservo solo a lei, le sue labbra martoriate dai denti per trattenere la brama di incastrarle tra le mie e le sue gote rosse per un mix di sensazioni ed emozioni che, dopo una settimana che la vedo in queste condizioni, non è ancora riuscita a spiegarmi.
Non che serva, visto che è lo stesso che provo anch'io sulla pelle.«Che cosa ci fai ancora lì? Non vieni a baciarmi?»
Glielo chiedo, restituendole il favore di prima e sorrido ancora, mi sembra di non saper fare nulla dal pomeriggio di una settimana fa; ogni mio pensiero, però, si frantuma sotto la dolcezza delle sue labbra che si sono scontrate sulle mie e sull'insistenza della sua lingua nel chiedermi un accesso che non intendo negarle. La cingo con un braccio, lasciando quello ancora ingessato immobile da qualche parte di questo letto, come se non facesse più parte del mio corpo, e cerco di fondere i nostri corpi in uno solo perché questo contatto non mi basta più.
Voglio di più, voglio lei.
Il fiato comincia a mancarmi e le sue mani che vagano affamate sulla mia schiena e sulle mie spalle non mi aiutano a mantenere il controllo, così mi sento costretto a fermare questo nostro bellissimo bacio e ad abbassare il piumone che ancora ricopriva le nostre figure. Posa la sua testa sul mio petto e il suo respiro cozza con i miei muscoli caldi e stuzzicati dall'eccitazione che è riuscita a farmi salire fino alle stelle; mentre io alzo gli occhi al soffitto in un tentativo di trattenermi dal compiere azioni troppo avventate.Le sue dita raggiungono i miei addominali e iniziano a tamburellarci sopra un ritmo che sono convinto di aver già sentito e intona delle note, seguendo le dita che ancora si muovono sinuose su di me.
«'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars,»
La sua voce esce roca emelodiosa e raggiunge il mio cuore prima di arrivare alle mie orecchie e farmisognare che questa notte possa durare in eterno. Sorrido alla canzone che canta a bassa voce e la stringo a me ancora un po', recito assieme a lei le parole della canzone e non capisco come io possa essere stato distante da lei per anni senza sapere che averla nelle mie braccia, con lei che ricambia i miei sentimenti, è la sensazione più bella del mondo.
«Hai visto quant'è bello vivere le notti solo tra di noi, lasciando il mondo al di fuori?»
Sorrido sui suoi capelli e un po' di malinconia mi colpisce il cuore, mentre una lacrima riesce a superare l'argine del mio occhio sinistro e comincia a scorrere placidamente sulla guancia.
E com'è, dimmi com'è vivere i giorni stando lontani e fingendo che tra di noi non ci sia nulla?
La stringo, rimanendo in silenzio e mi costringo a un sorriso dopo lunghi momenti di silenzio e profumo di pesche fin nel cervello; recito ancora una parte della canzone quando lei si volta verso di me e porta il suo viso a sfiorare il mio naso.
«'Cause you get lighter the more it gets dark.»
E ora, il suo sorriso riesco davvero a vederlo nonostante il buio che ci avvolge, luminoso quanto è oscura la notte, poi mi bacia di nuovo e il mondo torna a essere fatto unicamente di luce.Si appoggia di nuovo su di me quando il bacio finisce e prende ad accarezzarmi il braccio sinistro fino al limite del gesso, mi posa un nuovo bacio sul petto e torna a percorrere il percorso inverso.
«Domani te lo tolgono, quindi.»
Sbuffo una risata ed esulto come se avessi vinto il Superbowl, poi aggiungo un "finalmente" che mostra tutta la mia voglia di togliere questo involucro scomodo e fonte di calore dal mio corpo. Lei ride contro il mio petto, facendomi del solletico e io ricambio pizzicandole i fianchi: ricomincia una lotta per la supremazia che vinco sempre io, anche se ogni tanto la lascio vincere. La imprigiono tra il mio corpo e il materasso, sfidando la forza del mio braccio per sostenermi; devo, però, arrendermi quasi subito per l'eccessivo tremore che lo scuote. Rotolo sul piccolo lembo di materasso che rubo sempre a Olly e lascio che sia lei a prendere la posizione di comando; sento i suoi occhi su di me, anche se non riesco a vedere le sue perle scure e mi infiammo.«Vorrei dirti una cosa, ma ho paura di come potresti prenderla.»
Riesco a immaginarmi le sue guance in fiamme e i suoi occhi che cercano di sfuggire ai miei, mentre i suoi capelli le ricadono scomposti davanti e dietro le spalle, incastrandosi anche alle orecchie e tra le sue labbra; porto la mano libera sulla sua e intreccio le nostre dita. Cerco di infonderle forza e coraggio con questo piccolo contatto e poi le chiedo di non nascondermi niente di quello che la anima e di non preoccuparsi delle mie reazioni, anche se ancora ricordo come io sia esploso settimana scorsa e della paura che le ho infuso. Rimane ancora in silenzio e io inizio a pensare di aver fatto una delle poche cose che non avrei mai voluto fare, poi sento il suo respiro ingrossarsi come se sta incanalando più aria possibile nei suoi polmoni; alla fine riesce a dire qualcosa, ma non riesco a capirla.
«Potresti ripetere, per favore?»
Prende un altro respiro e porta entrambe le sue mani sul volto, nascondendomi una visione di cui sono già privo per colpa del buio che ci circonda.
«Ti amo.»Buongiorno cuoricini!
In quanti che esplodo di gioia per quel che avete letto come lo sono io?
Spero in molti ^^Al prossimo capitolo!
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Il mio amore sbagliato
Teen FictionATTENZIONE: Questa storia è da considerarsi un prequel di "Come una goccia d'acqua su un incendio", storia che trovate sul mio profilo. La lettura delle storie non ha un ordine e potete decidere qualche leggere prima o se leggerne solo una delle due...